Da indagini condotte da Univadis Medscape in sei Paesi Europei emerge un crescente interesse generale da parte dei medici nei confronti dell’Intelligenza Artificiale (IA), ma anche differenti percezioni rispetto all’impatto di questa nuova tecnologia nei diversi ambiti della pratica clinica. Medici italiani tra i più scettici
L‘Intelligenza Artificiale (IA) sta diventando una questione centrale nella sanità, e la sua integrazione nella pratica medica suscita reazioni diverse tra i professionisti europei. Secondo un recente report di Univadis Medscape, che ha intervistato oltre 5.000 medici in Italia, Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Regno Unito, emergono opinioni contrastanti sul ruolo dell’IA nella cura dei pazienti. Di particolare interesse è la percezione italiana, che si distingue per un approccio cauto rispetto alle tecnologie basate sull’IA, come i chatbot per il supporto al paziente.
Medici italiani tra i più scettici sull’IA
In Italia, il 62% dei medici esprime riserve sull’uso dell’IA per fornire consulenze mediche dirette, un dato significativamente più alto rispetto a quello di altri Paesi. Germania (58%) e Francia (56%) seguono con percentuali simili, mentre nei Paesi più favorevoli come Portogallo (54%) e Regno Unito (50%), i professionisti si mostrano più ottimisti riguardo al potenziale impatto dell’IA in ambito sanitario. Questo scetticismo italiano non è totale: i medici italiani guardano all’IA come uno strumento promettente, soprattutto in ambiti amministrativi, con il 77% degli intervistati che accoglie con favore l’adozione di soluzioni basate su IA per snellire pratiche e archiviazione dei dati.
L’IA e la Radiologia: un binomio di successo
Un consenso trasversale tra tutti i Paesi intervistati riguarda il valore dell’IA in radiologia. Questa disciplina è infatti considerata il settore in cui l’IA ha già dimostrato notevoli vantaggi, come la riduzione dei tempi di analisi e la maggiore precisione diagnostica. Tra i medici italiani, si rileva inoltre un ottimismo riguardo alla capacità dell’IA di ridurre i casi di malasanità (64%) e minimizzare gli errori medici (63%), una percezione condivisa da Spagna e Portogallo.
Rischio di malpractice e necessità di normative
Interessante è il caso del Regno Unito, dove una porzione significativa dei medici teme che l’IA possa incrementare il rischio di errori. Il 40% dei medici britannici ritiene che l’IA possa aumentare la malpractice, un dato che mette in evidenza la necessità di regolamentazioni rigorose per gestire questa tecnologia in modo sicuro. Anche in Italia, il 93% dei professionisti concorda sull’importanza di una normativa chiara e specifica per l’uso dell’IA in sanità, una preoccupazione condivisa da Germania (88%) e Spagna (93%).
Il Futuro dell’IA nella sanità: formazione e consapevolezza
Un altro aspetto chiave emerso dallo studio è la necessità di formazione continua: il 95% dei medici intervistati ritiene essenziale approfondire le proprie conoscenze sull’IA. Solo 1 su 10 si sente attualmente preparato ad affrontare le sfide legate a queste nuove tecnologie. Questa consapevolezza indica una crescente apertura alla formazione, che potrebbe contribuire a migliorare la fiducia dei medici italiani nei confronti dell’IA e a ridurre il loro scetticismo attuale.
Per maggiori informazioni sul report Univadis Medscape, puoi visitare: https://www.medscape.com/2024-europe-docs-and-ai
Annachiara Albanese