Dal Superbonus germoglia una nuova tassa per chi vende l’immobile ristrutturato. Un fulmine a ciel sereno? Assolutamente no!
di Luca Lippi
È prassi consolidata che quando una platea di individui approfitta di una legge – mal fatta – per speculare, poi lo Stato in qualche modo deve recuperare. Da quando è stato approvato – ribadiamo, con estrema leggerezza e imperizia – il Superbonus, ci sono state 33 modifiche: 19 per l’articolo 119 e 14 per l’articolo 121. C’è poi la questione degli oltre 15 miliardi di euro di truffe, soldi a debito di tutti gli italiani. Sui quali i soliti avvoltoi hanno fatto scempio a debito di chi non solo non ha usufruito della legge, ma addirittura ancora non sa di cosa si parla.
Come funziona l’extra Tassa per fruitori di Superbonus
Ci sarà “un’imposta del 26 per cento in caso di abitazioni riammodernate utilizzando l’agevolazione fiscale in misura piena (con aliquota al 110 per cento) e vendute entro 10 anni dalla fine dei lavori di rinnovo, anche se gli interventi hanno interessato solamente le parti comuni di un condominio” F.te SkyTg24.
Per chi non lo sapesse, la fiscalità per i privati – quando si tratta di plusvalenze derivanti da vendita di immobili – già prevede l’imposta del 26 per cento sulla differenza positiva tra il prezzo di vendita e quello di acquisto se l’immobile è stato messo in vendita entro i cinque anni dall’acquisto. Se la vendita avviene dopo i cinque anni dall’acquisto, l’imposta si annulla. Non vale se la plusvalenza è riconducibile a migliorie dell’immobile derivate da lavori finanziati con Superbonus 110 per cento. La plusvalenza generata con incentivi pubblici non può non essere tassata!
Gli immobili esclusi dall’Extra Tassa
Gli immobili adibiti a prima casa sono salvi dalla extra tassa, al contrario delle seconde case. Tuttavia anche per quanto riguarda le seconde case, se l’immobile è diventato di proprietà di chi lo vende per effetto di donazione o successione, l’imposta del 26 per cento non è dovuta.
In estrema sintesi: chi ha ristrutturato con il 110 per cento la villetta al mare, sudando quattro camicie evadendo quotidianamente le tasse, ha ristrutturato usando i soldi di chi lavora da dipendente e non può evadere. Ci ha guadagnato un bel 10 per cento; ora può donarla al figlio che potrà rivenderla senza pagarci le tasse. Qualcosa da correggere ancora c’è!
Differenze con la normativa generale
Per “normativa generale” si intende la tassazione della plusvalenza di vendita di immobili messi sul mercato prima dei cinque anni dalla data di acquisto. In sostanza, prima dell’introduzione delle nuove regole previste dalla Legge di Bilancio 2024, il calcolo del prezzo di base teneva conto di tutte le spese sostenute per ristrutturare l’immobile e che sono state dichiarate. I lavori di ammodernamento venivano scalati dalla plusvalenza. Con le regole introdotte dalla Legge di Bilancio 2024 le spese sostenute (e poi recuperate) con il Superbonus 110 per cento non entrano nel calcolo. Pallottoliere alla mano, chi ha usufruito del Superbonus pieno – al 110 per cento – pagherà più tasse di quante ne avrebbe dovute versare con il sistema precedente.
Inno alla Gioia
Il Superbonus è costato a ogni singolo italiano circa 2000 euro. Il costo dei materiali per l’edilizia è più che raddoppiato – paga Pantalone – e anche la manodopera. Il passaggio di questa illuminante intuizione, dopo l’esplosione della bolla dei prezzi che si era generata, lascia sul campo esanimi circa undicimila aziende. Oltre il danno immediato, anche la beffa! È BankItalia a dichiarare che i bonus edilizi non si sono ripagati da soli: per Bankitalia il costo netto dei bonus è di 100 miliardi di euro, per ogni punto di Pil generato ce ne sono stati tre di spesa. Gli effetti economici sono confermati, ancora una volta, anche dall’Ufficio parlamentare di bilancio e nel frattempo migliaia di aziende chiudono: vuol dire che la situazione può ancora peggiorare.
Per i pochissimi che hanno un minimo di dimestichezza con gli investimenti, investire un euro di finanza pubblica per generare un euro di PIL non è un gran bilancio. Ma almeno è stato dato da lavorare a delle persone. Se, invece, si spendono tre euro di finanza pubblica per generare un euro di Pil, tecnicamente, chi commette questo delitto deve – a essere buoni – cambiare mestiere. Avessero mandato un assegno a casa – come fatto negli Stati Uniti – probabilmente non avrebbe risolto i problemi, ma almeno avrebbero goduto un po’ tutti.
Ci vorranno altri cinque anni per sistemare i danni da Superbonus, ma intanto c’è da rincorrere la Direttiva Green. Mancano ancora 1,45 milioni di edifici da ristrutturare entro il 2035, chi paga? Di sicuro nuovi stimoli statali non potranno esserci, quindi che succede nell’immediato? Tutto molto semplice! 2,5 milioni di proprietari di case a rischio Direttiva Green pronti a vendere.