Finito, immutabile e decentralizzato. Queste caratteristiche rendono il Bitcoin unico, ma cosa potrebbe succedere se fosse adottato come valuta rifugio dagli Stati? Soprattutto, cosa potrebbe accadere se gli Stati Uniti decidessero di acquistarne un quantitativo considerevole?
di Luca Lippi
La senatrice americana Cynthia Marie Lummis il 31 luglio 2024 ha sottoposto all’attenzione del Congresso il Bitcoin Act. Una manovra di acquisto e conservazione di una grande quantità di Bitcoin come riserva strategica. Un programma di acquisto fino a 200.000 Bitcoin l’anno per un periodo di cinque anni, per un totale massimo di un milione di BTC da mettere nelle riserve. Tradotto in soldi veri, significa che gli Usa dovrebbero stampare circa 150/200 miliardi di USD per l’acquisto. Sostanzialmente, se mai dovesse verificarsi questa manovra, il BTC non sarebbe più solamente un “bene rifugio” ma anche uno strumento per generare ricchezza reale.
DOMANDA E OFFERTA
Se gli USA decidessero di operare l’accumulo a riserva dei BTC secondo il programma definito dalla Lummis, cosa accadrebbe alla domanda e all’offerta? La quantità di BTC è limitata, il tetto massimo è di 21 milioni. L’aumento di domanda da parte di un grande acquirente come il governo americano potrebbe portare il prezzo a livelli oggi inimmaginabili. Ma il problema – se mai lo fosse – non è tanto il prezzo, ma snaturerebbe una delle caratteristiche del BTC che è la decentralizzazione.
Attualmente ci sono poco meno di 20 milioni di BTC in circolazione, si potrà “minarne” ancora un milione (quello che serve agli USA). “minare” è il termine gergale che sintetizza il meccanismo di “mining” – sistema che Bitcoin utilizza per generare nuove monete e convalidare transazioni collegandole a quelle già esistenti -. Il meccanismo dell’halving rallenterà progressivamente la produzione di nuove emissioni rendendo ogni BTC ancora più prezioso. Si prevede che l’ultimo BTC sarà minato nel 2140.
PROGRAMMA CRUCIALE PER GLI USA
L’esigenza di accumulare BTC da parte degli USA non è solo una strategia economica, ma un’esigenza geopolitica. Con i paesi BRICS che stanno creando valute sostenute da beni reali come Oro e altre risorse naturali, gli Stati Uniti devono reagire se vogliono mantenere il loro predominio finanziario globale.
Quando la Russia è stata esclusa dal sistema Swift dopo l’invasione dell’Ucraina, il messaggio al mondo è stato chiaro, gli Usa possono decidere chi può partecipare all’economia globale. Questo ha spinto molte nazioni, specialmente i BRICS, a cercare alternative. La Cina sta comprando oro a livelli record, e si parla di una nuova valuta garantita da diversi asset oltre l’oro anche il BTC. A questo punto la domanda più logica sarebbe: ma perché anche BTC e non solo l’oro? La risposta è nella sua natura (Finito, immutabile e decentralizzato), oltretutto è abbastanza facile da trasferire e da proteggere.
I PROBLEMI DEL DOLLARO USA
Il debito americano continua a crescere a livelli insostenibili, sempre meno governi esteri sono disposti a comperare titoli di stato americani (Treasury). Inflazione e tassi di interesse elevati stanno mettendo in difficoltà il sistema creditizio, con i tassi di interesse ancora a livello superiore rispetto al tasso neutrale. Le banche sono costrette a svalutare i loro portafogli obbligazionari creando un effetto domino potenzialmente foriero di una crisi sistemica.
Quando il Dollaro inizierà a perdere credibilità cosa potrà succedere? Presumibilmente gli investitori cercheranno alternative, e Trump questo lo ha ben presente. Nelle intenzioni elettorali del Tycoon c’è la creazione di un consiglio consultivo presidenziale dedicato proprio al mondo delle criptovalute. Sostanzialmente un team che guiderà le sue scelte politiche e strategiche. Inoltre, il neopresidente Usa sta sostenendo la proposta di legge “Bitcoin Act 2024” di riserva strategica in criptovalute.
COS’E’ UNA RISERVA STRATEGICA
È una scorta accumulata da un governo o da un’impresa per essere utilizzata in caso di eventi imprevisti. Gli Stati Uniti con un debito superiore a 35 trilioni di Dollari sono di fronte a una sfida finanziaria colossale. Solo lo scorso anno un trilione di Dollari dei contribuenti è stato impiegato per coprire gli interessi sul debito. In una situazione simile, qualsiasi strumento capace di aumentare il valore complessivo degli asset nazionali potrebbe rappresentare un aiuto enorme per rafforzare la posizione finanziaria del Paese. Il BTC con una crescita media di oltre il 60 per cento l’anno negli ultimi dieci anni, ha dimostrato di potere essere un asset capace di sfidare ogni altra riserva di valore tradizionale. Questa forza ha origine nella sua scarsità, è persino più raro dell’Oro – quest’ultimo bastano due asteroidi per farne scendere il prezzo -.
La creazione di una riserva strategica da parte della FED che prevede l’acquisto di circa il 5 per cento dell’offerta totale di BTC è finalizzata ad ancorare la potenziale instabilità economica e svalutazione del Dollaro.
L’approvazione della “Bitcoin Act 2024” provocherebbe un terremoto nei mercati globali. Con il 5 per cento di BTC in riserva, gli USA diventerebbero i maggiori detentori di criptovaluta legittimando la stessa come vero e proprio asset sovrano.
L’INVESTIMENTO
L’acquisto del 5 per cento del totale dei BTC in circolazione, gli Stati Uniti se lo possono permettere? Considerando che l’acquisto è spalmato su cinque anni, e se consideriamo che il Tesoro spende due trilioni di dollari l’anno per pagare gli interessi del debito pubblico, si può considerare un investimento fattibile e neanche troppo impegnativo.
Il governo detiene già circa 213 mila BTC frutto di confische legali. Mettere a bilancio 200/250 miliardi di Dollari per coprire il programma di acquisto previsto dal “Bitcoin Act 2024” non è un grosso problema. C’è da sottolineare che solo lo scorso anno il governo ha aumentato il debito nazionale di 850 miliardi, 250 miliardi sembrano tanti ma proporzionati all’economia USA son un investimento assolutamente sostenibile.
LA CONVERGENZA DELLE REGOLAMENTAZIONI
Oggi, ogni Paese in Usa ha il suo approccio al mondo delle criptovalute. Un mosaico di norme e ostacoli che gli operatori del settore devono scalare ogni giorno. Se l’amministrazione Trump puntasse a trasformare gli stati Uniti nel riferimento del mercato cripto mondiale, si potrebbe ipotizzare un’accelerazione di questa convergenza con implicazioni enormi per il flusso di capitali. Uniformare la regolamentazione degli scambi potrebbe rappresentare non solamente un punto di svolta per gli operatori di mercato, ma anche per le banche di primo livello spalancando le porte a un flusso di capitali senza precedenti. Tutto questo è già osservabile, il mondo finanziario è già pronto e sta anticipando, come sempre, gli eventi. La creazione di ETF spot e no spot dedicati stanno invadendo il mercato a ritmo serrato.
L’ALTERAZIONE DELLA DECENTRALIZZAZIONE DEL BTC
Tutto questo non significa che da subito si debba rovesciare il piatto di minestra per correre al pc e tuffarsi nel “magico mondo delle cripto”, piuttosto il contrario! Chi è appassionato di questo mondo ha già accumulato e forse sta già pensando di vendere per concretizzare l’affare.
Il grosso scoglio da superare sarà l’alterazione della “decentralizzazione” del BTC che, inevitabilmente, subirà un vero e proprio golpe. Oggi la rete delle criptovalute non è controllata da un’autorità centrale, gestita da nodi indipendenti distribuiti in tutto il mondo. Se i governi cominciassero ad accumulare grandi quantità di BTC come riserva strategica, controllerebbero una parte significativa dell’offerta totale aumentando la loro influenza sul mercato. E se un giorno un governo anti cripto decidesse di liquidare le proprie riserve? Da tenere a mente che il Bitcoin è una moneta senza alcun sottostante, il suo valore è nullo e vive di pura speculazione. Dietro il “Bitcoin Act 2024” potrebbe nascondersi lo scarico sulla collettività del grande passivo di bilancio americano. Studiare il mercato delle criptovalute è sempre importante e utile, ma altrettanto utile è rimanere ancorati alla realtà. Non esistono motori in grado di girare con cripto energia generata dal software di un telefono cellulare.