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SANITÀ A MISURA DI FUTURO

Orazio Schillaci

La salute e’ una risorsa italiana fondamentale. Ma al nostro sistema, che vanta tante eccellenze, non mancano criticita’. Ecco perche’ si deve lavorare collegialmente per renderlo capace di rispondere a vecchie e nuove esigenze

di Orazio Schillaci

La salute è un asset fondamentale del nostro Paese: se non si investe nella salute si mette a rischio la tenuta sociale ed economica nazionale, come abbiamo potuto vedere durante l’emergenza pandemica. Il Servizio sanitario nazionale ha compiuto da poco 46 anni ed è evidente la necessità di una profonda trasformazione alla luce dei progressi della scienza e delle innovazioni tecnologiche ma soprattutto dell’andamento demografico e dei nuovi bisogni sociosanitari che caratterizzano la nostra popolazione, tra le più longeve al mondo. Il nostro sistema sanitario vanta senza dubbio numerose eccellenze ma non mancano fragilità, a partire dall’assistenza territoriale che durante la pandemia ha messo a dura prova il sistema sanitario.

È stata proprio l’emergenza sanitaria a riproporre con forza l’urgenza di una innovazione del sistema sanitario per salvaguardare le eccellenze riconosciute a livello internazionale – penso alla qualità delle cure oncologiche – e per potenziare la capacità di risposta alla domanda di salute.

Più risorse per cittadini e professionisti sanitari

Da subito questo Governo ha assicurato più risorse. Il Fondo sanitario ha raggiunto livelli di finanziamento inediti rispetto al passato pre Covid, destinando i finanziamenti innanzitutto alla soluzione delle principali criticità, seguendo il principio dell’efficienza, altrimenti è come versare continuamente acqua in un serbatoio che perde. Abbiamo investito nel personale sanitario per fronteggiare la carenza di organico, in particolare quello infermieristico. Oggi paghiamo di più le prestazioni aggiuntive e le tassiamo di meno; abbiamo aumentato le indennità di specificità e migliorato il trattamento economico degli specializzandi. E soprattutto stiamo superando il vecchio tetto di spesa al personale che per anni ha penalizzato soprattutto le Regioni in Piano di rientro, che non hanno potuto rafforzare gli organici necessari a garantire un livello qualitativo soddisfacente delle cure.

Per restituire attrattività alla sanità pubblica abbiamo dato una stretta ai gettonisti e previsto norme severe per fermare le aggressioni negli ospedali, anche con l’arresto in flagranza differita.

Tutto ciò serve non solo a far lavorare meglio medici, infermieri e operatori sanitari ma anche ad affrontare un altro problema che si trascina da decenni, quello delle liste d’attesa. La legge che abbiamo approvato dà indicazioni chiare alle Regioni per assicurare ai cittadini l’erogazione delle cure nei tempi giusti, fino a garantire al paziente la prestazione in intramoenia o nel privato accreditato se non è possibile ottenerla nel regime ordinario.

Investire in medicina territoriale e tecnologia

Ma è il progressivo invecchiamento della popolazione a rappresentare la sfida principale per il Servizio sanitario nazionale chiamato a una gestione efficiente della cronicità e a portare avanti l’evoluzione tecnologica che già da tempo ha investito l’ambito della salute. In questo senso, è strategica l’attuazione de Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che ha indicato nella medicina territoriale e nell’evoluzione tecnologica gli assi su cui investire per garantire più equità e sostenibilità. Stiamo rispettando la tabella di marcia degli investimenti per potenziare la medicina territoriale: è stato avviato il 70% dei cantieri delle case di comunità e degli ospedali di comunità. Così come per quanto riguarda l’assistenza domiciliare integrata che vede attualmente oltre 400mila over 65 nuovi assistiti al domicilio, numeri che descrivono il recupero nei ritardi accumulati in passato nell’attuazione di questa misura.

Siamo impegnati, dunque, nello sviluppo di un modello integrato di assistenza tra ospedali, medicina territoriale e assistenza sociale che è fondamentale per rispondere ai bisogni complessi di una popolazione che invecchia. Anche riguardo all’altra direttrice del Pnrr, la digitalizzazione della sanità, abbiamo accelerato il processo di tecnologizzazione, rendendo operativo in tempi rapidi il nuovo Fascicolo sanitario elettronico che insieme alla telemedicina rappresenta uno strumento essenziale per migliorare l’efficienza e la tempestività delle cure.

Il ruolo cruciale della prevenzione

Accanto a tutto ciò gioca un ruolo cruciale il rafforzamento della prevenzione, attraverso campagne di screening e di promozione di stili di vita sani, incentivando l’adozione di comportamenti salutari. Oggi è il rilancio della prevenzione a segnare la discontinuità rispetto ai precedenti governi. Se non investiamo in prevenzione, infatti, sarà difficile assicurare la sostenibilità a lungo termine del servizio sanitario perché ridurre il numero di malati cronici significa non solo più salute per la popolazione, specialmente nell’età anziana, ma anche meno costi per il sistema sanitario.

In questa direzione va anche il sostegno, costante e forte, alla ricerca e all’innovazione, grazie alle quali negli ultimi decenni abbiamo ottenuto risultati inimmaginabili. E tanti altri traguardi si possono raggiungere per migliorare la qualità delle cure, penso alle malattie rare e a quelle oncologiche.

La Salute è un impegno condiviso

La salute è e deve essere un impegno condiviso del Governo, delle Regioni e degli operatori sanitari, delle imprese e dei cittadini per rendere il nostro sistema sanitario più forte e capace di rispondere a bisogni socio- sanitari che non sono più quelli di 46 anni fa quando nasceva il Servizio sanitario nazionale.

Continueremo a lavorare per la tutela del diritto alla salute, per le generazioni di oggi e per quelle di domani. È un percorso di rinnovamento complesso, che richiede tempo, ma se ognuno farà la propria parte, saremo in grado di costruire insieme un Servizio sanitario nazionale all’altezza delle sfide del presente e del futuro.