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TUMORI NEUROENDOCRINI: LE NUOVE METODICHE

Tumori Neuroendocrini Rari: nuove metodiche per la profilazione molecolare del paziente verso un trattamento personalizzato

Si è svolto presso l’ Istituto Nazionale dei Tumori di Milano il workshop intitolato “La Predittività Clinica della Surgical Pathology”. Questo evento annuale riunisce patologi e oncologi di tutta Italia per discutere delle ultime scoperte e innovazioni nel campo della patologia chirurgica. Durante il workshop, il Prof. Massimo Milione ha presentato i risultati di un recente studio sui tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico (GEP-NEN), un gruppo di neoplasie rare per le quali le opzioni terapeutiche sono attualmente limitate.

La Profilazione Molecolare

La profilazione molecolare dei pazienti, per calibrare le terapie e massimizzarne l’efficacia, è già una realtà per molti tumori comuni, come il carcinoma del colon-retto e del polmone.

Lo studio ha dimostrato come l’analisi genomica e trascrittomica permetta una caratterizzazione più precisa dei GEP-NEN, rivelando inattese affinità con tumori più comuni, quali i carcinomi del colon-retto e del polmone, nonché il melanoma. Questa scoperta apre la possibilità di adottare trattamenti più efficaci da queste neoplasie, come la chemioterapia, le terapie target e l’immunoterapia. Lo studio è stato condotto in collaborazione con il Laboratorio di Biologia Molecolare dell’Università di Padova, diretto dal Prof. Matteo Fassan.

I Tumori Neuroendocrini, un campo di ricerca in evoluzione

Le cellule neuroendocrine, che combinano caratteristiche delle cellule nervose e endocrine, costituiscono il sistema neuroendocrino diffuso (SNED) presente in vari organi. I tumori neuroendocrini (NET) originano da queste cellule e possono riguardare l’apparato gastrointestinale o i polmoni. Di particolare interesse sono i tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico (GEP-NEN), che includono neoplasie localizzate nello stomaco, duodeno, intestino tenue, crasso, retto, appendice e pancreas.

Più di dieci anni fa, si è ipotizzato che la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) del 2010 fosse troppo ampia per i GEP-NEN, poiché includeva sia tumori molto aggressivi che meno aggressivi. Il Prof. Milione ha iniziato un progetto di ricerca per raccogliere e analizzare dati relativi a questi tumori, confermando che i carcinomi neuroendocrini (NEC) rappresentano un gruppo eterogeneo di neoplasie.

L’ analisi molecolare

La diagnosi iniziale dei tumori si basa sull’analisi morfologica dei campioni con il microscopio ottico. Nei tumori neuroendocrini, la distinzione tra tumori ben differenziati (NET-G3) e scarsamente differenziati (NEC) determina il tipo di terapia e la prognosi.

I NET-G3 possono essere trattati con farmaci ben tollerati, trasformando la malattia in una condizione cronica con una lunga sopravvivenza”, ha spiegato il Prof. Milione. “Al contrario, i NEC richiedono chemioterapia a base di sali di platino, con una sopravvivenza limitata a pochi mesi.

Ki-67: un indicatore dell’aggressività tumorale

Il biomarcatore Ki-67, che misura la replicazione cellulare, funge da indicatore dell’aggressività del tumore. La misurazione del Ki-67, associata all’analisi molecolare, permette di distinguere tra NEC con Ki-67 inferiore al 55% e NEC con Ki-67 maggiore o uguale al 55%.

Il nostro studio ha caratterizzato le differenze genomiche e trascrittomiche tra NET-G3, NEC<55 e NEC ≥55, con importanti implicazioni per la prognosi e la terapia”, ha puntualizzato il Prof. Milione. “I NEC<55, in particolare, presentano somiglianze con tumori come gli adenocarcinomi del colon, aprendo la strada a terapie più efficaci.”

Indicazioni terapeutiche e prospettive

Nuove indicazioni terapeutiche emergono anche dal sito di insorgenza del tumore. I NEC del pancreas, ad esempio, hanno una prognosi migliore rispetto a quelli del colon. “Abbiamo dimostrato che i tumori neuroendocrini del tratto gastro-entero-pancreatico non sono tutti uguali e richiedono approcci terapeutici specifici”, ha concluso il Prof. Milione. “Il nostro obiettivo è ora sviluppare terapie mirate per migliorare ulteriormente la prognosi dei pazienti.”

Lo studio rappresenta un importante passo avanti nella comprensione e nel trattamento dei tumori neuroendocrini, offrendo nuove speranze per i pazienti affetti da queste rare neoplasie.