Il progetto in collaborazione con Nomisma riscrive il documento datato e inserisce i prodotti destinati ai “bisogni molto complessi”
Sono circa 3 milioni i pazienti-cittadini che necessitano di assistenza protesica, ausili e prodotti forniti dal Sistema sanitario nazionale per un recupero funzionale e relazionale che li supporti nella quotidianità sociale e lavorativa. I dispositivi forniti rientrano nel Nomenclatore tariffario, uno strumento dei LEA – Livelli Essenziali di Assistenza – che si traduce in un elenco in cui sono registrate le varie categorie di prodotti erogabili. Nel documento non sono indicate né le marche dei produttori né i modelli. Ma soltanto la funzione e le caratteristiche generali complete di prezzo e indicazioni di manutenzione e riparazione di ciascun dispositivo medico.
Un elenco essenziale che potrebbe essere esaustivo se venisse aggiornato, come previsto, ogni tre anni. Invece, il documento di Assistenza protesica attualmente in vigore è obsoleto. Elaborato nel 1999 è stato sommariamente aggiornato nel 2017. Ormai otto anni fa, infatti, è stata predisposta una revisione complessiva dei “nuovi LEA” che però ha subito ricevuto una ferma opposizione di tutti gli attori del settore.
Una revisione soltanto parziale
La “nuova” versione, secondo produttori, prescrittori e pazienti, presentava diverse mancanze: prodotti obsolescenti, tariffe inaccessibili, impossibilità di personalizzazione del dispositivo in base alle esigenze del paziente. In più, dall’elenco aggiornato erano stralciati una serie di dispositivi che, per complessità e ridotto numero, non potevano essere messi a gara. Tra tutti: i presidi per le patologie ortopedico-pediatriche.
Negli ultimi due anni, per trovare un equilibrio tra richiesta e offerta, il Ministero della Salute ha coinvolto alcune associazioni imprenditoriali e di pazienti, tra cui Confimi, per revisionare ulteriormente il documento e includerlo nel “decreto Tariffe”, la cui entrata in vigore è fissata al prossimo 1° aprile. Il risultato è però una revisione, un’altra volta, soltanto parziale.
Il progetto con Nomisma
Per riuscire a dare concretezza a un documento fondamentale per la sanità, la verticale di Confimi Industria che conta 1200 aziende nel settore sanitario, ha attivato un progetto con Nomisma per rielaborare completamente il Nomenclatore tariffario.
Il nuovo Nomenclatore “è stato concepito da chi opera tutti i giorni sul campo e in collaborazione con i vari specialisti. Partecipazioni che hanno contribuito a redigere un documento che risponde a requisiti di obiettività, concretezza, appropriatezza”, spiega Massimo Pulin, presidente recentemente confermato alla guida di Confimi Sanità.
Nello studio, svolto in partnership con la società di consulenza Nomisma “per avvalorare e certificare la nostra proposta – sottolinea Pulin – abbiamo analizzato ciascuna opzione che potesse portarci a presentare un progetto completo. Uno scenario esauriente con tutte le criticità attuali e le opportunità”.
Per avviare il progetto è stata svolta un’analisi completa dello stato dell’arte, partendo dall’intero sistema regionale in cui è difficile comprendere quale sia attualmente il documento da applicare. Per proseguire con un parallelismo tra il Nomenclatore in vigore e quello proposto, in termini di facilità di ottenimento dell’ausilio da parte del paziente.
Lo studio contiene anche un’analisi dell’impatto sociale del nuovo Nomenclatore tramite interviste approfondite con esperti del settore – dirigenti regionali, società scientifiche, associazioni di imprese. Ancora: un’approfondita comparazione con gli altri sistemi internazionali, un focus sulle modalità di accesso alle gare in prospettiva nazionale ed europea e alcuni esempi pratici della revisione.
In più, nell’elenco aggiornato sono stati inseriti i dispositivi precedentemente non inclusi tra i quali tutti quei presidi per le patologie ortopedico-pediatriche.
Al centro i pazienti e le PMI Made in Italy
“Escludere i prodotti per bisogni molto complessi perché non possono essere inseriti in una gara pubblica, modalità che consente l’acquisto di un gran numero di prodotti, è una scelta non risolutiva – spiega Pulin – Il nostro nomenclatore, invece, seguendo le indicazioni di spesa del Ministero della Salute, inserisce e comprende tutti gli ausili più adatti da allestire ad personam”.
La proposta di Confimi Sanità mira a consentire al cittadino-paziente “di ricevere le cure più adeguate e alle PMI di rispondere alle più regolari dinamiche aziendali, consentendo loro di continuare a investire in ricerca e sviluppo, a tutela del made in Italy”, rivela Pulin.
Il prossimo passo è la presentazione ufficiale del progetto a tutte le parti coinvolte perché il Ministero della Salute valuti tutte le criticità attuali e le opportunità verso una scelta consapevole. Una scelta che comprende anche un iter di prosecuzione al nuovo aggiornamento: “Il nuovo Nomenclatore deve essere necessariamente accompagnato da una attenta valutazione sui criteri di accreditamento delle aziende che vorranno fornire dispositivi ad alta valenza, pagati ai cittadini dal SSN/SSR”, conclude Pulin: “È fondamentale che gli ausili abbiano caratteristiche tali da poter essere realizzati e applicati in strutture consone, con personale attento e preparato, per evitare di far utilizzare dispositivi inadatti”.
Annachiara Albanese