Il Mercato americano, forse l’unico degno di nota, è il più “leggibile” da un analista esperto. Sicuramente non adatto ai trader da ciabatte e canottiera. Da sempre offre spunti per maturare decisioni, aggiornare le conoscenze, ampliare gli orizzonti analitici, soprattutto per studiare e parlare poco
di Luca Lippi
Dietro i mercati azionari statunitensi ci sono i nomi più grandi della finanza mondiale. Non si esibiscono, non commentano sui social – deserti aridi nei quali, per la maggior parte, si “ammucchiano” orde di analfabeti funzionali che non hanno alcun ruolo nella vita reale -.
Prima di dilapidare i propri capitali a giocare al piccolo trader fai da te – il 90 per cento dei trader “fatti in casa” perde il loro capitale ma non lo dirà mai (fortuna ci sono le statistiche) -, oltre studiare e aggiornare il proprio sapere quotidianamente, è necessario anche studiare e “capire” le mosse dei grandi investitori professionali, prima ancora di pianificare una piattaforma demo su cui provare l’accesso al mondo degli investimenti.
Warren Edward Buffet tra i Big 3 degli investimenti
I grandi investitori, quelli più importanti, sono tre: Warren Edward Buffett; Michael Burry e Bill Ackman. Ce ne sono altri, ovviamente, ma già studiare le strategie di questi tre è un impegno che richiede un’ampia disponibilità di tempo e tanta voglia di imparare, infatti con questo articolo ci si rivolge a quel dieci per cento che già ha dimestichezza e più competenza col mondo degli investimenti e soprattutto la mente aperta e ricettiva.
I tre signori di cui sopra quando cominciano a vendere o comprare massicce quantità di azioni, muovono e indirizzano il mercato. Capire il perché delle loro strategie apre orizzonti che possono sfuggire a un occhio meno esperto, contemporaneamente insegnano indirettamente ad attenzionare dinamiche determinanti per esercitare con maggiore perizia e attenzione al rischio. Ma che cosa sanno loro che noi non sappiamo?
La strategia di Warren Edward Buffet
Warren Edward Buffett ha venduto azioni per cento miliardi di Dollari nei primi sei mesi del 2024, attualmente dispone di 182 miliardi di Dollari contanti, liquidi, non investiti. Il mercato azionario statunitense è in confusione, ma resta comunque vicino alle sue linee di resistenza, nonostante tutto Buffett ha cominciato a scaricare azioni a ritmi mai visti. L’operazione balzata agli onori della cronaca finanziaria è stata quella della massiccia vendita di oltre la metà della sua partecipazione in Apple. Non ha rinunciato all’azienda tecnologica, si è tenuto oltre 400 milioni di azioni, ha semplicemente incassato parte dei profitti mantenendo comunque uno zoccolo per non rinunciare alla corsa al rialzo senza ignorare la necessità di liquidità in tempi che sono incerti.
È una strategia molto nota dell’oracolo di Omaha: ogni volta che il mercato azionario raggiunge il suo apice faticando a perforare con decisione la linea di resistenza, Buffet ha sempre accumulato enormi quantità di denaro. È già successo alla fine degli anni novanta prima del crollo della Dot.com, stessa cosa è successa prima della crisi finanziaria del 2008. In questi momenti critici Warren Buffett ha usato la sua liquidità per comperare azioni a prezzi stracciati.
Il rapido accumulo di liquidità
Chi conosce bene la storia dei mercati, ricorda che in passato gli accumuli erano lenti e costanti, la novità di questi giorni è che l’accumulo di liquidità è stato rapido e drammatico. Berkshire – la società di riferimento di Buffett – ha anche beneficiato della decisione della banca centrale americana di tenere i tassi di interesse alti per placare le pressioni inflazionistiche, e l’azienda col portafoglio di Buffett ha guadagnato 1,9 miliardi di dollari di interessi netti nel primo trimestre del 2024 sul solo capitale di cassa che è investito in titoli di stato di breve termine. Negli ultimi dodici mesi ha guadagnato sette miliardi di dollari dagli investimenti in titoli obbligazionari a breve termine.
Tuttavia le cose stanno cambiando, perché stiamo per entrare in un ciclo di allentamento da parte della Banca Centrale americana – taglio dei tassi previsto nei prossimi giorni -. Il mercato sta già scontando in anticipo un taglio di 200 punti base (2 per cento) nei prossimi dodici mesi. Dunque, la liquidità di Buffet nei prossimi dodici mesi, almeno in parte dovrà essere reinvestita!
La vendita delle azioni Apple
Buffett vende 100 milioni di Dollari di azioni della società tecnologica nella prima metà del 2024. Buffett spiega che con l’attuale aliquota fiscale del 21 per cento, pagare le tasse sulle plusvalenze di Apple è conveniente – solo qualche anno fa l’aliquota era al 35 per cento – e ha aggiunto che vista la situazione finanziaria degli Stati Uniti si aspetta un aumento delle tasse nel prossimo futuro.
Pagare ora piuttosto che pagare di più tra qualche mese è sensato – considerare che si parla di cifre astronomiche dove fa tanta differenza anche un 0,001 per cento! -. Ma può essere solo questo il motivo della vendita Apple? Ma certo che no! Buffett ha sempre sostenuto che le tasse non dovrebbero mai essere un motivo per vendere o trattenere un investimento, tant’è che negli anni ottanta e novanta quando le tasse sui rendimenti erano più elevati di oggi, Buffett non ha mai battuto ciglio. E allora perché oggi è diventato così importante? Avendo ascoltato con interesse le sue parole negli anni, la risposta è piuttosto semplice: il mercato oggi è pericolosamente sopravvalutato.
Quando Buffett cominciò a comprare Apple, il titolo era scambiato a un rapporto prezzo utili (P/E Ratio) tra dieci e quindici. Oggi quel rapporto ha superato quota trenta! Segnale che un investitore di valore interpreta come un potenziale rischio di bolla. Però Buffett, oltre vendere grosse quantità di azioni, specialmente di aziende che pesano moltissimo sulla diversificazione di portafoglio di Berkshire, non sta investendo. Attualmente non vede nulla di attraente, di fatto sottintende che non è solo Apple a essere sopravvalutata, ma l’intero mercato statunitense.
Il Buffett Indicator
È un indicatore creato proprio dal Value Investor per indicare il rapporto tra il valore del mercato azionario e l’economia reale. Attualmente questo indicatore ha superato il valore del 200 per cento, un livello mai visto prima. La bolla del 2021 con i tassi di interesse storicamente bassi, sembra essere minuscola in confronto al valore di oggi. Nel 2022 S&P500 è crollato di più del 20 per cento e il Nasdaq di più del 30 per cento.
La FED, contrariamente a diverse società specializzate nell’analisi macro come Goldman Sachs o UBS, stima un rischio recessione al 61 per cento da qui ai prossimi dodici mesi
Una percentuale che non si vedeva dagli inizi degli anni ottanta. Buffett ha visto tutto questa con anticipo e sta facendo esattamente quello che ha già fatto in passato, accumulare liquidità e aspettare che la bolla prima o poi scoppi.