ROMA (ITALPRESS) – “Io il 27 gennaio 1945 non ero più ad Auschwitz da giorni. Eravamo in fabbrica obbligati a muoverci per la marcia della morte. Nessuno sapeva ciò che stava succedendo. Il 27 di gennaio è diventata una data simbolo, ma la gente crede che lì sia finita la guerra. Invece sappiamo bene che fino alla fine di aprile e inizio di maggio noi eravamo per strada. Da Auschwitz abbiamo camminato a piedi, salvo intervalli in altri lager come Ravensbruck, fino al nord della Germania. Quindi oggi festeggiamo il 27 gennaio diventata una data simbolo, ma noi sappiamo davvero cosa è stato”. Con queste parole, la Senatrice a vita Liliana Segre, per la prima volta alla Fondazione Museo della Shoah, ha voluto condividere una parte della sua testimonianza durante la visita speciale alla mostra della Fondazione Museo della Shoah dal titolo “La fine dei lager nazisti”. La visita della Senatrice si è svolta in occasione della Giornata della Memoria e in particolare per celebrare l’80° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz, una tappa fondamentale nella storia mondiale che segnò l’inizio della liberazione dai lager nazisti. Prima di accedere alla mostra, la Senatrice Segre ha partecipato a una cerimonia di commemorazione, deponendo una corona di fiori sotto la targa che ricorda la deportazione degli ebrei romani, avvenuta il 16 ottobre 1943. Come sfondo il murales “Anti-Semitism, History Repeating” dell’artista aleXsandro Palombo, raffigurante Liliana Segre e Sami Modiano , acquisita dalla Fondazione Museo della Shoah. All’interno della mostra, che racconta parte della sua storia, la Senatrice Segre si è soffermata davanti alle mappe che raccontano le ultime drammatiche tappe della liberazione dei lager nazisti. Qui, con grande emozione, ha rievocato le fasi della sua esperienza personale, creando un’atmosfera di profonda commozione tra i presenti.(ITALPRESS).
Foto: Ufficio stampa Museo della Shoah