A partire dal 23 dicembre entreranno nel Nasdaq tre nuove aziende: MicroStrategy, Palantir e Axon Enterprise. L’azienda più importante, quella che desta maggiore interesse e forse anche un po’ di preoccupazione, è MicroStrategy
di Luca Lippi
Alle tre new entry faranno posto: Supermicro che paga il delisting dal Nasdaq per via dei problemi con la presentazione del rapporto sul trimestre luglio-settembre; Illumina; Moderna. Questo cambio porterà inevitabilmente una pioggia di acquisti sui titoli da parte dei Fondi passivi che replicano il Nasdaq 100.
MICROSTRATEGY ENTRA NEL NASDAQ
Non è semplicemente un titolo. È un vero e proprio proxy (un server che funge da intermediario) per Bitcoin con un moltiplicatore dovuto alla leva che utilizza l’azienda. La storia di MicroStrategy è incredibile, non nasce come una società legata a bitcoin, fondata nel 1989 come azienda di consulenza nel settore Tech – nello specifico settore della sicurezza -. Approda in Borsa nel pieno della bolla new economy sopravvivendo. Nel 2020 arriva la svolta: l’amministratore delegato Michael Saylor ha trasformato l’azienda in un Proxy per BTC accumulandone più di 331 mila cinquecento, è l’azienda che possiede più Bitcoin al mondo. Questa strategia ha fatto schizzare il valore delle azioni con una performance di quasi il 570 per cento solo nel 2024.
Attenzione: il valore delle azioni di MocroStrategy supera di molto il valore dei BTC che porta nella pancia, con un rapporto di tre a uno (circa). Questo è possibile perché gli investitori stanno “scommettendo” in parte su BTC ma anche sulla capacità di Michael Saylor di capitalizzare sulla crescita futura. Spieghiamo meglio questo passaggio per facilitare la comprensione: l’azienda ha sfruttato un sistema non comune – ma neanche ignoto – per sfruttare al massimo la leva finanziaria. In buona sostanza il suo bilancio è una stampante di soldi attraverso l’uso di obbligazioni convertibili a interesse ZERO. In questo modo, la società ha raccolto miliardi di Dollari per comprare BTC (quindi gratuitamente) senza dover pagare un centesimo di interesse agli investitori.
L’obbligazione convertibile
In cambio degli interessi sulle obbligazioni convertibili, Michael Saylor offre la conversione in azioni dell’azienda solo a condizione che il valore di MicroStrategy supererà a una data stabilita un livello prefissato. Chiariamo ancora di più: trattasi di obbligazione convertibile con un premio di conversione del 55 per cento, dove gli investitori accettano il rischio di perdere soldi se le azioni non raggiungono il livello fissato entro il 2029. La perdita per gli investitori non è certo il capitale investito, ma il mancato guadagno – per l’assenza di interessi – e l’erosione dell’inflazione per aver tenuto fermi capitali per cinque anni senza alcuna remunerazione.
Queste obbligazioni sono molto richieste dai Fondi pensionistici e dai Fondi obbligazionari che usano questi strumenti finanziari per avere un’esposizione indiretta alle azioni aggirando restrizioni regolamentate dagli organi fiscali.
L’ESORDIO NEL NASDAQ
L’entrata di MicroStrategy nel Nasdaq potrebbe creare un loop (modo per replicare in automatico la medesima operazione). Dai Fondi passivi agli investitori istituzionali dovranno comprare le azioni di MicroStrategy per replicare l’indice. In questo modo si crea una domanda costante per le azioni della società che a sua volta si traduce in una domanda perpetua BTC visto che l’azienda utilizza i proventi per acquistare la criptovaluta. Questo “circolo” potrebbe spingere tutto quanto verso l’alto, ogni volta che il prezzo del BTC salirebbe, il valore di MicroStrategy seguirebbe lo stesso andamento ma amplificato. Il motivo è l’utilizzo della leva finanziaria utilizzata per accumulare BTC. In estrema sintesi, ogni Dollaro investito in questa azienda diventa una molla compressa pronta a esplodere verso l’alto.
MA SE IL BTC NON CRESCESSE?
Recentemente Microsoft ha respinto la richiesta dei suoi azionisti di acquistare BTC. La proposta era, nello specifico, di inserire BTC nel bilancio aziendale. Ci sono altre grandi società che stanno esaminando la possibilità di ricorrere al BTC come riserva patrimoniale. Soprattutto le aziende tecnologiche sono stracolme di liquidità, solo per le principali aziende tech si parla di circa 810 miliardi di Dollari e ogni anno tutta questa massa di liquidità viene erosa dall’inflazione. Essendo liquidità, le aziende non possono investire in prodotti finanziari a lungo termine, quindi potrebbero prendere in considerazione di convertire parte di questa liquidità in BTC. Tuttavia, per fare questo è necessaria una propensione al rischio piuttosto elevata complicata da trovare nella giusta percentuale tra tutti gli azionisti.
MICROSTRATEGY POTREBBE METTERE A RISCHIO IL NASDAQ
Si presume che l’AD di MicroStrategy, oltre l’audacia, possegga doti di calcolo del rischio – altrimenti non potrebbe ricoprire il ruolo -. Questa sua autorevolezza comunque attrae l’attenzione dei suoi colleghi che osservano le mosse consci che sta cambiando la visione generale e che bisogna adeguarsi alle nuove regole del gioco per non rimanere tagliati fuori dal cambiamento. Tuttavia, il BTC spaventa ancora molti, vuoi per retaggio culturale, vuoi per scarsa propensione a rischi troppo elevati o incertezza per scarsa dimestichezza con lo strumento.
E allora, MicroStrategy può destabilizzare gli equilibri all’interno del Nasdaq100? A parte tutte le valutazioni già fatte dalla SEC e dagli osservatori e analisti, la risposta è decisamente NO. Il peso di MicroStrategy all’interno dell’Indice è 0,47 per cento, dunque un impatto piuttosto basso.