Trapianto di Rene e Gravidanza: Convegno Internazionale Rivela Nuovi Orizzonti presso il Policlinico Gemelli
di Katrin Bove
Il 23 e 24 gennaio, il Policlinico Gemelli ha ospitato un convegno internazionale focalizzato sull’argomento “Trapianto di Rene e Gravidanza”. L’evento, organizzato in collaborazione con esperti del settore, ha messo in luce la possibilità e i risvolti positivi della gravidanza nelle donne che hanno subito un trapianto renale. Sebbene la maggior parte dei trapiantati sia oltre i 50 anni, il convegno ha evidenziato che anche le giovani donne con malformazioni congenite delle vie urinarie o nefrite lupica possono beneficiare di questa procedura, avendo la possibilità di diventare madri.
Trapianto di Rene nei Giovani
Il Professor Jacopo Romagnoli, responsabile della UOS Trapianto di Rene presso la Fondazione Policlinico Gemelli IRCCS, ha sottolineato che, nonostante la scarsità di organi disponibili per i giovani, i trapianti in questa fascia d’età hanno generalmente un tasso di successo elevato. La prospettiva di una vita normale, compreso il desiderio di genitorialità, è ora un traguardo raggiungibile per molte donne grazie ai progressi nella procedura di trapianto renale.
“Anche i giovani (e addirittura i bambini) possono aver bisogno di un trapianto di rene. Ma i trapianti nei giovani vanno in genere molto bene – spiega il professor Jacopo Romagnoli – anche perché hanno meno fattori di rischio. E quando diciamo che il trapianto renale restituisce a una vita normale, questo vale anche per quanto riguarda il desiderio di genitorialità”. Una donna in età fertile che abbia ricevuto un trapianto di rene può ambire a una gravidanza.
Il Convegno “Pregnancy & Renal Transplantation”
Il convegno internazionale “Pregnancy & Renal Transplantation” è stato dedicato a esplorare gli aspetti legati alla gravidanza nelle donne trapiantate di rene. Il Professor Romagnoli ha sottolineato che la gravidanza nelle donne con trapianto renale è possibile da almeno 30 anni, ma negli ultimi tempi i risultati sono notevolmente migliorati. Il convegno ha presentato i risultati di una survey nazionale organizzata dal Gemelli, evidenziando la necessità di aumentare la consapevolezza sull’argomento e promuovere la formazione.
Gestione Multidisciplinare e Rischi Controllabili
Il convegno ha affrontato i rischi associati alla gravidanza nelle donne trapiantate, come l’ipertensione gestazionale, la pre-eclampsia e il diabete gestazionale. La Dottoressa Angela Botta della UOC di Patologia Ostetrica ha sottolineato l’importanza di una gestione multidisciplinare, coinvolgendo nefrologi, trapiantologi ed esperti di medicina materno-fetale. Questo approccio permette di ottenere un outcome favorevole per la madre e il feto.
“I rischi maggiori per la madre – ricorda la dottoressa Botta – sono quelli legati a un aumento di pressione. Dunque l’ipertensione gestazionale e la pre-eclampsia. Leggermente aumentato anche il rischio di diabete gestazionale. I rischi per il feto sono soprattutto la prematurità e il basso peso alla nascita. Il rischio di abortività è invece solo leggermente aumentato. Per contenere al massimo questi rischi è bene programmare la gravidanza a distanza di 1-2 anni dal trapianto. Sul fronte dell’allattamento – conclude – c’è ancora poca consapevolezza e chiarezza, tanto che molte donne abbandonano l’idea di allattare per paura che i farmaci immunosoppressivi possano passare nel latte materno e causare un danno al neonato. In realtà la letteratura dimostra che, utilizzando un adeguato profilo di terapia immunosoppressiva a base di corticosteroidi, inibitori della calcineurina e azatioprina, l’allattamento è possibile ed è sicuro per il neonato”.