Epilessia post-ictus: il legame complesso tra due patologie neurologiche
L’ictus cerebrale e l’epilessia condividono un legame complesso e ancora poco conosciuto. Secondo recenti evidenze scientifiche, l’ictus è una delle principali cause di epilessia nelle persone sopra i 60 anni, rappresentando il 40% dei casi. Questa correlazione si fa più grave quanto più severo è il danno cerebrale causato dall’ictus.
Crisi epilettiche post-ictus: la distinzione
Le crisi epilettiche legate all’ictus possono essere distinte in due categorie principali. Le Crisi precoci si verificano entro una settimana dall’evento cerebrovascolare. Queste crisi sono dovute alle modificazioni del tessuto nervoso causate dal danno cerebrale e, generalmente, non richiedono una terapia preventiva specifica. Tuttavia, è essenziale un monitoraggio costante per valutare il rischio di recidiva.
Le Crisi tardive insorgono dopo almeno una settimana dall’ictus, spesso a distanza di mesi o anni. In questi casi, le crisi indicano lo sviluppo di una “epilettogenesi” sulla cicatrice residua dell’insulto vascolare. Queste crisi hanno un rischio elevato di ripetersi nel tempo e configurano una vera e propria epilessia da causa vascolare, che necessita di una terapia farmacologica adeguata.
La gestione terapeutica: un approccio personalizzato epilessia ictus
“Alcuni tipi di ictus, come le emorragie cerebrali o quelli di ampie dimensioni, comportano un maggiore rischio di crisi epilettiche,” spiega Massimo Del Sette, Direttore U.O.C. Neurologia del Policlinico San Martino I.R.C.C.S. di Genova. La scelta di introdurre una terapia anticrisi deve essere attentamente valutata da un team di specialisti, tra cui neurologi ed epilettologi. Questo è particolarmente importante nei pazienti anziani, spesso già in trattamento con farmaci per altre patologie come diabete, ipertensione e cardiopatie. Le interazioni farmacologiche rappresentano un aspetto cruciale da considerare.
Prevenzione e farmaci di nuova generazione epilessia ictus
“La relazione tra malattia cerebrovascolare ed epilessia è bidirezionale e complessa,” sottolinea Carlo Andrea Galimberti, Presidente della LICE (Lega Italiana Contro l’Epilessia). Alcuni fattori, come l’ipertensione arteriosa, rappresentano un rischio sia per l’ictus che per l’epilessia. Inoltre, alcune forme di epilessia possono aumentare il rischio di ictus a causa della ricorrenza delle crisi e degli stili di vita associati.
In questo contesto, i farmaci anticrisi di nuova generazione possono offrire vantaggi significativi. “Questi farmaci, rispetto a quelli di vecchia generazione, presentano minori interazioni farmacologiche e una migliore tollerabilità, soprattutto per pazienti con compromissioni motorie o cognitive preesistenti,” spiega Laura Tassi, past president LICE e neurologo presso il Niguarda di Milano.
Una collaborazione virtuosa per il paziente
La prima collaborazione tra A.L.I.Ce. Italia Odv e LICE rappresenta un importante passo avanti nella gestione integrata delle due patologie. Andrea Vianello, Presidente dell’Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale, evidenzia: “Questo accordo crea un ponte tra cura clinica ed extra-clinica, migliorando la qualità della vita dei pazienti e dei loro familiari. La condivisione di esperienze e buone pratiche è essenziale per colmare i bisogni informativi e offrire un supporto concreto.”
Nei Paesi a reddito medio-alto, l’ictus rappresenta la principale malattia neurologica per prevalenza, seguito dalle epilessie, con circa 600.000 casi stimati in Italia. L’approccio integrato tra prevenzione, diagnosi e terapia rappresenta una sfida fondamentale per migliorare la gestione di queste patologie complesse e interconnesse.
Annachiara Albanese