Siamo alla prima settimana dell’ultimo mese del 2024 e si comincia subito a pensare a quello che succederà il prossimo anno. È sempre stato così, chi fa Finanza è già pronto per ripartire dopo la pioggia di dati societari; chi ne parla, invece, lancia previsioni come se i mesi di un intero anno fossero solo undici
di Luca Lippi
Dicembre è il mese del Christmas rally, si chiudono anche i bilanci di molti hedge fund. Questo dicembre è importante anche perché segue la tornata elettorale USA. Vede il rimbalzo globale di tutti i dati sull’inflazione, mettendo in difficoltà le strategie di politica monetaria delle banche centrali. Il mercato azionario è entusiasticamente ai massimi storici, per l’ennesima volta, e questo conferma quanto già detto, non esistono massimi. L’economia mostra dati positivi, particolarmente negli Stati Uniti – anche se siamo in rallentamento con due trimestri consecutivi di decelerazione -.
Detto questo, le tradizionali previsioni di Goldman Sachs sulle materie prime che Brilleranno nel 2025 fanno il loro esordio sul mese più inutilmente euforico dell’anno.
ORO
Secondo Goldman Sachs, l’oro raggiungerà un nuovo massimo storico entro la fine del 2025. Con un target di prezzo di 3.000 Usd per oncia. Questo rialzo sarà sostenuto dall’acquisto continuo da parte delle banche centrali e da probabili tagli ai tassi d’interesse negli Stati Uniti. Un mix perfetto per rendere l’oro il rifugio preferito dagli investitori globali.
PETROLIO
Per quanto riguarda il petrolio, Goldman Sachs prevede un mercato stabile, con il Brent che oscillerà in un intervallo compreso tra 70 e 85 Usd al barile. Nonostante una dinamica laterale, il rendimento roll-over e i guadagni del settore energetico dovrebbero generare ritorni moderatamente positivi. Una stabilità che gioca a favore degli investitori in cerca di equilibrio.
AGRICOLTURA
Sul fronte agricolo, Goldman Sachs sottolinea i rischi legati a potenziali tensioni commerciali tra Washington e Pechino, soprattutto sotto la nuova presidenza Trump. Eventuali tariffe più alte della Cina su beni agricoli e carne statunitense potrebbero ridurre la domanda di esportazioni USA. Portando a un eccesso di offerta sul mercato interno e a una conseguente riduzione dei prezzi di soia, mais e carne. Un contesto complesso per gli agricoltori e i trader.
USD
Oltre le materie prime, Goldman Sachs si mostra ottimista sul dollaro USA, prevedendo una sua ulteriore forza rispetto all’euro. Inoltre, l’istituto prevede rendimenti obbligazionari in aumento, segnalando una stretta monetaria più persistente da parte della Fed. Questo contesto potrebbe creare opportunità ma anche sfide per i mercati emergenti e gli asset rischiosi.
COSA DICONO QUESTI DATI
Tutto e niente, è solo un tentativo di preveggenza. Più utile e pragmatico l’osservazione del rapporto rame/oro che sta toccando livelli molto bassi, nonostante l’economia manifesti una forte resistenza alle diverse crisi globali. Il rame è metallo industriale, l’oro è più vicino al concetto di valuta che di metallo prezioso. Il rapporto basso tra questi due metalli non è un messaggio troppo rassicurante. Il rame ha mille applicazioni industriali, una sorta di spina dorsale dell’economia reale. L’oro è un bene rifugio, l’ancora di sicurezza. Quando non c’è abbastanza fiducia nel sistema economico si fa incetta di oro. Quando il rapporto fra rame e oro crolla significa che il Mercato vede più nuvole che sole all’orizzonte. Parlando di materie prime, i segnali che mandano non sono mai avvertimenti di breve termine!
LA CRISI DEL 2008
L’Economia, realisticamente, non si è mai ripresa dalla crisi del 2008. Le cicatrici lasciate dalla crisi finanziaria sono state riscoperte con la crisi pandemica. Il rapporto rame/oro è tornato ai livelli del 2020 ma è lo stesso rapporto – spanno metricamente – del 2008. Nonostante tutti gli stimoli delle banche centrali e i pacchetti di salvataggio dei governi, siamo ancora in lotta con gli stessi problemi di sedici anni fa. Se l’economia fosse realmente sana, così come cantano i media e certi capi di stato, dovremmo vedere il luccichio del rame assai più di quello dell’oro!
CHI È LA ZAVORRA
Al netto di ogni superficiale considerazione terrapiattista, la Cina è il grande malato globale ed è una palla al piede per tutta l’economia mondiale. Nonostante gli enormi sforzi della banca centrale cinese, i rendimenti obbligazionari sono ai minimi storici, il mercato interno per primo non crede in una ripresa sostenibile nel medio/lungo termine. Un mercato che non spende non può assorbire la produzione di altre aree
geografiche. Di fatto bloccando la crescita interna ma anche quella dei grandi paesi esportatori.
L’Europa non è in una situazione molto diversa! La Germania – prima economia dell’Eurozona – è ancora impantanata in una recessione tecnica dalla quale fatica a uscire. Il decentramento delle forze produttive e le normative disomogenee non consento ad altri Paesi della stessa area di armonizzarsi o sostituirsi a una locomotiva con grandissimi problemi di funzionamento. Gli Stati Uniti, continuano a crescere, ma la velocità di crescita negli ultimi sei mesi si è ridotta notevolmente.
Il rapporto rame/oro è una lente di ingrandimento
Il futuro non può prevederlo nessuno, neanche Goldman Sachs che di previsioni sbagliate ne ha fatte già anche troppe. Risparmiatori e investitori sapranno come muoversi, tenendo conto “anche” di quanto detto sopra, ma la navigazione a vista è obbligatoria. Il rapporto rame/oro è una lente di ingrandimento, inutilizzata dai media in generale perché -temo – credo ne ignorino la funzione di “indicatore”. Tuttavia ha la sua logica per confermare che si dovrà proseguire, giorno dopo giorno, utilizzando strumenti adeguati e rispettosi della propensione al rischio di ciascun individuo. All’orizzonte qualcosa ci sarà ma non si vede. E guai a credere chi afferma il contrario.