
Nuove possibilità terapeutiche per l’anoressia nervosa. Uno studio dell’Ospedale Pediatrico valuta l’efficacia della stimolazione cerebrale non invasiva. Oltre 120 nuovi casi gestiti nell’ultimo anno dall’équipe delCentro per l’Anoressia e i Disturbi Alimentari
Annachiara Albanese
L’anoressia nervosa rappresenta una delle più gravi patologie psichiatriche. Con un’incidenza in crescita tra bambini e adolescenti, un esordio sempre più precoce e un elevato tasso di mortalità. L’ultimo studio condotto dall’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù apre nuove prospettive di cura grazie all’uso della Stimolazione Transcranica a Corrente Diretta (tDCS). Si tratta di una tecnica di stimolazione cerebrale non invasiva che ha dimostrato un impatto positivo sulla regolazione del comportamento alimentare. I risultati preliminari della ricerca, destinati alla pubblicazione, sono stati anticipati in occasione di un convegno scientifico dedicato ai disturbi della nutrizione presso la sede di San Paolo del Bambino Gesù.
Lo studio clinico
Il progetto di ricerca ha coinvolto 64 pazienti con diagnosi di anoressia nervosa, di età compresa tra i 10 e i 18 anni. Prevalentemente di genere femminile (62 su 64). Avviata nel 2020 e conclusa a febbraio 2025, l’indagine è stata condotta nell’ambito di un trial clinico randomizzato, in doppio cieco e controllato con placebo.
I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il primo sottoposto a trattamento con placebo, l’altro alla tDCS. Questa tecnica agisce sulla corteccia prefrontale, area cruciale nel controllo del comportamento. Mediante l’applicazione di elettrodi che emettono una corrente continua di bassa intensità, non percepibile dal soggetto stimolato. La terapia è stata somministrata per sei settimane, con tre sedute settimanali della durata di 20 minuti.
Miglioramento dei sintomi e progressi fino a 6 mesi dal trattamento
I dati raccolti evidenziano un significativo miglioramento della sintomatologia dell’anoressia nervosa nei pazienti sottoposti alla stimolazione reale. Gli effetti sono risultati stabili e progressivi fino a sei mesi dopo la fine del trattamento. Al contrario, nel gruppo placebo i benefici osservati tendevano a ridursi nel tempo.
In particolare, la stimolazione con tDCS ha contribuito alla normalizzazione di molti sintomi psicopatologici associati al disturbo alimentare. Tra questi: l’insoddisfazione per l’immagine corporea; i comportamenti compensatori inappropriati; il desiderio di magrezza ossessivo; i problemi interpersonali e affettivi; la sensazione di inadeguatezza generale.
«Questi risultati suggeriscono che la stimolazione cerebrale non invasiva, affiancata alle terapie standard come il supporto psichiatrico, nutrizionale e psicologico, è in grado di potenziare l’efficacia dell’iter di cura», spiega Floriana Costanzo, psicologa del Bambino Gesù e responsabile del progetto di ricerca. «La validità della tDCS apre scenari innovativi nella lotta contro l’anoressia nervosa in età evolutiva. Grazie alla sua semplicità, sicurezza e basso costo, questa tecnologia potrebbe diventare un’opzione facilmente accessibile per migliorare le terapie esistenti e favorire un recupero più stabile e duraturo».
I disturbi alimentari sono in crescita
In Italia, oltre 3,5 milioni di persone soffrono di disturbi dell’alimentazione, di cui il 70% sono minori. Più di 300.000 bambini presentano sintomi correlati, con un’età media di insorgenza intorno ai 12 anni, ma con un preoccupante aumento tra gli 8 e gli 11 anni.
Un’indagine del 2022 ha rivelato che il 22% dei bambini e adolescenti manifesta disturbi alimentari, con una prevalenza maggiore tra le ragazze. Inoltre, dal 2019 ad oggi, il Centro per l’Anoressia e Disturbi Alimentari del Bambino Gesù ha registrato un incremento del 60% nelle diagnosi di disturbi della nutrizione e dell’alimentazione (DNA). Nel solo 2024, oltre 120 nuovi casi di giovani affetti da anoressia nervosa sono stati presi in carico dall’équipe specializzata dell’ospedale.
Il team di ricerca
Lo studio, finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito del Bando di Ricerca Finalizzata Giovani Ricercatori, è stato condotto sotto la guida della dott.ssa Floriana Costanzo, in collaborazione con le Unà Operative di Anoressia e Disturbi Alimentari e di Psicologia, dirette rispettivamente dalla dott.ssa Valeria Zanna e dalla dott.ssa Deny Menghini. Il coordinamento generale è stato affidato al prof. Stefano Vicari, responsabile dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
La ricerca si è avvalsa anche della collaborazione della Fondazione Santa Lucia e dell’Università di Napoli Luigi Vanvitelli per l’analisi delle modificazioni cerebrali e dei cambiamenti nella risposta allo stress indotti dalla stimolazione. I dati preliminari dello studio sono già stati pubblicati su riviste scientifiche internazionali, tra cui Frontiers in Behavioural Neuroscience, Journal of Eating Disorders e Scientific Reports.
La stimolazione transcranica a corrente diretta potrebbe rappresentare un valido strumento da integrare nei percorsi terapeutici esistenti, offrendo nuove speranze a pazienti e famiglie. La pubblicazione dei risultati completi dello studio fornirà ulteriori dettagli sull’efficacia di questa innovativa strategia terapeutica, con possibili implicazioni anche per altri disturbi psichiatrici e neurocomportamentali.