Home Costume e Società “DISABILITA’: PARTE DEL MONDO, NON MONDO A PARTE”

“DISABILITA’: PARTE DEL MONDO, NON MONDO A PARTE”

Erika Stefani, Ministro per le disabilità

di Flavia Scicchitano

Veneta di Valdagno, cinquant’anni di età, laureata in legge, senatrice leghista dal 2013, già ministro per gli Affari regionali e le Autonomia dal 1° giugno 2018 al 5 settembre 2019, Erika Stefani è dallo scorso 13 febbraio titolare del dicastero delle Disabilità

Erika Stefani, ministro per le Disabilità, cosa si intende oggi per disabilità e come deve essere affrontata questa tematica, relativa a una condizione che coinvolge milioni di italiani?

Innanzitutto vorrei ricordare che la disabilità non è e non deve essere considerata ‘un mondo a parte’, ma ‘parte del mondo’. Per troppo tempo, infatti, questo tema è stato relegato ai margini, a partire dalla definizione e dalla progettazione degli spazi e passando per aspetti molto meno pratici, ma ugualmente importanti, come quelli relativi alla socialità e al diritto alla partecipazione alla vita pubblica. Non solo, le istituzioni, in primis, sono colpevoli di aver trattato la disabilità per tanto tempo esclusivamente dal punto di vista ‘clinico’, e non attraverso un approccio multidimensionale. Oggi, ad esempio, consideriamo moderna una valutazione della condizione di disabilità che includa diversi aspetti, non soltanto clinici ma anche socio-culturali e che prendano in considerazione tutti i fattori relativi alla vita quotidiana e al vissuto di una persona. A tal fine stiamo   lavorando, come Ministero, a una Legge quadro che punti a riformare l’intera materia normativa e ad adeguarla a questa visione.

Quali sono i principali limiti del sistema sanitario nazionale relativamente alle disabilità?

Le criticità più importanti sono emerse, purtroppo, proprio durante le fasi iniziali della pandemia. Le persone con disabilità sono state infatti quelle che più hanno scontato gli effetti di un sistema di welfare frammentato e fortemente limitato dall’emergenza sanitaria. Anche alla luce della crisi Covid quindi, l’investimento più importante che andrà fatto dovrà essere messo in campo per costruire un nuovo welfare attorno alla persona e alle sue necessità puntuali. Si veda, ad esempio, il tema del Progetto individuale, che è uno dei punti chiave di questo cambio di paradigma. Un welfare che tenga conto dei bisogni e delle esigenze dei singoli è sicuramente più moderno e inclusivo. Questo è, senza dubbio, il nostro punto di arrivo per l’Italia di domani.

In questo senso quale contributo potrà arrivare dal Piano nazionale di ripresa e resilienza?

Come dicevo, gli importanti investimenti previsti dal Pnrr, e in particolare dall’asse strategico ‘Inclusione e coesione sociale’, ci permettono di lavorare innanzitutto ad una Legge quadro che possa predisporre e rendere effettivo il progetto di vita individuale. Per questo sono già stati stanziati 800 milioni nel bilancio dello Stato. Senza dimenticare gli investimenti per la mobilità e l’accessibilità e, non meno importanti, le misure per riqualificare i centri per l’impiego e per potenziare quindi l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Nel complesso, sono oltre 6 i miliardi indirizzati a progetti inclusivi anche in modo indiretto. Mi sono fatta promotrice di un atto d’indirizzo, che passerà a brevissimo in cabina di regia, che ci consentirà di dare ai progetti sistematicità e organicità, in un contesto di massima condivisione con le associazioni.

In passato ha ricordato la necessità di puntare su una maggiore collaborazione pubblico-privato

La cooperazione tra la parte privata e la parte sanitaria e socio-assistenziale è uno dei grandi temi a livello nazionale e forse anche una delle grandi criticità del mondo delle disabilità. Siamo coscienti che la partnership pubblico-privato sia la strada più efficace per rispondere alle variegate esigenze espresse dalle fragilità. La sfida è il coordinamento e la co-progettazione. Anche su questo punto stiamo orientando la legge delega sulle disabilità – inclusa all’interno delle riforme del Pnrr. L’obiettivo, come detto anche prima, è creare un sistema per rendere effettivo il progetto individuale di vita, che si concretizzerà attraverso un nucleo di valutazione multidimensionale e multidisciplinare. Nucleo al quale lavoreranno tutti i protagonisti e chi è direttamente coinvolto perché il mondo delle disabilità richiede ascolto e attuazione delle esigenze dei singoli. E’ un intreccio articolato di professionalità e di mondi che devono dialogare: ci sono le competenze regionali, le competenze comunali, la parte sanitaria, la parte socio assistenziale, tutto il terzo settore.

Quali sono i temi prioritari da affrontare come Governo relativamente alle disabilità?

Purtroppo bisogna ammettere che allo stato attuale non c’è un incontro tra domanda e offerta di lavoro per le persone con disabilità. Abbiamo quindi chiesto al ministero del Lavoro un approfondimento specifico su questo punto e soprattutto sulle ragioni della mancata piena attuazione della legge 68 del 1999. Molte imprese stanno attuando delle progettualità interne per offrire posti di lavoro alle persone con disabilità, dobbiamo rendere le buone iniziative dei singoli operazioni di sistema, su scala nazionale.  Quanto al tema delle barriere architettoniche, abbiamo costituito un tavolo con il ministero delle Infrastrutture per studiare, anche a livello normativo, misure per superare le criticità esistenti.  

Ecco, proprio sull’autismo, quali saranno i prossimi passi?

Il tema dell’autismo merita una riflessione, una riflessione molto attenta, perché servono nuove risposte. L’Italia è chiamata a correre per stare al passo e riuscire a corrispondere alle necessità di  persone e famiglie. E questo può essere fatto solo con un’azione di squadra: al ministro della Salute, Roberto Speranza, ho chiesto inoltre un tavolo di confronto per coordinare la parte sanitaria con la parte socio assistenziale e la possibilità di poter partecipare alla cabina di regia del loro osservatorio. Il viaggio continuo sui territori che ho intrapreso fin dall’inizio del mio mandato ha la funzione principale di conoscere le realtà locali e prendendo esempio dalle buone prassi vogliamo dare un’impronta per tutta l’Italia. I progetti attuati che funzionano e che esprimono iniziative efficaci e rispondenti alle esigenze di chi vive l’autismo devono essere la matrice di iniziative a carattere nazionale.

Quali sono, invece, gli interventi già posti in essere dal Ministero?

Il mio primo atto da ministro è stato quello di chiedere l’inserimento delle persone con disabilità grave e i loro caregiver fra le categorie prioritarie per la vaccinazione anti Covid-19 e l’aver riconosciuto agli assistenti e agli accompagnatori dei pazienti con disabilità la possibilità di prestare loro sostegno in pronto soccorso e nei reparti delle strutture ospedaliere. Questo ha permesso di mettere subito in sicurezza una parte fragile della popolazione. E’ stato finalmente avviato il processo di realizzazione della piattaforma nazionale unica per le targhe associate al contrassegno delle persone con disabilità (Cude). Questo consentirà alle persone con disabilità munite del contrassegno di accedere alle Zone a traffico limitato di tutti i Comuni senza dover comunicare, di volta in volta, l’ingresso nelle singole aree soggette a restrizioni al transito, e quindi di evitare l’incombenza burocratica e il rischio di multe da sanare ex post, come invece avveniva in passato. Un vero passo in avanti verso l’effettivo diritto alla mobilità e accessibilità delle persone con disabilità a cui si è aggiunto il provvedimento, proprio di qualche giorno fa, che stanzia un contributo ai Comuni per incentivare l’accesso gratuito alle aree di sosta a pagamento per tutti i titolari di Cude. E’ stato poi incrementato di 40 milioni il Fondo per la non autosufficienza e sono stati stanziati 100 milioni destinati esclusivamente all’inclusione delle persone con disabilità, di cui 30 milioni dedicati al turismo accessibile. Inoltre, non posso che esprimere soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento che poche settimane fa ha di fatto finalmente riconosciuto anche nel nostro Paese la Lingua dei Segni Italiana e la Lingua dei Segni Italiana Tattile, allineandoci con il resto di Europa”. Sono state inoltre previste più tutele per i lavoratori fragili, una misura che ha richiesto un investimento di circa 17milioni di euro e che risponde alle numerose sollecitazioni delle persone con disabilità di poter lavorare in modalità agile e in sicurezza. E il superbonus al 110% anche per gli interventi finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche che vengono realizzati congiuntamente a quelli antisismici estendendo così, anche a questo tipo di interventi, le agevolazioni già previste in materia di efficientamento energetico. Un intervento questo che rappresenta una grande opportunità anche sul versante economico.

Provvedimenti in arrivo? 

Per quanto riguarda i provvedimenti in arrivo, oltre al tema della Legge quadro, nei prossimi mesi arriverà a compimento la Disability Card, che sostituirà tutti i documenti cartacei relativi alla disabilità e all’invalidità e permetterà di accedere a tariffe agevolate per diversi servizi pubblici e privati. In previsione della giornata internazionale delle persone con disabilità, il prossimo 3 dicembre, stiamo organizzando una conferenza che vedrà coinvolti, nei tavoli tematici i maggiori stakeholders del mondo che ruota intorno alle disabilità, e stiamo ultimando le varie istanze da inserire nella prossima Legge di Bilancio.