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TERRE RARE IN GUERRA

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La società canadese Seev nel 2022 ha stimato il valore complessivo delle risorse minerarie ucraine in 26 trilioni di Dollari, superiore al PIL statunitense di un anno. Sempre l’Ucraina, possiede 117 dei 120 minerali più richiesti al mondo. Un tesoro di Litio, Nichel e Terre Rare, elementi cruciali che potrebbero decidere il futuro tecnologico e militare del mondo

di Luca Lippi

L’Ucraina baratta le sue ricchezze per ottenere aiuti. Zelensky ha deciso di “vendere” la ricchezza del suo paese o Trump non è più disposto a concedere aiuti senza garanzie concrete?

Andiamo con ordine. Secondo il World Economic Forum, ci sono oltre 20 mila giacimenti minerari sul territorio ucraino. I minerali non sono tutti uguali! Per l’istituto geologico americano (USGS) sono 50 i minerali ritenuti critici per la sicurezza nazionale del Paese, tra questi il Nichel, il Litio e le terre rare. Tutta materia prima preziosissima disponibile in larga abbondanza in Ucraina. Sembrerebbe che questa immensa ricchezza sia l’ultima spiaggia per Zelensky per ottenere il supporto statunitense e continuare la guerra di resistenza a Putin. Dal canto Trump, le sue parole sono state chiarissime, a fronte di miliardi di Dollari in aiuti già corrisposti, per proseguire sono necessarie garanzie, queste ultime sono le risorse ucraine.

Chiarito questo, Kiev avrebbe proposto un accordo: disponibilità a sviluppare una partnership per l’estrazione di risorse con gli Stati Uniti e altri partner in cambio di garanzie di sicurezza, ma i dettagli di un simile accordo restano poco chiari.

C’E’ UN PROBLEMA

Le ricchezze di cui sopra, non sono più solo nelle mani di Kiev. La maggior parte di queste risorse si trovano nel Donbass e nelle Regioni orientali del Paese. Circa il 20 per cento di queste risorse si trovano in territori già controllati dalla Russia.

PUNTI DI FORZA DELL’UCRAINA

Prima che la guerra trasformasse il Paese in un campo di battaglia, l’Ucraina era già un gigante delle materie prime. Rappresentava circa il 15 per cento del commercio globale di mais e il 10 per cento di grano. Grazie alla fertilità del suo terreno, era il quinto esportatore di grano al mondo. Nonostante gli analisti stimassero un crollo del 45 per cento nella produzione di queste materie prime, è accaduto qualcosa di inaspettato. L’Ucraina ha resistito con un calo effettivo ridotto solo al 25 per cento rispetto agli anni precedenti l’invasione. A questa ricchezza agricola se ne aggiunge un’altra ancora più grande, perché l’Ucraina ospita più di 20 mila giacimenti minerari che forniscono 116 tipi di minerali diversi. Le sue risorse comprendono Uranio, Ferro, Titanio, Manganese, Litio e Gas naturale. I numeri non sono ininfluenti: il Paese possiede le più grandi riserve di Uranio in Europa, i secondi più grandi depositi di Titanio e una delle più ricche concentrazioni di terre rare al mondo.

Da quando la Cina ha iniziato a limitare le esportazioni negli Usa, Trump è interessatissimo a portare a casa l’accordo con Zelensky, le risorse nella disponibilità dell’Ucraina sono importantissime per l’industria aerospaziale, per la tecnologia verde e la difesa militare. Un bottino strategico per determinare chi dominerà il futuro. Il problema vero è che queste ricchezze si trovano in un Pese in guerra, dunque la partita è tra Donald Trump e Vladimir Putin.

LE LEVE ECONOMICHE

Dichiarazioni, incontri, vertici…il vero potere delle contrattazioni non è nelle parole come si vuole far credere, ma nelle leve economiche. Dalla parte di Zelensky non c’è più troppo tempo da perdere, l’unica sua forza per ottenere finanziamenti è mettere sul piatto lo sfruttamento dei giacimenti, pochi ma sufficienti, ancora nella sua disponibilità. È sicuramente una concessione derivante dalla disperazione, ma mentre l’avanzata russa non si arresta, il terreno sotto i piedi degli ucraini si sta sgretolando, compresi i giacimenti rimasti disponibili. Persi per persi, tanto vale renderli disponibili in cambio di aiuti militari. Le terre agricole sono state già vendute alle multinazionali occidentali, privatizzata l’industria del legname, smantellato e ceduto pezzi interi di infrastrutture industriali, al vaglio la concessione di utilizzo di depositi sotterranei per stoccare il gas naturale liquefatto americano trasformando Kiev in un hub energetico per l’Europa. Ma, soprattutto, legare sempre più il destino del Pese agli interessi degli Stati Uniti. È una necessità, è chiaro!

SCAMBIO RISORSE vs ARMI

Ovviamente, in Occidente non tutti sono favorevoli a scambiare risorse per armi, non solo per una questione morale. Il cancelliere tedesco ha espresso perplessità sottolineando che l’Ucraina ha bisogno delle sue risorse per finanziare la ricostruzione. Ora bisogna valutare se la dichiarazione tedesca sia più un mettersi al riparo da eventuali aiuti con ritorni a lungo termine – cosa che la Germania non può permettersi in questo momento – oppure è una reale preoccupazione per ulteriore indebolimento dell’Ucraina.