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Tumori: l’età fa la differenza nella risposta ai trattamenti

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Un nuovo studio dimostra che considerare l’età nei modelli preclinici potrebbe migliorare lo sviluppo di terapie più efficaci per il tumore al seno triplo negativo

Un recente studio condotto dall’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) in collaborazione con l’Università Medica di Vienna ha dimostrato che l’età gioca un ruolo cruciale nella risposta ai trattamenti oncologici. Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Cell Death Differentiation, ha analizzato il microambiente tumorale in modelli preclinici di tumore al seno triplo negativo, evidenziando differenze significative tra soggetti giovani e adulti.

Gli scienziati hanno valutato l’efficacia di una terapia basata sulla combinazione di immunoterapia e farmaci che attivano il sistema immunitario. Questo approccio è attualmente in fase di studio clinico presso IEO e in altri tre centri italiani nell’ambito del progetto Azalea.

Differenze biologiche tra giovani e adulti

I risultati hanno mostrato che, sebbene la terapia funzioni in modo simile tra i vari gruppi di età, vi sono importanti differenze biologiche nel microambiente tumorale. In particolare:

  • Negli adulti è stata osservata una riduzione di cellule immunitarie fondamentali, come le cellule T CD4+ e le cellule NK, mentre le cellule B della memoria risultano più abbondanti.
  • La matrice extracellulare, che fornisce supporto strutturale al tumore, presentava nei soggetti adulti una minore quantità di collagene e un’organizzazione differente rispetto ai giovani. Questa caratteristica potrebbe favorire una maggiore aggressività tumorale e alterare la risposta alle terapie.

Negli adulti è stata osservata una riduzione di alcune cellule immunitarie cruciali nella lotta contro il tumore, come le cellule T CD4+ e le cellule NK, mentre erano più abbondanti le cellule B della memoria. Inoltre, la matrice extracellulare presentava meno collagene e un’organizzazione diversa rispetto a quella dei giovani”, spiegano Stefania Orecchioni e Paolo Falvo, ricercatori del Laboratorio di Ematoncologia IEO, e Stephan Grüner, dottorando del laboratorio di genomica del cancro all’Università Medica di Vienna.

La ricerca preclinica dovrebbe includere modelli differenziati per età

Lo studio suggerisce che la ricerca preclinica dovrebbe includere modelli differenziati per età al fine di ottenere risultati più realistici e applicabili ai pazienti adulti.

Il nostro studio suggerisce l’importanza di considerare l’età come criterio fondamentale della ricerca preclinica per nuove terapie anticancro. I modelli preclinici basati esclusivamente su soggetti giovani potrebbero non rappresentare fedelmente la realtà dei pazienti adulti”, affermano Francesco Bertolini, direttore della Divisione di Laboratorio di Ematoncologia IEO, e Iros Barozzi, direttore del laboratorio di genomica del cancro e professore presso l’Università Medica di Vienna, coordinatori dello studio.

Poiché l’incidenza dei tumori aumenta con l’età, è fondamentale adattare i modelli di ricerca alle specifiche caratteristiche biologiche degli adulti. “Considerare l’età nei modelli di ricerca potrebbe migliorare la previsione dell’efficacia dei trattamenti e lo sviluppo di terapie più mirate, soprattutto per i tumori più aggressivi e meno responsivi ai trattamenti attuali”, concludono gli esperti.

Annachiara Albanese