
Da un recente studio di Confcommercio – pubblicato sul portale dell’associazione il 21 marzo ultimo scorso – emerge un serio problema di demografia d’impresa. Il progetto Cities mira a rivitalizzare i centri urbani italiani, affrontando le sfide che li affliggono
di Luca Lippi
La demografia d’impresa è lo studio delle variazioni e dei movimenti nella popolazione delle imprese in un determinato territorio (nazione, regione, città) e in un determinato periodo di tempo. In altre parole, è l’analisi statistica della nascita, crescita, declino e morte delle imprese. Si concentra sulle dinamiche di entrata (natalità), uscita (mortalità), crescita e cambiamenti strutturali nel mondo delle imprese.
Lo studio evidenzia, con dati precisi, l’incedere di un fenomeno che a domino genera tutta una serie di criticità, anche di carattere sociologico, che la politica non sempre è determinata ad affrontare. Le motivazioni sono tante, racchiuse in un ventaglio di opzioni che vanno dall’impossibilità di alterare rapporti con le multinazionali del commercio on-line e della grande distribuzione, fino ad arrivare all’impossibilità di “calmierizzare” la, troppo spesso, incompetenza e sragionevolezza dei proprietari di immobili a uso commerciale. Che pretendono di arrotondare le entrate, diminuite per una crisi generalizzata, attraverso l’aumento degli affitti che sono fuori da ogni logica commerciale.
Il progetto Cities di Confcommercio
I dati estratti dallo studio rilevano quanto segue. Tra il 2012 e il 2024, in Italia, sono spariti quasi 118mila negozi al dettaglio e 23mila attività di commercio ambulante. In crescita le attività di alloggio e ristorazione (+18.500). Nello stesso periodo, nel commercio, negli alberghi e nei pubblici esercizi, si registra una forte crescita di imprese straniere (+41,4 per cento). Mentre quelle a titolarità italiana segnano solo un +3,1 per cento. E del totale della nuova occupazione straniera nell’intera economia (+397mila occupati negli ultimi 12 anni) il 39 per cento si concentra nel commercio, nell’alloggio e nella ristorazione (+155mila). Nei centri storici chiudono più negozi che nelle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno.
Spariti quasi 31mila esercizi al dettaglio, ridotti gli sportelli bancari e le attività tradizionali
Nei Comuni al centro dell’analisi sono spariti, negli ultimi 12 anni, quasi 31mila esercizi al dettaglio in sede fissa, riduzione che si accompagna a quella degli sportelli bancari che tra il 2015 e il 2023 sono passati da 8.026 a 5.173 (-35,5 per cento). Tra i settori merceologici, nei centri storici si riducono le attività tradizionali (carburanti -42,1 per cento, libri e giocattoli -36,5 per cento, mobili e ferramenta -34,8 per cento, abbigliamento -26 per cento) e aumentano i servizi (farmacie +12,3 per cento, computer e telefonia +10,5 per cento) e le attività di alloggio (+67,5 per cento) al cui interno si registra un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170 per cento), dovuto alla forte accelerazione nell’ultimo anno, mentre gli alberghi tradizionali calano del 9,7 per cento.
Le maggiori perdite di negozi al dettaglio nelle regioni del Nord
A livello territoriale, le regioni del Nord evidenziano le maggiori perdite di negozi al dettaglio, mentre al Centro-Sud si registra una maggiore tenuta: dei 122 comuni presi in esame dall’analisi, ai primi 5 posti si collocano Ancona (-34,7 per cento), Gorizia (-34,2 per cento), Pesaro (-32,4 per cento), Varese (-31,7 per cento) e Alessandria (-31,1 per cento); nelle ultime 5 posizioni i Comuni che registrano la migliore tenuta sono Crotone (-6,9 per cento), Frascati (-8,3 per cento), Olbia (-8,6 per cento), Andria (-10,3 per cento), Palermo (-11,2 per cento).
Non solo l’E-commerce ha grosse responsabilità
La concorrenza da parte della grande distribuzione organizzata (GDO), dell’e-commerce (come Amazon) e di altre forme di commercio hanno modificato nel tempo le abitudini, le preferenze e i comportamenti di acquisto dei consumatori. Ma tutto questo è anche conseguenza del progressivo deterioramento di accesso al credito che procura scarsità nel finanziamento per le imprese. Altra componente erosiva della possibilità di fare impresa è l’eccessivo costo del lavoro, un onere che taglia le gambe alle imprese soprattutto nella fase iniziale d’impianto.
A tutto questo si aggiunge l’irragionevole avidità dei proprietari di immobili commerciali che credono di poter compensare le perdite accumulate negli anni – per svalutazione e costi di mantenimento sempre più elevati – di un investimento senza alcun senso ormai da trent’anni, facendolo gravare sui conduttori attraverso richieste di affitto del tutto incomprensibili. A questo si aggiungono i costi energetici.
Perdita di posti di lavoro e desertificazione commerciale
È piuttosto evidente che la dinamica presa in esame da Confcommercio genera problemi di perdita di posti di lavoro, diminuzione del gettito per lo Stato e gli enti locali, desertificazione commerciale, perdita di servizi e di socialità e disagio per i residenti che perdono punti di riferimento e servizi di prossimità. Il degrado dei centri urbani più importanti alimenta il fenomeno della malavita e nei centri più piccoli la desertificazione dei centri storici e l’abbandono giovanile che, nel tempo, creerà paesi fantasma e intasamento dei centri urbani maggiori.
La proposta del Progetto Cities: i centri urbani
Il progetto Cities (Commercio, Innovazione, Turismo, Imprese, Sostenibilità, Esperienze, Servizi) di Confcommercio mira a rivitalizzare i centri urbani italiani, affrontando le sfide che li affliggono e promuovendo uno sviluppo sostenibile e inclusivo. In sintesi, gli obiettivi principali sono i seguenti:
- riqualificazione e rigenerazione urbana attraverso attrattività e fruibilità dei centri urbani tramite interventi di riqualificazione degli spazi pubblici, potenziamento dei servizi e valorizzazione del patrimonio storico- artistico
- contrasto alla desertificazione commerciale e la perdita di identità dei quartieri
- sostegno al commercio di prossimità: rafforzando il ruolo del commercio locale come motore di sviluppo economico e sociale
- promozione della competitività delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, favorendo l’innovazione e l’adozione di nuove tecnologie
- sensibilizzazione dei consumatori sull’importanza di sostenere le attività di prossimità
Il turismo sostenibile
Per la promozione del turismo sostenibile:
- sviluppare un’offerta turistica diversificata e di qualità, valorizzando le risorse culturali, ambientali ed enogastronomiche del territorio
- promuovere un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente e delle comunità locali
- migliorare l’accessibilità e la fruibilità dei servizi turistici
- innovazione e digitalizzazione: favorire l’adozione di tecnologie digitali da parte delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi
- sviluppare nuove soluzioni per migliorare l’esperienza di acquisto e di fruizione dei servizi
- promuovere la formazione e l’aggiornamento professionale degli operatori del settore.
Per la sostenibilità ambientale
Sostenibilità ambientale e sociale:
- promuovere pratiche commerciali sostenibili e rispettose dell’ambiente
- favorire l’inclusione sociale e la creazione di opportunità di lavoro per i giovani e le categorie svantaggiate
- migliorare la qualità della vita dei residenti e dei visitatori
- creare reti e partnership: favorire la collaborazione tra imprese, istituzioni, associazioni e altri attori del territorio
- creare reti di imprese per condividere esperienze, conoscenze e risorse
- promuovere la partecipazione dei cittadini alle decisioni che riguardano lo sviluppo del territorio. Monitoraggio e valutazione: definire indicatori per misurare l’impatto delle azioni intraprese
- monitorare i risultati ottenuti e valutare l’efficacia delle politiche adottate
In sostanza, il progetto Cities di Confcommercio mira a trasformare i centri urbani in luoghi più vivibili, attrattivi e competitivi, in cui il commercio, il turismo e i servizi svolgano un ruolo centrale nello sviluppo economico e sociale, nel rispetto dell’ambiente e delle comunità locali. L’approccio è integrato emultidisciplinare, coinvolgendo diversi attori e settori per affrontare le sfide complesse che caratterizzano le città italiane.