Tumori oculari – Il 2 marzo un seminario di incontro tra gli oculisti del Gemelli, i rappresentati della medicina generale e gli oculisti del territorio. Obiettivo: l’istituzione di un percorso dedicato per la presa in carico dei pazienti
Quelle degli occhi sono neoplasie rare, che necessitano di una presa in carico multispecialistica e di percorsi di accesso privilegiato. Proprio per questo l’Oculistica del Gemelli promuove per il prossimo 2 marzo un incontro con rappresentanti della Medicina Generale e degli Oculisti del territorio. L’intento è quello di istituire una rete e dei percorsi volti a facilitare la presa in carico di questi pazienti. Tante le terapie oggi a disposizione accanto ad una chirurgia sempre più conservativa e meno invasiva.
Il Professor Gustavo Savino, direttore della UOC Oncologia Oculare di Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, sottolinea l’importanza di questa iniziativa, dichiarando: “La presa in carico di pazienti con tumori estremamente diversi è resa possibile anche grazie all’approccio multidisciplinare”. Questo coinvolge specialisti come oncologi medici, radioterapisti, istopatologi, chirurghi maxillo-facciali, chirurghi otorini, neuroradiologi, dermatologi oncologi, medici nucleari, che si riuniscono regolarmente per discutere casi complessi nel tumor board dei tumori oculari.
Savino evidenzia poi la necessità di costruire una rete territoriale per facilitare l’accesso alle cure specialistiche. In un commento, sottolinea: “Questo convegno vuole gettare le basi per istituire o migliorare percorsi fondamentali per garantire ai pazienti una diagnosi precoce, l’accessibilità alle cure, il miglior trattamento possibile e un adeguato follow-up anche sul territorio“.
La prevenzione gioca un ruolo chiave
I tumori oculari colpiscono in genere l’età media ed avanzata ma non mancano purtroppo casi nella popolazione più giovane e, soprattutto per alcuni tipi, sono più colpite le fasce sociali meno abbienti. “I fattori di rischio, oltre ai fattori genetici, che per alcuni tipi di tumore è fondamentale anche per la prognosi sono il fumo, l’esposizione al sole e l’alcol. La prevenzione quindi passa per un’esposizione ragionevole al sole, proteggendo sempre gli occhi con occhiali da sole e la cute di palpebre e la zona perioculare con creme a filtro solare elevato (50 +). Fondamentale è smettere di fumare, ridurre al minimo il consumo di alcol e fare delle visite di controllo periodiche dall’oculista”.
I campanelli d’allarme
“È importante osservarsi con attenzione allo specchio per individuare eventuali asimmetrie tra una regione oculare e perioculare e l’altra”. Più difficile può essere cogliere i segnali d’allarme dei tumori intra-oculari, soprattutto in fase iniziale. “Il paziente può notare delle zone di ‘ombra’ nel campo visivo, oppure la comparsa di metamorfopsie (corpi mobili), fosfeni (flash luminosi). La presenza di macchie scure, simili a nei, o rossastre, sulla parte bianca (sclera) della superficie dell’occhio soprattutto se di recente insorgenza deve metterci in allarme. In questi casi il paziente deve fare subito un controllo dall’oculista”.
Perché è importante costruire una rete territoriale
L’incontro del 2 marzo mira a costruire percorsi per facilitare l’accesso a strutture ospedaliere specializzate, riducendo la disparità di accesso alle cure.
“Nell’incontro organizzato il 2 marzo – anticipa il professor Savino – gli oculisti del Gemelli incontreranno medici di famiglia e oculisti del territorio. I pazienti trattati e seguiti per un tempo adeguato devono, se in remissione, poter tornare sul territorio ricevendo dei controlli adeguati. Deve essere in definitiva garantita una continuità assistenziale ospedale-territorio e il dottor Andrea Cambieri, Direttore Sanitario della Fondazione, interverrà per sottolineare la centralità di questa esigenza.
Fondamentali, per garantire questa continuità, saranno la formazione dei medici del territorio e l’implementazione di collegamenti efficaci con la UOC di oncologia oculare nel caso di richieste di second opinion e di consulenze urgenti. Mettendo a disposizione numeri di emergenza, mail dedicate e, per alcuni casi, consulti di telemedicina. Questo convegno insomma vuole gettare le basi per istituire o migliorare questi percorsi fondamentali per garantire ai pazienti una diagnosi precoce, l’accessibilità alle cure, il miglior trattamento possibile e un adeguato follow-up anche sul territorio”.