
Cresce l’incidenza tra i più giovani: il ruolo delle istituzioni e delle famiglie
di Sofia Diletta Rodinò
In occasione della Settimana del Fiocchetto Lilla (10-15 marzo), l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù presenta dati allarmanti sull’aumento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA) in età pediatrica e adolescenziale. Dal 2019 a oggi, le nuove diagnosi sono cresciute del 64%, un incremento significativo rispetto alla media nazionale del 35% registrata dal Ministero della Salute. Nel 2024, l’ospedale ha rilevato 230 nuovi casi e oltre 2.500 day hospital dedicati alla gestione di queste patologie.
Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione: un’emergenza in crescita
I disturbi della nutrizione e dell’alimentazione includono patologie complesse come anoressia nervosa, bulimia nervosa, disturbo da alimentazione incontrollata, ARFID (disturbo evitante-restrittivo dell’assunzione di cibo) e altre condizioni non altrimenti specificate. In Italia, si stima che circa 3,5 milioni di persone, pari al 6% della popolazione, siano affette da DNA, con un’incidenza predominante tra le donne (90%). Tuttavia, la presenza maschile è in crescita, raggiungendo il 20% nella fascia d’età 12-17 anni. Preoccupa in particolare l’abbassamento dell’età di insorgenza: sempre più bambini tra gli 8 e i 9 anni sviluppano queste problematiche, complice il precoce sviluppo puberale e l’influenza dei social media, che promuovono modelli di bellezza irrealistici e dannosi.
I dati del Bambino Gesù: incremento dell’anoressia nervosa e dell’ARFID
Dal 2020, l’Unità operativa semplice di Anoressia e Disturbi Alimentari del Bambino Gesù ha registrato un aumento del 38% dell’attività clinica, con un incremento dei day hospital da 1.820 a 2.420 nel 2024. Le nuove diagnosi sono passate da 138 nel 2019 a 226 nel 2024 (+64%), con un notevole aumento dei pazienti sotto i 13 anni.
Le diagnosi di anoressia nervosa e ARFID sono cresciute rispettivamente del 68% e del 65%, evidenziando la necessità di percorsi terapeutici più mirati e personalizzati. «Negli ultimi anni, i pazienti più giovani presentano quadri psicopatologici più complessi, sia dal punto di vista alimentare che psicologico» spiega la dottoressa Valeria Zanna, responsabile dell’Unità operativa.
Un approccio multidisciplinare per la cura dei disturbi alimentari
I disturbi alimentari sono tra le patologie psichiatriche con il più alto tasso di mortalità, soprattutto nel caso dell’anoressia nervosa, che aumenta di 5-10 volte il rischio di decesso rispetto alla popolazione sana. In Italia, queste patologie causano circa 4.000 morti all’anno.
Per questo motivo, il trattamento deve essere tempestivo e multidisciplinare, coinvolgendo psichiatri, pediatri, psicologi, dietisti e altri specialisti. Il modello terapeutico adottato dal Bambino Gesù segue le principali linee guida internazionali (NICE, Society for Adolescent Health and Medicine, SINPIA), ponendo particolare attenzione al coinvolgimento delle famiglie nel percorso di cura.
Un percorso terapeutico su misura per ogni paziente
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha sviluppato un programma di Alta Assistenza che prevede un trattamento intensivo in day hospital, con pasti assistiti, monitoraggio psichiatrico e nutrizionale, psicoterapia di gruppo per genitori e pazienti e incontri di psicoterapia familiare. Con il miglioramento clinico, la frequenza delle sedute si riduce, concentrandosi sul rafforzamento delle risorse individuali e familiari per prevenire le ricadute.
«L’aumento dei disturbi alimentari nei bambini e negli adolescenti è un segnale che non possiamo ignorare – sottolinea la dottoressa Zanna – È fondamentale intervenire precocemente con strategie terapeutiche efficaci e un forte supporto familiare, per garantire a questi giovani pazienti un percorso di cura adeguato e duraturo».
L’emergenza DNA richiede un impegno congiunto tra istituzioni sanitarie, scuole e famiglie per prevenire, riconoscere e affrontare il problema in modo efficace. Solo attraverso un’azione coordinata sarà possibile invertire questa tendenza preoccupante e proteggere il benessere delle nuove generazioni.