Home Hic et Nunc L’ITALIA È GIÀ SPACCATA, FARE DI PEGGIO È DIFFICILE

L’ITALIA È GIÀ SPACCATA, FARE DI PEGGIO È DIFFICILE

ospedale

di Pietro Romano

Sud Italia: i clan camorristici napoletani hanno messo le mani anche sulle liste d’attesa ospedaliere. Lo dimostra una inchiesta di carabinieri e direzione della procura di Napoli dalla quale scaturisce che il potente clan Contini in cambio di denaro rivoluzionava anche le visite e gli accertamenti medici nelle strutture pubbliche

Un segnale preoccupante. Per il fatto in sé: l’ennesima infiltrazione delinquenziale in un settore delicato della società. E anche perché la grande criminalità organizzata percepisce gli umori generali e si inserisce nei mercati offrendo merci tanto rare quanto (economicamente, socialmente, politicamente) preziose. E nel Sud Italia in particolare, il problema delle liste di attesa, grave da sempre, gravissimo da qualche anno, sta assumendo contorni da paura tanto più dopo i ritardi derivati dall’esplosione del Covid tra il 2020 e il 2022.

A mettere nero su bianco numeri aggiornati da accapponare la pelle è una indagine condotta da Federconsumatori e Federazione Isscon diffusa di recente. Una indagine dalla quale vengono fuori picchi vergognosi: si va dai 176 giorni per una visita oncologica a un sospetto di tumore a Crotone ai 612 giorni per una visita endocrinologica a Messina, dai 545 per un’ecografia all’addome a Milazzo ai 735 giorni per un eco doppler cardiaco a Napoli. Oltre ai picchi, il problema è che la quotidianità è complessivamente insoddisfacente. In buona parte del Sud Italia ma anche in altre aree del Belpaese.

Il provvedimento dell’ Autonomia Differenziata

Poi al Sud quasi sempre grandina quando altrove piove. E’ un dato di fatto frutto di tante ragioni principalmente politiche, ma anche sociali, e non di oggi. Tutt’altro. Quindi pare assurdo che all’improvviso si lanci l’allarme per un provvedimento del governo (l’autonomia differenziata) che spaccherebbe l’Italia quando l’Italia è evidentemente già spaccata. E altrettanto evidentemente la spaccatura è stata creata, anche con la riforma del Titolo Quinto della Costituzione, della quale il disegno di legge sull’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario punta proprio a definire l’attuazione. Allargherà la crepa questo provvedimento? Non si sa. Lo scopriremo solo vedendolo applicato perché si inserisce in una cornice ampia. E se sarà ancora maggiormente dannoso del pezzo di riforma già applicata sarà il caso (è quanto spero) di abrogare tutt’assieme riforma di centro-destra e di centro-sinistra.

Come degli effetti nefasti dei tagli ai fondi sanitari, che durano da una dozzina di anni, in molti sembrano accorgersi solo ora così sta capitando anche per i problemi creati dal federalismo pasticcione all’italiana. Sulla sanità perlomeno il discorso è invece più sfaccettato. Segnali di crisi dei servizi sanitari pubblici attraversano diversi Paesi europei, buona parte se non quasi tutti quelli, in particolarità, dove la gratuità e l’universalità sono più estesi.

Il Sistema Sanitario Nazionale in Italia

Detto questo, come ha evidenziato Paolo Vineis (professore ordinario di epidemiologia all’Imperial College di Londra e Accademico dei Lincei, esperto di sistemi sanitari), il Servizio sanitario nazionale italiano rimane uno dei migliori del mondo, come si evince dai buoni livelli di speranza di vita e di altri indicatori della salute. Ma il sistema, anche per un certo consumismo sanitario e per una sacrosanta ricerca della salute che però assume anche atteggiamenti parossistici, ha bisogno come minimo di una profonda verifica.

E’ evidente che per affrontare le sfide del futuro sarà necessario concentrarsi di più sulla prevenzione delle malattie e sulla promozione della salute con uno sforzo più concertato per comprendere e affrontare i molteplici fattori sociali, ambientali ed economici che sono alla base delle disuguaglianze. Un finanziamento incrementale dovrebbe invece essere destinato alle regioni che si trovano al di sotto degli standard di performance ma con un controllo attento e continuo sulle politiche di ripresa. Ma la politica sembra in altre faccende affaccendata, purtroppo.