Home ORE12 Economia BCE VS ITALIA: OTTIMISTI MA NON TROPPO

BCE VS ITALIA: OTTIMISTI MA NON TROPPO

europe flag

“Ma lei per chi lavora?”. Con questa provocatoria domanda, il 27 febbraio ultimo scorso, l’europarlamentare Ceccardi ha contestato la politica economica della BCE che non tiene conto delle diverse situazioni economiche dei singoli paesi dall’Eurozona. Nello specifico, la giovane parlamentare ha sottolineato alla Lagarde che l’Italia non ha un problema di inflazione come la Germania, ma di crescita.

di Luca Lippi

Da un punto di vista esclusivamente economico, le affermazioni dell’europarlamentare non peccano di superficialità.

Italiani che non riescono a pagare il mutuo

Nella contestazione addebiti mossa alla Lagarde, la difficoltà degli italiani a pagare il mutuo a causa dei tassi di interesse in aumento è stata la prima. Secondo l’ISTAT, al 22 marzo 2024, 3,7 milioni di famiglie italiane sono titolari di un muto per acquisto prima casa. Di queste, due milioni sono a rischio di insolvenza. Le aste immobiliari sono cresciute del 12 per cento (f.te Sole24Ore del 20 marzo 2024). Ci sono famiglie che hanno assistito impotenti al raddoppio della rata di mutuo.

La sovranità scippata

Questa è la seconda contestazione mossa alla BCE. La Ceccardi ha contestato che a favore di una presunta immunità dalle guerre e dall’inflazione è stata chiesta la cessione della sovranità economica. Oggi c’è sia inflazione sia la guerra ed è evidente che la BCE non abbia armi da brandire contro queste due sventure.

Prima dell’unione monetaria, l’economia italiana lavorava moltissimo sulla svalutazione della Lira. In sostanza modulava l’utilizzo di debito pubblico a favore dell’import/export. Con l’entrata in Ue la moneta è nel controllo esclusivo della BCE, per questo motivo la Lagarde avrebbe dovuto, con tempestività, intervenire sulla stabilità dei prezzi, tenendo fede al mandato della BCE di rendere tutti immuni da fenomeni inflattivi. In realtà, la BCE è intervenuta colpevolmente in ritardo valutando l’inflazione che stava montando come “transitoria” – errore, invero, commesso anche dalle altre banche centrali -.

La superficialità – per essere buoni e non parlare di incompetenza – è stato proprio valutare “momentaneo” un momento di inflazione in cui ci sono catene di approvvigionamento che si interrompono (causa “pandemia”). Politiche monetarie e fiscali che hanno “buttato” soldi – come fosse un volantinaggio di quelli adottati nella seconda guerra mondiale per avvertire le popolazioni dei bombardamenti – nelle tasche di consumatori, banche e imprese; la ricetta perfetta per cerare inflazione! La BCE, che non è capace di muovere un passo senza prima chiedere il permesso alla FED, ha cominciato ad alzare i tassi al ritmo della FED, senza considerare che l’economia americana e quella europea hanno due “passi” completamente differenti.

Pesanti perdite per risparmiatori e famiglie a basso reddito

La terza contestazione alla Lagarde è giustificata da una dinamica molto banale – per chi non ignora le più elementari nozioni di finanza -. L’inflazione alta erode il potere di acquisto. Nella sostanza è una tassa che colpisce tutti indiscriminatamente; la differenza risiede nella disponibilità delle famiglie. Chi percepisce tremila euro di stipendio al mese subirà un impatto dall’inflazione assai minore di chi vive con la metà. Il primo, forse, rinuncerà un paio di volte al mese al ristorante, il secondo dovrà ridurre il mangiare da mettere sulla tavola per tutta la famiglia. La differenza è importante!

Quindi anche la terza contestazione è corretta. Il termine usato dalla Ceccardi è stato “macelleria sociale”, forse un po’ forte, ma non del tutto severo. Sta di fatto, che tanta superficialità ha un costo per i governi che devono fare fronte a questa ingiustizia sociale, adottando politiche assistenziali per le categorie indifese dall’inflazione aumentando la spesa, quindi aumentando il debito. Quest’ultimo aumenta ulteriormente perché il nuovo debito contratto dal governo attraverso l’emissione di titoli di stato costa l’interesse deciso dalla BCE con la politica dei tassi. Un cane che si morde la coda, ma la coda non è la sua!

Lagarde inadeguata

Nella foga, la Ceccardi fa notare alla Lagarde che la sua inadeguatezza è sottolineata soprattutto dai suoi stessi colleghi. Forse siamo nel campo del cattivo gusto, ma l’affermazione non è falsa. In questo articolo c’è tutto quello che è sufficiente sapere per avvalorare quanto dichiarato dalla parlamentare.

Per chi lavora lei?

Come fa la Banca Centrale Europea in Europa, dove non esiste unione fiscale e politica ma solo una unione valutaria, a pianificare un’azione di contrasto all’inflazione, necessaria e sufficiente a contrastare tassi di inflazione al 3,5 per cento, su un paese che l’inflazione ce l’ha sotto l’un per cento?

Questa è l’ultima rilevazione Eurostat dell’inflazione annua nei paesi dell’eurozona. L’Italia è tra i cinque paesi con l’inflazione più bassa. Una politica di tassi pianificata dalla BCE per contrastare l’inflazione delle ultime dodici posizioni sul grafico, è idonea. Per i primi sul grafico, i tassi di interesse potrebbero essere molto meno pesanti, tuttavia dobbiamo subire tassi alti a discapito dell’Economia. Il PIL in Italia è fermo, con questi tassi non riuscirà mai a ripartire. Non è così complicato da comprendere, a meno che non si sia ubriachi di ideologia e non si riesce a disaccoppiare il contenuto di certe dichiarazioni dalla persona che lo pronuncia.

CONCLUSIONE

Il problema, ad essere corretti, non è della Lagarde. Ci fosse stata un’altra persona al suo posto avrebbe commesso lo stesso errore. Per tornare all’origine del disastro compiuto all’epoca della sottoscrizione dei trattati, l’Italia è stata vittima della prematura scomparsa di Guido Carli.

Nella sostanza, è necessario sottolineare che, conformemente all’articolo 127, paragrafo 1, TFUE (Trattato sul funzionamento dell’Unione europea), l’obiettivo principale del SEBC (Sistema europeo delle banche centrali) è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo tale obiettivo, il SEBC sostiene le politiche economiche generali nell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione di cui all’articolo 3 TUE.

La BCE ha quindi il problema principale di dover guardare alla media dell’inflazione nell’area euro come prima cosa (e non deve essere facile se un’economia nazionale ha inflazione 0% e l’altra 4%) e poi valutare il resto. Dunque la BCE lavora per la media europea, in primis per controllare la media europea dell’inflazione. In ogni caso, non è la sola Lagarde che decide: c’è un direttivo e un comitato rappresentato da tutti i paesi proporzionalmente al proprio peso economico.

La Ceccardi avrebbe dovuto chiedere quale parametro la BCE sta aspettando per ridurre il tasso di interesse, visto che, da noi, l’inflazione è già (apparentemente) sotto controllo. Inoltre: quale valore dovrebbe raggiungere tale parametro “europeo”? E se ci sono più parametri, quali sono e quali valori stanno aspettando? Non è che la BCE sta aspettando la FED, ritardando colpevolmente la riduzione dei tassi come ha ritardato colpevolmente il loro aumento?