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INVESTIRE CON LA PAURA

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Indici azionari ai massimi e obbligazioni che rendono poco stanno gettando nello sconforto molti potenziali risparmiatori, vorrebbero cominciare a far lavorare le giacenze in conto corrente. L’ l’ansia che coglie i potenziali investitori alla loro “prima volta” è una vera e propria paura

di Luca Lippi

Il ragionamento che muove l’esigenza di non tenere soldi fermi in conto corrente è piuttosto banale: se l’inflazione (al netto degli energetici e degli alimentari freschi) è al due per cento (dato aggiornato al 28 giugno 2024), significa che il capitale tenuto infruttifero perde ogni anno – a spanne – il due per cento del suo potere d’acquisto. Nella peggiore delle ipotesi, investirlo in un titolo di stato mantiene il suo valore rispetto all’inflazione.

La paura degli investitori

Tuttavia l’ansia che coglie i potenziali investitori alla loro “prima volta” è una vera e propria paura. Ottimo! La paura è un elemento fondamentale per approcciare con la giusta cautela ad operare scelte di investimento. Chi non ha paura vuol dire che guadagna più di quanto valga realmente il suo lavoro o la sua professione, ancora peggio se ha guadagnato i soldi che sta decidendo di investire, illecitamente. Infine,
nella categoria di chi non ha paura c’è una buona fetta di persone che hanno ereditato del denaro ma non ne considerano l’impegno che l’ha generato.

Il tempo, l’impegno, lo studio, il sudore della fronte e le preoccupazioni che accompagnano la vita professionale e lavorativa di ogni individuo sono “valore” e meritano la giusta considerazione e rispetto. La paura di perdere anche un solo centesimo di tanto sacrificio è la massima espressione del rispetto che si deve avere prima di pianificare un investimento. Tuttavia, la paura deve essere una leva a favore, un navigare in sicurezza, non deve essere mai un blocco. Per operare sui mercati bisogna gestire la paura e mai cedere all’ottimismo o all’euforia.

Come provare a diventare investitori

Dalla riva del mondo dei risparmiatori bisogna fare il salto e diventare investitori. Il primo sforzo che bisogna fare, già impegnando il tempo necessario per traghettare verso la sponda dell’investitore, è quello di considerare che: nonostante ogni giorno ci siano incidenti automobilistici, nessuno rinuncia a prendere la patente e guidare per paura degli incidenti; stessa cosa vale per attraversare la strada o affettare il pane.

Razionalizzare la paura! Investire è come guidare l’automobile, i primi tempi, una volta rimasti senza istruttore, c’è l’ansia, poi tutto diventa automatico e normale. Bene, anzi, benissimo, ma questo diventa il momento più pericoloso. Quando una cosa potenzialmente pericolosa diventa abitudinaria, il pericolo della sottovalutazione dei rischi (che esistono nella quotidianità di tutti) è dietro l’angolo. La conoscenza e lo studio, o affidarsi a un bravo consulente, fa diventare “confidenti”, attenti e consapevoli. Non esiste nulla che sia scevro da rischi, quello finanziario si chiama “rischio sistemico” ma questo non deve in nessun modo impedire “di guidare l’auto”.

L’alternativa

Investire non è una questione di vita o di morte, tuttavia, non sapendo quale sarà il futuro nei prossimi venti o trenta anni, il proprio futuro e anche quello dei figli, non investire per tempo potrebbe trasformarsi in una questione di vita. Non c’è alternativa! Rispettare il denaro significa anche non farlo marcire.

Gli investitori fai da te

È una condizione che si sconsiglia, tuttavia disponendo di “materia prima” sufficiente per garantirsi la sopravvivenza. Prima di fare qualunque cosa bisogna studiare, la parte teorica è fondamentale e non si liquida in poco tempo (riconoscere il pericolo toglie spazio alla paura). Sono ore e ore di studio che sono appena sufficienti per avvicinarsi a una piattaforma. La fase due sono le demo disponibili, dove provare senza investire soldi veri. Il mondo della finanza ci offre questa possibilità, provare, senza rischiare, se le nozioni acquisite sono sufficienti per “navigare” in sicurezza.

Chi scrive sottolinea che la teoria – necessaria – e le demo, sono un mondo a velocità assai ridotta. La fase operativa, che è la fase tre, è come entrare in un circuito da corsa con una berlina, nella migliore delle ipotesi si viene travolti. Cominciare con piccolissime quantità di denaro, perché bisogna prendere confidenza, acquisire velocità in sicurezza, processare le nozioni acquisite con una velocità inimmaginabile, le prime volte sarà normale trovarsi a mani vuote nel giro di pochi secondi. Dopo diversi mesi – non è un’esagerazione, abbiate fiducia di chi si è occupato di pane e Borsa per una vita – allora l’ansia verrà meno e resta solo consapevolezza e lucidità (l’aggiornamento e lo studio sono obbligati perché i mercati cambiano in continuazione).

I mercati finanziari

I mercati finanziari non conoscono altri che non siano operatori istituzionali, gli investitori “fai da te” sono le berline nel circuito da corsa, eliminarli è lo scopo dei Mercati. Non si deve mai approcciare al mondo finanziario come fosse la partecipazione da torero in una corrida, il toro abbatte tutto quello che non riconosce sistemico. Bisogna avere informazioni e conoscenze molto importanti, tanta esperienza, per non farsi riconoscere subito. Si parla tanto di IA, nel mondo finanziario è una tecnologia operativa già da almeno vent’anni, ci sono algoritmi capaci di individuare in tutta la rete anche il minimo movimento fuori schema. Ritrovarsi bloccati il tempo necessario (pochi secondi) per far saltare una strategia è più comune di quanto si pensi.

Farsi accompagnare

Il mondo finanziario è immenso, i mercati mutano a una velocità impressionante, pulsano grazie a “macchine” instancabili che lavorano H24 e non si fermano mai. È un flusso continuo di capitali, valute, materie prime, contratti a liquidità differita, scommesse, anche vera e propria spazzatura. Tutto ha una quotazione. La scelta migliore è quella di farsi “accompagnare” e di utilizzare strumenti che, per fortuna, oggi esistono e consentono a chiunque di investire in relativa sicurezza (dipende dal mercato che si sceglie). Il consiglio di un addetto ai lavori è necessario per maturare scelte adeguate al proprio profilo e al raggiungimento di obiettivi che, probabilmente, neanche si ipotizzano, ma che un consulente conosce bene e sa farli emergere.

Iniziare con un piano di accumulo

Cominciare con un piano di accumulo per prendere confidenza è sempre un ottimo approccio. In base alla disponibilità e al tempo di impiego – il tempo di cui si ha la matematica certezza di non avere bisogno del capitale – si può scegliere di sottoscrivere un ETF obbligazionario che copra più mercati, a fronte di un rendimento meno spavaldo comunque garantisce una performance adeguata a chi non può lasciare il capitale investito oltre i tre anni.

Chi ha maggiori disponibilità e meno fretta di dover disporre di liquidità, può decidere di sottoscrivere sempre degli ETF (sono “scatole” ad alta diversificazione e la diversificazione è la caratteristica che conferisce sicurezza all’investimento) che investano in indici azionari specifici (c’è una scelta molto ampia). A patto che non si chiedano risultati prima dei cinque anni; in questo caso i rendimenti sono molto più interessanti e non si ha la preoccupazione di dover prestare attenzione all’investimento.

Ci sono degli ETF bilanciati (c’è azionario, obbligazionario e parte di investimenti molto liquidi), ma potendo disporre di un capitale adeguato, è sempre meglio bilanciare il portafoglio usufruendo di Fondi a indirizzo unico, l’eccessiva diversificazione può mortificare il rendimento. I bilanciati, avendo una componente azionaria variabile, comunque chiedono un periodo di “lavoro” minimo di cinque anni.

Una volta acquisita l’esperienza sufficiente, ci si può lasciare andare al largo puntando su singoli titoli ma i rischi aumentano sensibilmente e anche la soglia di attenzione di conoscenza e di competenza devono essere adeguati. Il fatto che i mercati siano sui massimi non vuol dire assolutamente niente. Bisogna essere sicuramente attenti, ma un mercato che segna sempre nuovi massimi significa che ha una tonicità consolidata. E, comunque, quando la spinta è lunga e costante, investire significa partecipare al miglioramento delle performance (sempre sul lungo termine).