di Ornella Cilona*
Anche le norme in prima fila contro il Covid. E’ trascorso oltre un anno da quando, nel marzo del 2020, l’ente di normazione italiano UNI ha deciso di rendere gratuiti i quasi trenta standard necessari alla fabbricazione di quanto è utile contro i contagi. Le norme gratis definiscono i requisiti di sicurezza, qualità e i metodi di prova di attrezzature come i ventilatori polmonari e di dispositivi sanitari come le maschere filtranti, i guanti e gli occhiali protettivi, le calzature da lavoro, gli indumenti e i teli chirurgici. L’obiettivo dell’iniziativa UNI era quello di facilitare sia le scelte di acquisto delle amministrazioni pubbliche sia la riconversione produttiva delle aziende. I risultati sono stati fin dall’inizio positivi. Nella primavera dello scorso anno, molte imprese hanno, infatti, scelto di produrre dispositivi di protezione anti Covid per soddisfare la domanda di privati e Regioni, che dovevano rifornire in tempi brevi le strutture sanitarie. Il risparmio dei costi non è stato di poco conto per le Pmi perché le norme costano. Anche le realtà produttive più piccole sono state così in grado di aprirsi a nuovi mercati, rispettando requisiti severi di qualità e di sicurezza. Fra gli standard liberamente accessibili ce n’è uno che non riguarda i prodotti ma i servizi: si tratta della norma UNI10585 del 1996, che detta le regole per i servizi di pulizia, disinfestazione, sanificazione e attività correlate.
La decisione dell’UNI ha convinto l’anno scorso gli enti di normazione comunitari CEN e CENELEC a estendere in tutta l’Unione europea la gratuità di numerose norme in campo sanitario. Il buon esempio del nostro Paese è stato così seguito dagli altri Stati membri dell’Unione europea. Del resto anche l’eurocommissario per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, aveva chiesto agli enti di normazione comunitari di impegnarsi a favore di un accesso libero alle norme più importanti per la lotta al Covid-19.
Nel frattempo, prosegue l’attività normativa abituale in campo sanitario. E’, infatti, allo studio un progetto di standard per lo sviluppo, l’attuazione e il mantenimento di un sistema di gestione del rischio per dispositivi medici, prendendo a riferimento la norma internazionale ISO 14971 del 2019. Il progetto, che punta a tracciare delle linee guida su questa materia, ha da poco completato la fase dell’inchiesta pubblica preliminare.
*Presidente della Commissione tecnica UNI “Responsabilità sociale delle organizzazioni”