Home ORE12 Sanità ADOLESCENTI E ISOLAMENTO SOCIALE: I NUMERI PREOCCUPANTI

ADOLESCENTI E ISOLAMENTO SOCIALE: I NUMERI PREOCCUPANTI

ragazzo solo al telefono su una panchina

Da un’analisi del gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps è in netta crescita il numero di adolescenti italiani che non incontrano più i loro amici nel mondo extrascolastico e che scelgono l’isolamento sociale

Il numero di adolescenti italiani che scelgono di isolarsi dal mondo extrascolastico è quasi raddoppiato dal 2019 al 2022. Questo è il principale dato emerso da uno studio condotto dal gruppo di ricerca MUSA del Cnr-Irpps, pubblicato sulla prestigiosa rivista Scientific Reports. Il fenomeno, noto come “ritiro sociale” o “hikikomori”, presenta caratteristiche allarmanti e richiede un’azione immediata per prevenirne la cronicizzazione.

I dati dello studio

L’indagine ha coinvolto campioni rappresentativi di oltre 7.500 adolescenti italiani, analizzando i comportamenti sociali di giovani tra i 14 e i 19 anni in due periodi cruciali: 2019 e 2022. Grazie all’utilizzo della tecnica CAPI (Computer Assisted Personal Interview), i ricercatori hanno identificato tre profili sociali:

  • Le farfalle sociali: adolescenti con una vita sociale attiva.
  • Gli amico-centrici: giovani che privilegiano un ristretto gruppo di amici.
  • I lupi solitari: ragazzi caratterizzati da un isolamento sociale crescente.

Il dato più preoccupante riguarda proprio quest’ultimo gruppo: i cosiddetti “lupi solitari” sono triplicati in tre anni, passando dal 15% del 2019 al 39,4% del 2022.

I fattori di causa

Antonio Tintori, ricercatore del gruppo MUSA, tra gli autori del lavoro assieme a Loredana Cerbara e Giulia Ciancimino, ha spiegato che “la pandemia da COVID-19 ha esacerbato il fenomeno del ritiro sociale, accelerando il passaggio delle relazioni umane verso la sfera virtuale. L’iperconnessione ai social media si è rivelata uno dei fattori principali nel processo di autoisolamento e nella crescita di ideazioni suicidarie giovanili”.

Si è visto in particolare che l’iperconnessione, ossia la sovraesposizione ai social media, ha un ruolo primario in questo processo corrosivo dell’interazione e dell’identità adolescenziale e successivamente del benessere psicologico individuale. L’iperconnessione è principale responsabile tanto dell’autoisolamento quanto dell’esplosione delle ideazioni suicidarie giovanili“.

Tra i fattori scatenanti identificati dallo studio figurano:

  • Scarsa qualità delle relazioni sociali, in particolare con i genitori.
  • Vittimizzazione da bullismo e cyberbullismo.
  • Pressioni sociali, spesso legate a standard estetici irraggiungibili.
  • Insoddisfazione corporea e bassa autostima.

Tintori ha inoltre sottolineato: “Abbiamo, inoltre, constatato che coloro che già versano in uno stato di ritiro sociale presentano un uso più moderato dei social media: ciò apre all’ipotesi che, all’aumentare del tempo di isolamento fisico ci si disconnetta gradualmente anche dalle interazioni virtuali, ossia ci si diriga verso la rinuncia totale alla socialità

Prospettive e soluzioni

Il nostro studio evidenzia l’urgenza di interventi educativi rivolti a genitori e docenti, oltre che di un supporto mirato per i giovani nelle situazioni più critiche”, ha concluso Tintori. Il gruppo MUSA ha già avviato un’indagine longitudinale quinquennale, denominata “Mutamenti Interazionali e Benessere”, che coinvolgerà migliaia di adolescenti italiani per comprendere meglio l’evoluzione del fenomeno e sviluppare strategie efficaci.

La lotta contro il ritiro sociale richiede un impegno congiunto di famiglie, scuole e istituzioni. Solo attraverso un’azione coordinata sarà possibile affrontare un problema che mette a rischio il futuro di una generazione intera.

Annachiara Albanese