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URGE ALFABETIZZAZIONE FINANZIARIA

student
Tima Miroshnichenko

Secondo Bankitalia, il livello di alfabetizzazione finanziaria degli italiani è al di sotto della sufficienza. Tra i giovani, solo il 35 per cento conosce i concetti di inflazione, tasso di interesse e diversificazione del rischio

di Luca Lippi

Purtroppo, sempre più spesso ci si occupa di introdurre i giovani alla finanza quando, a modesto avviso di chi scrive, sarebbe opportuno introdurre i giovanissimi alla confidenza di certe tematiche. In un post recente di un consulente finanziario, si legge quanto segue: “…la prima educazione e l’implementazione della consapevolezza verso il denaro, deve partire dalla famiglia”. È giusto, un po’ come per tutte le cose, ma se sin dalle elementari si sollecitassero i bambini con “problemini” concreti da risolvere o compiti ad hoc. La probabilità che siano proprio i bambini a introdurre l’argomento in famiglia generando il dibattito, sarebbe ancora più costruttivo e naturale.

Socrate promuoveva il suo ideale educativo attraverso l’ironia, arte che consiste nell’interrogare e nel dissimulare, fingere di non sapere. Fare domande era il suo metodo di insegnamento, stimolare il fanciullo a rispondersi. Il risultato ha dato ragione al vecchio filosofo; dalla sua scuola viene Platone e da Platone Aristotele, tre Maestri che hanno fatto la Storia di tutte le scienze, dalla politica alla matematica.

La Finanza, oltre essere materia complessa e di facile accesso solo per chi se ne occupa professionalmente – e anche fra questi emergono pochissimi valori – è un concetto troppo generico per chi ne vorrebbe proporre l’accessibilità a tutti. Per questo motivo, il post di Eugenio Vicari ha catturato l’attenzione: non parla di conoscenza finanziaria, ma di “consapevolezza verso il denaro”.

Di Finanza se ne parla troppo, soprattutto a sproposito, ma di “consapevolezza verso il denaro” quasi nessuno. Cosa intende lei per “consapevolezza verso il denaro”?

La conoscenza si può acquisire e una prima fase di conoscenza è fondamentale, è l’apertura necessaria per intraprendere un percorso di consapevolezza. Quest’ultima è qualcosa che ha a che fare con una programmazione genetica. Comprendere i concetti non è difficile ed è alla portata di tutti, ma applicare le conoscenze acquisite è tutta un’altra storia. La consapevolezza è una condizione più profonda e interiore, che si armonizza con l’essenza della persona.

La consapevolezza verso il denaro nasce e si implementa solo se l’individuo è istruito dalla famiglia, dalla scuola o da un professionista del settore a partire dai “VALORI”. Le convinzioni di ogni individuo e i valori personali influenzano le decisioni finanziarie di ciascuno. Formano la consapevolezza di obiettivi che determinano il corretto utilizzo del denaro (patrimonio) per raggiungerli.

Vicari, mi pare di capire che siamo nel campo della Finanza comportamentale, un approdo obbligato. I miei studi riportano alla memoria due premi Nobel (Daniel Kahneman e Amos Tversky) che hanno individuato la massima situazione di incertezza. La loro ricerca basava sul fatto che tutti gli individui sono animali razionali fin quando non devono misurarsi in situazioni di incertezza e i Mercati non sono proprio l’emblema della certezza.

Più recentemente, un altro economista e padre della Finanza comportamentale, premio Nobel nel 2013, Robert Shiller ha scritto che la finanza e la moneta sono dei mezzi e non il fine. Questa è una consapevolezza dalla quale deriva la comprensione dell’importanza di fare scelte finanziarie informate e responsabili.

Faccia un esempio

E’ piuttosto semplice: nell’ambito della pianificazione di un bilancio personale, comprendere come creare e gestire un budget per monitorare le entrate e le uscite. Parlando di risparmio, riconoscere l’importanza di accantonare somme per realizzare obiettivi a breve e a lungo termine. Nell’ambito degli investimenti, conoscere i vari tipi di asset (obbligazioni, azioni, fondi…) e coordinarli per proteggere e far crescere il patrimonio. Saper utilizzare anche il debito se necessario, essere consapevoli delle sue implicazioni, compresi i prestiti e le carte di credito, gestendoli in modo responsabile. Ultimo, ma non ultimo, la pianificazione finanziaria: ampliare l’orizzonte per non vanificare gli obiettivi già raggiunti. L’istruzione propria e dei figli (quando ne avranno), la pensione e gli approfondimenti necessari per ottimizzare gli obiettivi finanziari raggiunti e da raggiungere. Diventare consapevoli è un passo fondamentale verso la crescita personale e collettiva

Vicari, dovendo elaborare una proposta per introdurre alla “consapevolezza verso il denaro” i bambini della scuola primaria e secondaria, come esporrebbe il progetto al Ministero dell’Istruzione e del Merito

Esistono già dei corsi di educazione finanziaria nelle scuole, elaborati dal Comitato Edufin piuttosto che da Banca d’Italia con il progetto “Tutti per uno economia per tutti”. Personalmente ritengo necessario insegnare ai giovani la gestione del denaro, il risparmio e l’investimento.

  • Per la scuola primaria: sfruttando la passione dei bambini per l’animazione, sarebbero utili delle lezioni con strumenti digitali, sostenute con la presenza di un professionista; obbligatoria una visita al Museo della Moneta di Torino (per la fine del 2025 è prevista l’apertura a Roma del MUDEM n.d.r.), da cui prendere spunto per avviare attività pratiche e laboratori con la guida di esperti del settore e partecipazione anche dei genitori.
  • Per la scuola secondaria: pianificazione e gestione di un semplice budget; introduzione ai concetti di risparmio, investimento e credito; progetti pratici (es. mercatini scolastici, simulazioni di gestione finanziaria, analisi di articoli di economia e finanza invitando a turno i redattori per spiegarne il contenuto).
Ci sono anche gli insegnanti, nonostante la partecipazione random di professionisti del settore, non possiamo ignorarli

Credo non esista figura professionale più adatta dell’insegnante per introdurre alla consapevolezza i bambini. Non sarà complicato per il Ministero aggiornarli e formarli attraverso corsi e manuali per le nozioni di base della materia. In ogni caso, ci sono i Consulenti Finanziari che possono affiancare l’attività didattica, non sarebbe un costo.