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MERCATI IN SALITA FINO AL 2030

Parlare di “massimi” dei mercati è inutile – concetto già espresso in altri articoli -. Alcuni segnali, nonostante la forte tensione dei mercati di questi ultimi mesi che non arrestano l’ascesa, sembrano indicare che la loro corsa potrebbe protrarsi ancora, non di settimane, non di mesi, ma di anni

di Luca Lippi

In estrema sintesi, i mercati potrebbero dare grandi soddisfazioni per i prossimi sei/sette anni. In totale controtendenza rispetto a quanti predicano crolli immediati già da mesi. Il futuro non si può prevedere, è contraddittorio affermare con tanta lucidità una presunta crescita oltre le aspettative di quasi tutti gli operatori – ma anche le aspettative contrarie non si possono prevedere -.

Senza entrare nel terreno scivoloso della preveggenza, osserviamo il mercato cercando di “massimizzare le probabilità di vera ragione”, una pratica poco nota agli analisti di ultima generazione. Ma baluardo per i vecchi tromboni della vecchia generazione che ormai si godono il meritato riposo.

Azioni

Quello che troppe persone non fanno, tra queste anche qualche “esperto”, è l’analisi retrospettiva. Cosa successe nel mercato azionario dopo la “Grande Depressione”? Prima di tutto si osservano diversi cicli di crescita molto lunghi. A partire dagli anni cinquanta ci fu il cosiddetto boom economico. Questo è accaduto perché dopo il grande crollo e la fine della guerra mondiale – ricordiamo che la grande depressione durò dal 1929 al 1939 – ha iniziato a diffondersi un certo ottimismo.

Quest’ultimo si è sovrapposto a innovazioni tecnologiche importanti. L’esplosione del consumismo ha di fatto reso possibile l’acquisto di elettrodomestici a una serie di persone che in passato non avevano neanche l’aspirazione all’accesso verso simili prodotti. Con una velocità sempre maggiore sono arrivati televisori, lavatrici… Creando un’onda nell’economia reale che si è traslata sui mercati finanziari innescando una crescita durata circa vent’anni. Si parla di una salita nel ventennio ma questo non vuol dire salita lineare. Per chi non ha dimestichezza con i mercati: il concetto di linearità non appartiene al mondo finanziario. Ogni volta che il mercato correggeva, diventava un’occasione per entrare.

Ritorno verso la media

Uno dei fenomeni più ricorrenti nei mercati finanziari è il ritorno verso la media, anche nota come regressione verso la media. In pratica, quando c’è un periodo estremamente positivo, poi c’è un periodo meno favorevole ma che non distorce il trend. Per semplificare, mediando l’eccellente col mediocre si genera una curvatura che taglia la linearità del trend ma senza deviarne la direzione.

Il periodo mediocre dopo la grande depressione, la forte risalita dei mercati, è stato il decennio degli anni settanta – più o meno dal 1971 al 1978 -. In questo periodo, il cambiamento dei mercati è stato innescato, anche, da un cambiamento dell’economia reale. Parliamo della crisi petrolifera del 1973 che ha creato la stagflazione – situazioni in cui i prezzi salgono in totale assenza di crescita economica -.

Normalmente, quando c’è una crisi dal lato della domanda, in regime recessivo i prezzi scendono perché la pressione all’acquisto di beni e servizi diminuisce, nel caso del 1973 fu l’offerta a ritirarsi. Come accadde nel 2020 a seguito della rottura delle catene di approvvigionamento causa la crisi pandemica -, i prezzi salivano e l’economia andò in recessione. Durante questa fase, fallirono anche gli accordi internazionali di Bretton Woods sulla stabilità dei cambi. Che incisero fortemente sui mercati azionari imprimendone una forte discesa che durò circa un decennio.

I magnifici anni 80′

Seguì un periodo estremamente positivo durante gli anni 80, si innescò una salita dei mercati durata circa vent’anni. Fino alla primavera del 2000 quando esplose la bolla delle dot-com.

Anche questo periodo di crescita dei mercati è stato accompagnato da cambiamenti sociali e innovazioni tecnologiche – internet e tutte le sue prospettive compreso l’UMTS che sarebbe diventato il 3G -. La cosa interessante è che questo lungo rialzo dato da aspettative di pace – crollo del muro di Berlino – e verso l’ultimo dall’innovazione tecnologica, ha introdotto a uno scenario macroeconomico globale in cui si pensava che ci sarebbe stata crescita senza grossa inflazione.

La caduta

Del periodo ‘80/2000, l’economista Alan Greenspan sentenziò “un’esuberanza irrazionale( 8dic. 1996 ), di fatto questa sua affermazione trovò parziale riscontro solo dopo cinque anni che venne formulata. Se è vero, come è vero, che molti commentatori ricorrono alle parole dell’economista statunitense per mettere in guardia su continui rialzi, è corretto anche sottolineare che prevedere sgonfiamenti di bolle o crolli con cinque anni di anticipo, nei tempi dei mercati, non ha alcun senso.

È come dire che nel lungo periodo saremo tutti morti (cit. Keynes). Tuttavia la Storia, accade troppo spesso quando viene diffusa senza le giuste competenze, dice che l’attacco alle torri gemelle interruppe la formidabile salita dei mercati che durava dagli anni ’80. Sicuramente Alan Greenspan non poteva prevedere questo evento. In realtà la corsa dei mercati si interruppe bruscamente non per gli attacchi al cuore di Manhattan ma a seguito di una sentenza del 3 aprile 2000. Il giudice Thomas Jackson stabilisce che la Microsoft ha violato le leggi antitrust. In base alle prove risulta evidente la posizione dominante del sistema operativo MS Windows nel mercato dei PC basati su processori Intel-compatibili. Windows fu costretta a pubblicare i codici sorgente e questo scatenò la bufera sui mercati dell’epoca.

Ammesso e non concesso che oggi siamo in una sorta di bolla speculativa – ma a modesto parere di chi scrive non è così – a seguire il monito di Alan Greenspan ci priverebbe di perdere un bel tratto di salita seppure l’ultimo!

A seguito di questo evento, si innescò un decennio di mercati negativi con due cadute importanti. La prima caduta fu il -75 per cento del Nasdaq tra il 2000 e il 2002. La seconda caduta è la nota crisi dei mutui subprime.

La rinascita

Nella gran parte delle crisi, generalmente, sono necessari almeno dieci anni prima che vengano riassorbite. Riguardo i mutui subprime, i tempi di decantazione furono ridotti a quattro anni e mezzo, dopo questo periodo di assorbimento il mercato è ripartito, tornando al punto di massimi precedenti alla crisi in tempi relativamente recenti. La crisi del decennio perduto mette definitivamente la parola FINE nel 2009 – 6 marzo, l’S&P500 toccò il fondo a 666 punti -. Da quel giorno l’indice ha fatto partire un trend di crescita senza precedenti che, secondo la statistica, dovrebbe durare una ventina di anni, grossomodo fino al 2030.

Quali sono le ragioni

Una fra tutte il cambiamento delle società. Sono nate/esplose aziende come Apple, Netflix, Alphabet, Amazon, Tesla, Nvidia…in generale il Cloud computing, l’Intelligenza Artificiale stanno generando una nuova epoca sui mercati finanziari. A differenza di quello che accadde nel 2000 – quando il mercato era meno maturo – oggi le società producono utili sempre crescenti (nel 2000 non ne producevano), quindi nel 2000 si facevano vere e proprie “scommesse”, inoltre il 2000 era intasato dal nascente trading on line mettendo i mercati nelle mani delle pulsioni speculative delle persone. Oggi, chi va sul mercato azionario non va solo per speculare. Tutta quella platea che ama il rischio estremo non lavora più sui mercati azionari, ma sul Forex e sul mercato delle Criptovalute.

I cicli di caduta e anche di recupero sono sempre più veloci

In presenza di tanti e tali cicli storici, non è senza solido fondamento pensare che, fra alti e bassi, possa esserci un mercato che sale. I ribassi ci saranno, però i cicli di caduta e anche di recupero sono sempre più veloci, due esempi sono il periodo del Covid dove ci sono stati tre mesi di ribasso e poi tutto è tornato nella norma annullando il ribasso stesso. Anche nel 2022 – che è stato un anno negativo – in 18 mesi sono state recuperate tutte le posizioni.

Detto questo non c’è alcun timore di crolli imminenti, mancano tutti i presupposti, ma questo non significa che si possa comprare in maniera dissennata. Nei mercati moderni bisogna avere un piano preciso, le entrate devono essere graduali e affidarsi a un consulente esperto che possa seguire la posizione è sempre la scelta più giusta e premiante, ma la più premiante di tutte è quella di non affidarsi alle previsioni.