Home ORE12 Economia MERCATI: DALL’INDICE DELLA PAURA ALLE BOLLE INESISTENTI

MERCATI: DALL’INDICE DELLA PAURA ALLE BOLLE INESISTENTI

I mercati sono ai massimi, l’S&P500 ha appena toccato i 5850 punti, dall’inizio dell’anno sta facendo oltre il 22 per cento. In controtendenza il VIX, meglio noto come “indice della paura”

di Luca Lippi

Data questa premessa, chiariamo che il VIX – un indice sulla volatilità in tempo reale – è calcolato utilizzando i prezzi delle opzioni sull’indice SPX – espresso in percentuale. Se il valore del VIX sale, il valore di S&P 500 scende e, viceversa, se il valore del VIX scende, il valore di S&P 500 aumenta e resta stabile. La situazione attuale (28 ottobre 2024) è la seguente:

Perché l’indice della paura (VIX) non scende?

Situazione dei mercati

Siamo in una situazione di discreto ottimismo sui mercati, il livello è tra i più elevati nell’ultimo anno. Nonostante tutto il VIX fornisce dati contrastanti. Osservando i nuovi massimi negli ultimi mesi, senza accorgercene il S&P500 ha superato la quota dei 5800 punti, quello che è interessante è l’abbattimento di soglie sempre più alte. Tuttavia c’è da prestare attenzione a un’evidenza che troppo spesso viene sottovalutata. Tra la soglia precedente di 5700 punti e la soglia attuale di oltre 5800 punti – superamento maturato in 22 giorni circa – in termini percentuali c’è una crescita del 1,8 per cento. Per chiarire meglio osserviamo che a marzo 2020 l’S&P500 segnava 2400 punti prima di passare alla nuova soglia di 2500 punti, in questo caso i punti di crescita sono sempre 100 ma la percentuale è di 4,3 per cento.

In sintesi – è matematica di base – quando si è a 5700 punti, aumentare di cento punti è molto più facile che passare da 2400 a 2500. Dunque è normale, data la marginalità percentuale del rialzo, che si segnino nuovi massimi. In ogni caso ricordiamo che sulle posizioni long è veramente difficile perdere capitale. C’è un vento sicuramente favorevole, ma è utile sottolineare che dopo fasi di grande avidità, possono seguire – molto probabili – fasi di estrema paura. Se l’anno in corso chiudesse con le posizioni attuali sarebbe il miglior rendimento dal 1928 con un 22 per cento circa in un anno, e se consideriamo anche i dividendi siamo oltre il 23 per cento.

Cosa non torna

L’indice della paura non torna, il VIX. In una sintesi brutale è troppo alto. Il VIX anche detto indice della volatilità, è un indice in tempo reale dell’aspettativa del mercato e della crescita in breve periodo dell’S&P500. È derivato dai prezzi sulle opzioni a breve scadenza dell’S&P500. Riassumendo, i mercati sono ai massimi ma allo stesso tempo ci si aspetta una volatilità non prossima a zero. Storicamente, questo indicatore in contesti in cui il mercato è rialzista, si muove intorno a 12/13. In situazione di mercati molto turbolenti l’indice arriva a picchi oltre i 60 – è il caso del marzo 2023 – ma è reattivo fino a quote di 30/25 come nelle situazioni di difficoltà dei mercati del periodo 2022 quando scendeva tutto. Il valore del VIX dell’ultimo periodo è più vicino a un mercato tumultuoso, intorno a 20 dovrebbe esserci volatilità sul mercato, ma la volatilità non c’è perché siamo ai massimi.

Dobbiamo chiedere aiuto alla “storia dei mercati” come succede spesso per fotografare una situazione inusuale. Per quanto riguarda il VIX che è un indicatore piuttosto recente, possiamo arrivare indietro al 1990.

Un’anomalia che non è anomala

Guardando la crescita dal 1990 fino allo scoppio della bolla del 2000; la crescita dalla fine del 2002/2003 fino al 2008 con l’esplosione della bolla dei mutui subprime; dal 2009 al 2020, dal 2020 ai giorni nostri. In tutti questi casi, il VIX ha superato 20 in un contesto di mercato rialzista. E’ successo dal 1996 al 2000, ancora dal 2003 al 2004 e poi altre due volte nel 2006 e nel 2008, ancora dal 2009 al 2013 e dal 2020 al 2022…fa effetto che il VIX non sia rimasto su valori intorno 12/13 ma ha superato anche 20; è già successo.

Inoltre il fenomeno del VIX altre 20 si verifica nelle fasi più diverse di un ciclo rialzista. In sostanza, l’anomalia che stiamo osservando non è un’anomalia perché si è già verificata e continuerà a verificarsi. Riassumendo: nel mercato azionario americano, l’S&P500, che fa nuovi massimi come nella situazione attuale, con un VIX maggiore di 20 si è già verificato 103 volte dal 1990 ad oggi. Paradossalmente è un falso segnale. C’è un però…

Le elezioni americane

In prossimità a uno, tre, sei mesi precedenti le elezioni americane la volatilità è sempre stata sopra le medie storiche. In sostanza gli investitori speculatori cercano di mettersi al riparo da eventuali scossoni conseguenti l’elezione del nuovo inquilino della Casa Bianca, scossoni niente affatto scontati peraltro. È una questione di pura incertezza come quella dell’elezione di un presidente piuttosto che un altro. A queste incertezze si aggiungono le tensioni geopolitiche.

Un notissimo investitore, John Templeton, disse: “I mercati rialzisti nascono dal pessimismo, crescono nello scetticismo, maturano nell’ottimismo e muoiono nell’euforia”. Questa frase è un mantra ogni volta che orde di investitori cominciano a vociare di imminenti crolli ogni volta che si palesa un mercato rialzista. Quello che conta è sempre la marginalità delle aziende, guardare i fondamentali, oltre aprire la mente invece di impappagallirsi davanti a delle figure. Molti indicatori, come il VIX sono validi se supportati da altri indicatori contestualizzati storicamente.

Valutazioni sopra la media

È indiscutibile che il mercato americano abbia valutazioni sopra le medie storiche di lungo periodo, ma intanto non tutto il mercato americano ha valutazioni così sovrastimate, ci sono fette di mercato in linea con le medie storiche, altre sono sottostimate, al momento non ci sono segnali di “bolla” come ce ne sono stati nel 2000 o nel 2008.

I veri segnali di bolla dovevano esserci nel 2021. L’S&P500 quotava 4200 punti – ad oggi una crescita del 38 per cento – ma il rapporto prezzo utili è sceso del 19 per cento. Che significa? Vuol dire che gli utili sono cresciuti di più di quanto non sia aumentato il prezzo dell’intero Indice e quindi il mercato – ad oggi – è più a sconto di quanto non lo fosse nel 2021. Se doveva esserci una bolla, questa doveva materializzarsi nel 2021, oggi non ci sono i presupposti del 2021, quindi nessuna bolla. Le valutazioni sono più alte delle medie storiche ma non così alte da allarmare, gli utili delle aziende sono cresciuti e sono cresciuti in modo importante negli ultimi tre/quattro anni.

Conclusione

Bisogna riconoscere i fenomeni speculativi e saperli interpretare. Il mercato azionario cinese, per esempio, vive di fenomeni speculativi, cresce del 40 per cento in tredici giorni, non ci vuole un “medaglia Fields” per capire che è un po’ troppo! Altri fenomeni, come il VIX che cresce nonostante siamo a nuovi massimi, perché sta scommettendo sull’incertezza associata alle elezioni americane.