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225MILA IMPRESE IN ZONE AD ELEVATO RISCHIO ALLUVIONI

alluvione

In Italia oltre 225mila imprese in zone ad elevato rischio alluvioni. L’analisi GEA: Venezia, Genova, Padova, Rimini e Bologna le province più esposte, ma solo il 5% delle micro-imprese è assicurato

Nel 2023, l’Italia ha vissuto ben 118 eventi alluvionali, un dato preoccupante riportato da Legambiente. Questo numero diventa ancora più allarmante considerando che 225.874 unità locali di impresa si trovano in aree ad alto rischio di alluvione, secondo un’elaborazione di GEA – Green Economy Agency su dati Ispra, presentata durante l’evento #GEF24 – Green Economy Finance. L’evento, organizzato da Withub insieme a Eunews, GEA e Fondazione Art.49, ha acceso i riflettori sulla necessità di proteggere l’economia italiana dagli impatti devastanti della crisi climatica.

Distribuzione delle Imprese

Le province italiane maggiormente colpite includono Venezia, Genova, Padova, Rimini e Bologna, dove il numero di unità locali di impresa in aree a rischio è elevato. Tuttavia, normalizzando il dato rispetto alla dimensione della città, emerge che Genova è la provincia con la maggiore densità di imprese in zone a rischio elevato, con una probabilità stimata di alluvioni ogni 20-50 anni. Questi dati sono cruciali per comprendere l’entità del problema, gestirlo efficacemente e stabilire priorità di intervento.

Il Peso economico dei terremoti

Oltre alle alluvioni, i terremoti rappresentano un altro grande problema per l’Italia. Dal 1968, il Paese ha speso 121,9 miliardi di euro per la ricostruzione dopo otto grandi eventi sismici, equivalenti a una media di 2,17 miliardi di euro all’anno. Tra le zone colpite si ricordano la Valle del Belice, Friuli Venezia Giulia, Irpinia, Marche-Umbria, Puglia-Molise, Abruzzo, Emilia, Amatrice e Centro Italia.

Prevenzione e cultura assicurativa

L’Italia presenta una significativa lacuna nella cultura della prevenzione. Secondo il Policy Brief di ASviS, tra il 2013 e il 2019, solo il 10% dei 20 miliardi di euro spesi per le emergenze è stato destinato alla prevenzione. Inoltre, solo il 5,3% delle abitazioni è assicurato contro calamità naturali come terremoti e alluvioni. La situazione non è migliore per le aziende: solo il 5% delle microimprese è coperto da assicurazioni contro i rischi climatici.

In risposta a queste criticità, la nuova Manovra Finanziaria prevede che tutte le aziende iscritte al registro delle imprese debbano assicurare terreni, fabbricati e macchinari contro eventi calamitosi entro il 31 dicembre 2024. Questo obbligo mira a migliorare la resilienza economica del Paese di fronte ai rischi climatici sempre più frequenti.

Conclusioni dal panel di esperti

Il dibattito “Fronteggiare i rischi climatici: il ruolo delle assicurazioni” ha visto la partecipazione di esperti come Riccardo Cesari (IVASS), Maria Siclari (ISPRA), Dario Focarelli (ANIA) e Francesca Brunori (Confindustria). Il consenso unanime è che sia cruciale incrementare gli investimenti nella prevenzione e diffondere una maggiore cultura dell’assicurazione per proteggere l’economia italiana dai crescenti rischi climatici. Solo così sarà possibile mitigare gli impatti negativi su imprese e cittadini, garantendo una maggiore sicurezza e sostenibilità per il futuro del Paese.