Le ricerche di due giovani radiologi del Gemelli pubblicate sul sito internazionale di radiologia AuntMinnie. Obiettivo dello studio: come l’Intelligenza Artificiale sta trasformando la diagnostica radiologica in senologia peri migliorare la cura dei pazienti
Due giovani radiologi della Fondazione Policlinico Gemelli, Anna D’Angelo e Matteo Mancino, stanno conducendo ricerche rivoluzionarie sull’applicazione dell’IA nella diagnostica radiologica senologica, con l’obiettivo di migliorare la cura dei pazienti. Lo studio è stato recentemente pubblicato su AuntMinnie, community internazionale di radiologia. Essere menzionati su AuntMinnie è un riconoscimento prestigioso nel settore radiologico. Questo portale è una delle comunità più autorevoli e frequentate del mondo.
L’IA ha trasformato la diagnostica radiologica senologica
Inizialmente con il CAD, oggi, grazie al machine learning e ai sistemi di convolutional neuronal network, l’IA è in grado di apprendere e migliorare costantemente le sue performance. Questa nuova generazione di strumenti offre vantaggi significativi, accelerando il workflow e migliorando la precisione nelle diagnosi complesse.
Fondazione Policlinico Gemelli si posiziona all’avanguardia nell’adozione dell’IA nella radiologia. Il professor Paolo Belli guida un gruppo di ricerca che ha presentato le innovazioni al congresso della Radiological Society of North America (RSNA), guadagnando visibilità internazionale. La scuola di specializzazione del Gemelli ha introdotto lezioni sull’IA, formando la nuova generazione di radiologi a sfruttare appieno le potenzialità di questa tecnologia.
Le Dichiarazioni dei Radiologi
“La radiologia, essendo da sempre una delle branche più ‘high tech’ della medicina – riflette il dottor Mancino – è una di quelle che più risente dell’arrivo dell’IA. E quindi la nuova generazione di radiologi dovrà crescere imparando a sfruttarne i vantaggi. Per questo la nostra scuola di specializzazione è impegnata a formare radiologi che abbiano questa vision, e ha introdotto una serie lezioni (anche con docenti internazionali) su argomenti di intelligenza artificiale”.
“Un sistema di IA avanzato può consentire al radiologo di focalizzarsi solo sulle diagnosi più complesse. Questi sistemi inoltre, con l’utilizzo quotidiano, ‘imparano’ sempre meglio ad elaborare una funzione (ad es. ‘capire’ quando una certa immagine possa indicare una patologia), diventando sempre più ‘bravi’. Un esame letto con l’ausilio dell’IA insomma, dà maggiori garanzie al paziente di ricevere una diagnosi corretta”.
“L’IA – prosegue la dottoressa D’Angelo – è come un ‘secondo lettore’, che lavora al fianco del radiologo offrendo una maggior accuratezza nell’individuare una lesione, ma anche nell’escludere la presenza di un tumore o altre patologie. E può inoltre ridurre l’errore di interpretazione dovuto al ‘rumore di fondo’ delle immagini o agli artefatti. I tool di IA danno insomma un grande assist, ma poi l’interpretazione finale delle immagini spetta sempre al radiologo”.
L’Impatto nella Pratica Clinica
L’IA non solo accelera il lavoro quotidiano, ma contribuisce alla medicina personalizzata. Il Gemelli, con l’arrivo della professoressa Evis Sala, ha avanzato ulteriormente nell’integrazione dell’IA nella diagnostica, come dimostrato dalla nuova facility di Computational Pathology and Spatially-Integrated Omics.