Il Partito Socialista Italiano (PSI) è stato ed è un partito politico italiano di sinistra. Legato ad una visione socialista marxista, dapprima più tradizionale e poi revisionista (con una componente massimalista a lungo rilevante e poi distaccatasi per formare il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria), il partito si è poi sempre più avvicinato alle evoluzioni della socialdemocrazia europea degli anni sessanta, soprattutto con le ridefinizioni successive all’affermazione della linea autonomista dopo i fatti d’Ungheria ed anche con quelle dovute all’ultimo segretario, contribuendo alla creazione di un’alleanza tra il centro rappresentato dalla DC e la sinistra rappresentata dal PSI detta centro-sinistra organico, che sorresse molti governi della cosiddetta Prima Repubblica. È stato il più antico partito politico in senso moderno e la prima formazione organizzata della sinistra in Italia. Ha rappresentato anche il prototipo del partito di massa. Alla sua fondazione, nel 1892 nella sala Sivori di Genova, ebbe il nome di Partito dei Lavoratori Italiani; successivamente a Reggio Emilia il nome venne cambiato in Partito Socialista dei Lavoratori Italiani; al congresso di Parma del 1895 assunse il nome di Partito Socialista Italiano. Durante il regime fascista e, in particolare, dopo la messa al bando di tutti i partiti ad eccezione del Partito Nazionale Fascista, il PSI continuò la sua attività nella clandestinità, mentre la direzione del partito tentava d’informarsi sulla vita politica del Paese e d’influire sulla stessa dall’esilio francese. Dal 2009, a seguito della Costituente Socialista promossa dai Socialisti Democratici Italiani nel 2007 insieme ad altre forze politiche a vario titolo collegate con la storia del socialismo italiano ed europeo, il nuovo partito che ne è scaturito (inizialmente chiamato Partito Socialista) ha ripreso l’originaria denominazione di Partito Socialista Italiano, accordata insieme al simbolo dall’ultimo liquidatore del PSI.