
L’innovazione tecnologica è in mano alle piccole e medie imprese che oltre alla cura garantiscono il monitoraggio dei pazienti da remoto
di Caterina del Principe
Mentre cresce l’aspettativa di vita si moltiplica il numero di pazienti affetti da malattie croniche. Se a questo si aggiunge la costante carenza di personale medico e un numero invariato dei centri di riabilitazione pubblici, si ha il quadro di una situazione che preoccupa. Perché anche se per il 2025 la manovra di Bilancio approvata dal governo contiene un pacchetto di misure per la sanità, sarà un nuovo anno di “limiti” per tutto il settore che si occupa della salute del Paese. E di conseguenza, un altro anno nero per i pazienti.
I cittadini che avrebbero bisogno di servizi di riabilitazione sono oltre 27 milioni (dati Oms). Il 44,9% della popolazione italiana necessiterebbe di interventi riabilitativi, per il 61,2% si tratta di disfunzioni al sistema muscolo scheletrico e per un altro 18,9% di disturbi sensoriali. Numeri che rendono il Servizio sanitario nazionale attuale inadeguato alle esigenze di un numero di pazienti sempre maggiore.
Servono soluzioni più smart
Se è vero che nel 2022 il governo ha provato a ridisegnare il Ssn soprattutto per la telemedicina del territorio, è altrettanto vero che servono soluzioni ancora più smart. Dall’applicazione dell’intelligenza artificiale in campo sanitario, passando per la cartella clinica elettronica (Cce), “l’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale per la cura dei pazienti”, spiega Massimo Marcon, vicepresidente di Confimi Industria Sanità.
In questo ambito si inserisce la telemedicina: servizi e modelli organizzativi, supportati da soluzioni tecnologiche, in grado condividere le informazioni dei pazienti nei processi di prevenzione e cura tra personale medico e sanitari. La telemedicina è uno dei tasselli che compone il panorama digitale. Le potenzialità vanno dal teleconsulto tra professionisti che hanno in carico un paziente affetto da più patologie croniche alla possibilità di verificare la coerenza terapeutica al proprio piano di cura attraverso soluzioni di telemonitoraggio.
Le App che facilitano l’assistenza al paziente

Le aziende di produzione di dispositivi medici per la cura della persona (tens, magnetoterapia, laser, tecar, ultrasuoni, pressoterapia, per fare alcuni esempi di macchinari riabilitativi), sul territorio nazionale forniscono i centri medici, pubblici e privati. Negli ultimi anni, hanno adeguato gli standard tecnologici alla richiesta medica per sopperire alla crisi del settore sanitario pubblico, Ma oltre a fornire dispositivi medici spesso non sufficienti a garantire un livello di prestazione adeguato.
Per questo, “grazie all’innovazione tecnologica, le pmi produttrici hanno dotato i supporti medici di blue tooth e collegato gli stessi ad applicazioni che permettono un’assistenza alla persona”, dice Marcon.
Tramite le app si è in grado di ingaggiare il paziente, formarlo, motivarlo ed accompagnarlo in un percorso di gestione della patologia. Tutti i dati d’uso del dispositivo possono essere integrati alle cartelle cliniche degli ospedali o dei medici di famiglia. Questo consente a chi si occupa direttamente della salute del paziente di monitorare la terapia e quindi, se necessario, adeguarla. Non solo cura e monitoraggio, ma anche efficacia. Perché gestire un numero elevato di pazienti a casa con la tecnologia oggi disponibile, permette una riallocazione dei tempi ai medici per la presa in carico dei pazienti con bisogni urgenti o gravi.
L’impatto sul settore sanitario: i vantaggi per sistema e paziente
L’impatto sul settore sanitario è considerevole: migliore compliance del paziente e dei caregivers, aderenza alle terapie, minori accessi agli ambulatori dei medici, minori spostamenti dei pazienti (soprattutto quelli con ridotta autonomia), riduzione delle ore di lavoro dedicate da parte dei familiari, e minor impatto ambientale.
Dal lato macroeconomico la gestione del paziente domiciliare, con minore intasamento dei pronto soccorso riduce la spesa sanitaria nazionale, liberando risorse economiche e umane per interventi strettamente necessari. Vantaggi anche per la gestione domiciliare dei pazienti fragili e cronici con la conseguente riduzione dell’impatto economico sul Ssn e riduzione delle emissioni di CO2 (minori spostamenti e spostamenti mirati). Non ultimo, la rassicurazione del paziente. Tramite la app, infatti, è assicurato anche il costante contatto con un operatore che può essere fornito da remoto: utile sia al paziente che al caregiver.
Il futuro è a portata di mano
Insomma, il futuro è a portata di mano. “La strada intrapresa è all’inizio – spiega Marcon – L’integrazione con altre piattaforme di controllo del paziente, come per esempio un monitoraggio in caso di incidenti nella propria abitazione, potranno essere applicati anche per adattarsi agli stili di vita e comportamenti quotidiani”. Apertura e chiusura delle finestre, controllo temperatura per l’efficientamento energetico e conseguente risparmio nelle abitazioni private o camere di comunità, sono alcuni esempi di come “le nostre tecnologie potranno integrarsi nel mondo del supporto a distanza delle persone con fragilità”, conclude Marcon.