La tecnologia e il mondo industriale dei servizi finanziari sta specializzandosi in nuove forme d’investimento. Il nuovo business model su cui le banche stanno ivestendo è la pubblicità. La capo fila delle aziende che ha scelto di intraprendere questa strada è JPMorgan. Quest’ultima ha creato una nuova società – Chase Media Solution – che aiuterà i brand delle aziende a targhettizzare i clienti della banca sulla base della storia di spesa
di Luca Lippi
In estrema sintesi: la banca conosce tutti i dati dei propri clienti, oltre quelli sensibili. Per fare un esempio concreto: la banca conosce le preferenze reali dei suoi clienti, tutto ciò che sceglie è confermato da una transazione precisa di acquisto. Aziende come Google o Meta, non hanno la certezza che l’informazione catturata da una presunta preferenza del cliente si trasformi in una reale scelta. È facile comprendere l’importanza dei dati nella disponibilità di una banca per il mercato.
Le banche starebbero entrando nel mondo delle aziende che vendono informazioni pubblicitarie. Google e Meta stanno vivendo un momento complicato a causa della gestione dei cookie – in ottemperanza alle normative europee -. Nello specifico, è il “navigatore” che decide se consentire il tracciamento dei dati di navigazione e l’utente più attento, generalmente, rifiuta il consenso per evitare fastidiosi e troppo spesso invasivi, messaggi pubblicitari. La banca risolve alla fonte questo problema, può fornire le informazioni “certe” sulla base delle transazioni dei clienti. In sostanza non c’è un tracciamento da elaborare, ma semplicemente un target sicuro su cui concentrare la profilazione.
Come funzionerà
La modalità che è già in uso negli Stati Uniti e che bisognerà vedere in che tempi arriverà in Europa è, ovviamente, il tracciamento di tutti i dati delle nostre transazioni – già lo fanno da anni – e condivideranno queste informazioni alle società – scelte tra le preferenze di spesa del proprio cliente – che per settore merceologico targhettizzerà l’individuo oggetto della segnalazione. Per Google o Meta, il modo per rintracciare il consumatore è la mail; lato banca non è ancora chiaro ma la certezza che il modo si trovi è piuttosto solida.
L’attenzione e l’informazione sulle persone a fini commerciali sono il nuovo petrolio. Se a qualcuno può sorgere il dubbio che una banca – come JPMorgan, che fattura 150 miliardi di Dollari e fa 50 miliardi di Dollari di utile l’anno – guadagna così tanto da poter valutare ininfluente questa nuova forma di business, sbaglia. Proprio perché una banca come JPMorgan sceglie di investire in questa nuova area di business, significa che il giro d’affari presunto è di qualche milione di Dollari.
Come ci si potrà proteggere dalla diffusione di questi dati?
Intanto è importante sottolineare che la quasi totalità dei dati – considerando l’utilizzo intensivo dei social da parte di tutti – è già diffusamente nella disponibilità di chiunque. Riguardo gli interessantissimi e più precisi dati di una banca per la corretta profilazione di una platea di potenziali clienti di società che li acquisirebbero, si userà il solito metodo della raccolta firme. Una firma in più da aggiungere alla modulistica relativa al semplice conto corrente di corrispondenza o al rilascio del bancomat. Firma che non sarà complicato ricevere; le persone non leggono mai i contratti, soprattutto non si sforzano di comprenderli o di farseli spiegare.
Che fine fa il diritto alla riservatezza
Sarebbe più corretto usare il condizionale! Di fatto la riservatezza è già una chimera; se solo volessimo riflettere all’applicazione dell’IA alle videocamere per il tracciamento delle persone in Cina, mi sembra inutile parlare di diritto alla riservatezza. Non sono tecnologie allo studio o in sviluppo. Sull’argomento bisognerebbe aprire un capitolo sulla forza legislativa dei governi, ma questo non significa che i dati sensibili non siano già acquisiti in barba alla riservatezza.
Una considerazione si può fare: in Cina vige una sorta di totalitarismo che privilegia il controllo delle persone sopra ogni altro interesse; gli Stati Uniti sono una realtà talmente dedita al capitalismo che non è naturalmente avvezza ad arrestare qualsiasi processo foriero di guadagno. In Europa, fortunatamente, c’è un’attenzione e una sensibilità di carattere etico che attraverso la disamina attenta, ai limiti della maniacalità, non consentirebbe alle proprie banche di disporre con leggerezza certi dati. Tuttavia, piuttosto che dovere fare i conti con la prassi consolidata delle aziende di prediligere sanzioni a un mancato guadagno certo, non possiamo escludere l’esordio della nuova attività anche per le banche del vecchio Continente.