Cardiopatie Congenite: Al Bambino Gesù Impiantata la “Clessidra” per il Cuore su 5 Pazienti
Primi interventi in Europa dopo l’autorizzazione dell’Unione Europea al dispositivo salvavita. Il primo impianto risale a giugno 2023 per uso compassionevole
La “clessidra” per il cuore – un innovativo dispositivo salvavita destinato a pazienti con gravi cardiopatie congenite – è stata impiantata con successo dai cardiologi interventisti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù su 5 pazienti. Questi interventi rappresentano i primi in Europa dopo l’ottenimento del marchio CE, certificazione necessaria per l’uso clinico in tutta l’Unione Europea. Il dispositivo era stato già utilizzato a giugno 2023 su una paziente di 21 anni per uso compassionevole.
«Questa procedura mininvasiva consente di evitare l’intervento chirurgico a cuore aperto in soggetti particolarmente fragili a causa della loro storia clinica, riducendo così i rischi e migliorandone la qualità della vita. I pazienti possono essere dimessi dopo appena 2-3 giorni», spiega il dottor Gianfranco Butera, responsabile dell’Unità di Cardiologia Interventistica del Bambino Gesù.
Le cardiopatie congenite e il ruolo della valvola polmonare
Le cardiopatie congenite che colpiscono la parte destra del cuore, come la stenosi polmonare o la tetralogia di Fallot, possono compromettere il funzionamento della valvola polmonare. Questa valvola è cruciale per regolare il flusso sanguigno verso i polmoni per l’ossigenazione e per evitare il reflusso di sangue nel ventricolo destro.
Quando la valvola polmonare non funziona correttamente, si verifica il rigurgito polmonare, che in genere viene trattato con la sostituzione tramite protesi valvolari. Tuttavia, queste procedure, tradizionalmente eseguite con interventi a cuore aperto o tecniche endoscopiche, comportano rischi elevati e un lungo periodo di recupero, soprattutto in pazienti con una conformazione irregolare dell’efflusso destro.
Il dispositivo Alterra Adaptive Prestent: caratteristiche e vantaggi
Il nuovo dispositivo “Alterra Adaptive Prestent” è composto da uno stent metallico autoespandibile, a forma di clessidra, progettato per ridurre il diametro dell’efflusso destro dilatato, e da una valvola polmonare standard inserita all’interno dello stent. Questo approccio consente di trattare dilatazioni fino a 42-44 mm, superando i limiti dei dispositivi tradizionali che si fermano a 29 mm.
Un ulteriore vantaggio è rappresentato dalla durabilità della componente metallica della clessidra, che permette il futuro inserimento di nuove valvole senza dover ricorrere a interventi chirurgici invasivi. Questa soluzione è particolarmente indicata per pazienti con una storia clinica complessa, riducendo drasticamente il rischio operatorio e migliorando la qualità della vita.
Interventi pionieristici in Europa
I 5 pazienti trattati al Bambino Gesù, con un’età compresa tra i 15 e i 40 anni e affetti da tetralogia di Fallot, rappresentano un passo avanti significativo nella cardiologia interventistica. Durante gli interventi, specialisti provenienti da centri europei di eccellenza come Dublino, Monaco e Varsavia hanno collaborato per garantire il successo delle procedure.
«Fino a pochi anni fa, pazienti con estese dilatazioni dell’efflusso destro dovevano sottoporsi a interventi chirurgici complessi», sottolinea il dottor Butera. «Grazie a questo dispositivo, possiamo trattare in modo mininvasivo circa il 70-80% di questi pazienti rispetto all’attuale 40%».
Annachiara Albanese