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AZIONARIO: SETTORI DI CRESCITA PER IL 2025

Azionario: quali potrebbero essere i settori che guideranno la crescita nel 2025? Ma soprattutto: come evitare delusioni? Le previsioni non sono cosa seria per chi si occupa professionalmente di finanza, però l’utilità di dare uno sguardo ampio ai mercati resta. L’osservazione può offrire qualche spunto di riflessione per indirizzare correttamente la parte eccedente di risparmio azionario 2025

di Luca Lippi

Tecnologia, consumi discrezionali e servizi alle comunicazioni sono in ascesa; materiali di base, energia e immobiliare, nonostante le sirene di parte, sono in decisa difficoltà.

Il 2025, un po’ più degli altri anni, sarà un anno complicato. Il conflitto in Ucraina, la questione mediorientale, le tensioni in Cina e l’imprevedibilità di Trump gravano sulla stabilità dei mercati che odiano le incertezze e il disordine.

La sovraperformance

Ci sono dei settori che hanno una forza relativa positiva. Tutti gli investitori hanno una loro idea sulle dinamiche dei mercati finanziari, qualcuno pensa a concentrarsi sulla prosecuzione positiva dell’azionario, altri si aspettano che storni, ma quello che bisogna guardare sono i dati che il mercato ci offre. Basandoci sui “fatti”, emerge che c’è un trend positivo e che i settori in salita sono tre: il settore tecnologico, nello specifico le “magnifiche sette”; il settore dei servizi di comunicazione; il settore dei consumi discrezionali.

Il settore tecnologico

Il settore tecnologico la fa da padrone per lo sviluppo di tutte le economie mondiali, quindi è un settore caldo soprattutto per il suo impiego irrinunciabile. Le “magnifiche sette” sono i sette titoli a maggiore capitalizzazione che trainano tutto il S&P500 e sono anche un rischio per l’economia mondiale perché catalizzano la raccolta, creando una concentrazione pericolosa per l’azionario statunitense e mondiale. Creano difficoltà anche nella diversificazione, sono titoli che si trovano in tutti gli indici, non solo nel S&P500. Innegabilmente sono sette aziende molto importanti, producono beni e servizi di utilizzo globale e se le loro trimestrali saranno ancora positive, almeno fino a giugno potranno continuare a salire.

Servizi di comunicazione e consumi discrezionali

Il settore dei servizi di comunicazione è molto importante perché stiamo vivendo una rivoluzione tecnologica e informatica legata all’intelligenza artificiale. Mentre nel 2000 esplodeva internet, oggi c’è l’internet delle cose e lo sviluppo dell’AI che ricade anche sulle infrastrutture e sulla necessità di comunicare. Oggi non si comunica più solo telefonando, ma si comunica attraverso la connessione. La connessione è determinante anche per il controllo dei dispositivi di domotica, per la telemedicina e si sta già lavorando sul 6G.

Il settore dei consumi discrezionali, importantissimo settore perché Trump ha promesso una cura da cavallo all’economia statunitense quindi una spinta verso i consumi privati. Di fatto è una spinta a un’economia – quella statunitense – che non ha mai smesso di crescere.

Settori che sottoperformano

A fronte dei tre settori che stanno salendo, su cui vale la pena prestare la massima attenzione, si contrappongono tre settori che faticano e non stanno andando particolarmente bene, sottoperformano: l’healthcare; il settore energetico; il real estate.

L’healthcare, insieme ai farmaceutici, il settore quasi sempre presente nei portafogli titoli degli investitori. Il ragionamento che ha indotto questa scelta, giustamente, deriva dall’invecchiamento della popolazione soprattutto in Occidente, decretando il successo certo della cura della persona. Ad oggi, però, il mercato non conforta “le logiche” deduzioni dei risparmiatori, non ci crede!

Stessa dinamica per il settore energetico, energie pulite e innovazioni simili hanno avuto grande successo negli anni passati, oggi sottoperformano rispetto alla tecnologia. La motivazione risiede nella dinamica dei tassi di interesse. In sintesi: dato che i tassi di interesse non sono scesi e verosimilmente non scenderanno rapidamente come il mercato si aspettava, molta liquidità è rimasta ferma sulle obbligazioni danneggiando il settore energetico. I tassi non scendono con la rapidità che ci si aspettava perché negli Usa c’è un’economia piuttosto resistente e con l’elezione di Trump, come da programma elettorale, si ritiene di prolungare e sostenere ulteriormente l’economia senza l’intervento di una politica monetaria particolarmente vigorosa. Ovviamente, la politica di Trump si può già definire inflazionistica, di fatto tagliando fuori la FED. In Europa il ritorno dell’inflazione è quasi certo a causa della chiusura definitiva dei rubinetti del gas russo e conseguenti ricadute.

Il terzo settore che sta sottoperformando è il real estate. La motivazione è la stessa del settore energetico, i tassi di interesse.

Occhio alla Cina

A proposito di sottoperformance, c’è da prestare un occhio anche alla Cina. Il paese è in forte rallentamento economico, molte persone che hanno scommesso sulla Cina in tempi non sospetti vedono mortificato il loro portafoglio titoli perché non hanno liquidato in tempo le posizioni su questo paese. Questa cosa può accadere quando il proprio investimento non gode dell’attenzione di un consulente, più spesso accade per la famosa legge non scritta che nel mondo finanziario è identificata come “la legge della rovina statistica”. Chi detiene titoli in perdita, tende a non vendere nella speranza che le quotazioni riprendano e coprano la perdita. In sostanza, la percentuale necessaria affinché si recuperi la perdita è più che proporzionale. Una perdita del 50 per cento richiede una performance doppia del sottostante per consentire il recupero di quanto perso. Se la Cina “zoppica” contestualmente zoppicano anche le materie prime (commodities) di cui la Cina è grande consumatore.

Un portafoglio diversificato

La diversificazione resta sempre la migliore scelta per qualunque risparmiatore, tuttavia, se proprio per effetto della diversificazione ci si trova in portafoglio sia i settori in sovraperformance sia settori in sottoperformance, è bene provare a tirare la coperta verso i settori più “tonici” stando sempre attenti perché nessuna economia può salire per sempre. Un buon portafoglio diversificato prevede la presenza di mercati statunitensi dove c’è la crescita borsistica più sostenuta, un po’ di mercati emergenti (non solo Cina) e poca Europa perché le Borse europee hanno a listino titoli da rivoluzione industriale! Mercati emergenti ed Europa sono in difficoltà quindi i prezzi di carico sono bassi, bisogna solo avere pazienza che reagiscano un po’. Non eccedere (+ o – del 15 per cento) con le percentuali di inserimento in portafoglio di questi due ultimi mercati.

Le analisi offerte in questo articolo hanno mera finalità informativa e non rappresenta una raccomandazione ad acquistare e/o vendere strumenti finanziari né attività di offerta e/o sollecitazione al pubblico di strumenti finanziari.

azionario 2025

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