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EURO DIGITALE: CBDC PER IL CONTROLLO TOTALE

La BCE ha avviato dal 1° novembre 2023 la cosiddetta fase di preparazione all’Euro digitale, che durerà non meno di due anni. L’Euro Digitale sarà una moneta elettronica immessa nell’Eurosistema. É una valuta identica all’euro fisico per valore, avrà corso legale e garantito dalla Banca centrale europea. Non sarà una criptovaluta, come per esempio il Bitcoin

di Luca Lippi

Dato che tutti i Paesi stanno sviluppando questo progetto Central Bank Digital Currency (CBDC) – è necessario chiarire di cosa si parla.

Cosa sono le CBDC

Tutti abbiamo la disponibilità di qualche banconota nei nostri portafogli, tuttavia sempre di più si paga con carte di credito, bancomat o prepagate varie. Tutta la valuta che utilizziamo per pagare digitalmente – compresi i bonifici che inoltriamo con l’HB – non sono tecnicamente soldi della BCE ma un credito che noi abbiamo nei confronti della nostra banca commerciale. Al contrario, le CBDC sono valuta emessa
direttamente dalla Banca Centrale, proprio come i contanti ma in digitale. Fino a questo punto, per l’utente comune sprovvisto di conoscenze specifiche, non sembra cambiare molto, ma le implicazioni sono molte. Ad oggi sono più di cento i Paesi che stanno valutando i rischi e gli aspetti tecnici e giuridici di un progetto destinato a rivoluzionare il sistema dei pagamenti.

Tra questi, ce ne sono una decina in cui il sistema è già in funzione – le Bahamas, isole dei Caraibi e la Nigeria -. In altri ventuno Paesi – tra cui Cina, Giappone e Australia – le CBDC sono già state create ma sono ancora in una fase di “test”. I Paesi dell’area euro, gli Stati Uniti, il Canada e molti altri stati sono ancora in una fase di sviluppo. In ultimo, ci sono altri quarantasei Paesi – principalmente in America del Sud e Africa – che sono ancora in una fase di ricerca. Valutando con quanto impegno le banche centrali di tutto il mondo stanno attivandosi, sembra qualcosa di estremamente necessario.

Obiettivi principali della moneta digitale

Le CBDC saranno sviluppate con quattro principali obiettivi, solo uno avrà impatto diretto su tutti noi. Il primo obiettivo è quello dell’inclusione finanziaria. Necessario soprattutto per i Paesi meno fortunati nei quali la maggior parte della popolazione non ha accesso al sistema bancario. Il secondo obiettivo è la stabilità finanziaria. Un argomento molto complesso ma che si può sintetizzare nell’armonizzazione dei rapporti tra le istituzioni finanziarie e le banche. Quindi non si capisce la fretta di estendere le CBDC al pubblico. Forse l’obiettivo principale potrebbe essere il terzo, preservare l’accesso del pubblico alla moneta della banca centrale in economie dove l’uso del contante è in declino. È evidente che a questo terzo obiettivo si ovvia agevolando l’uso del contante se questo fosse il reale problema!

La realtà è che non avendo il controllo del contante, la banca centrale non potrebbe svolgere l’ultimo e il più importante obiettivo delle CBDC. Questo perché allo stato dell’arte, le banche centrali hanno due principali strumenti a disposizione per attuare la politica monetaria. Il livello dei tassi di interesse e la quantità di valuta nel sistema. Ad oggi la politica monetaria avviene solo in modo indiretto, tramite il sistema bancario e tramite i governi. Proviamo però a ipotizzare se fosse possibile applicare tassi di interesse diversi – positivi o negativi – ad ogni specifico portafoglio. Quindi una determinata categoria di persone o di aziende, potrebbero essere avvantaggiate ed altre svantaggiate. Stimolando un settore piuttosto che un altro in modo molto veloce e diretto. Si potrebbero poi applicare delle condizioni da dover rispettare per potere spendere la valuta digitale.

Quindi viene meno la libertà assoluta di spendere come si ritiene più opportuno, ma solo rispettando le condizioni decise dalla Banca centrale.

Se la BCE potesse agire direttamente sugli euro digitali di ogni cittadino – e qui entra il quarto e ultimo obiettivo della CBDC – la politica monetaria diventerebbe molto più diretta ed efficace. Su quest’ultimo obiettivo dobbiamo concentrare la nostra attenzione. Il problema vero è che le Banche Centrali non hanno una storia costellata di risultati positivi. Se è vero, come è vero, che uno degli obiettivi principali delle banche centrali è quello della stabilità dei prezzi, allora possiamo dichiarare che le banche centrali non hanno fatto un gran lavoro. Il Dollaro, fatto cento il suo potere di acquisto nel 2000, ad oggi si è svalutato del 40 per cento. Questi signori, attraverso le CBDC, entreranno in possesso di uno strumento molto potente. Praticamente è come promuovere al grado superiore un dipendente incapace.

Quali sono i rischi per noi cittadini

Andando oltre la disamina degli scopi per cui le banche centrali stanno spingendo sull’introduzione dei queste valute digitali, è assai più interessante capire il motivo che li induce a volere controllare l’utilizzo da parte dei cittadini della valuta. Uno degli aspetti più criticabili dall’adozione delle CBDC è quello che la banca centrale avrebbe direttamente accesso a tutte le nostre informazioni. Quanti soldi abbiamo, cosa compriamo, quali crediti o debiti abbiamo. Se paghiamo nei termini contrattuali i debiti contratti con le banche o le finanziarie e molto altro ancora. Tuttavia, a pensarci bene, queste informazioni sono già in possesso delle banche. I pagamenti – un po’ per comodità, un po’ per civetteria (spesso maleducazione) – sono sempre più in formato digitale, quindi tracciati e tracciabili.

E allora cosa cambia? Cambia che sarà direttamente la BCE ad avere tutte queste informazioni, non dovrà più occuparsi di chiedere accesso ai dati delle banche commerciali. Si tratterebbe di un ulteriore passo verso l’accentramento dei poteri. E questo, è storicamente accertato, aumenta i rischi di abuso di potere e mancanza di rappresentanza – centralizzare limita l’osservazione dei bisogni delle comunità locali o delle minoranze -. Inoltre genera l’inefficienza decisionale, questione che potrebbe essere agevolmente tutelata avendo la certezza di essere governati da politici illuminati. Ma il recente passato ha dimostrato che possono essere eletti anche personaggi discutibili!

Se questi potenti strumenti finanziari finiscono nelle mani sbagliate iniziano i problemi. In Cina – per la precisione ad Hong Kong – con lo scopo di stimolare l’economia dopo le chiusure per l’emergenza pandemica, il governo locale ha emesso i “digital consumption voucher”, delle valute digitali locali a tutti gli effetti, con date di scadenza e spendibili solo per determinate attività. C’è il timore che lo yuan digitale sarà collegato al già attivo “social credit score” – un sistema di credito sociale creato per sviluppare un sistema nazionale per classificare la reputazione dei propri cittadini – e all’identità digitale.

Chi controlla il controllore

Una volta che un’autorità centrale dispone di uno strumento così potente, di fatto sta alla bontà/capacità di chi lo controlla utilizzarlo in modo corretto oppure no. Fortunatamente l’eurozona è un’area politica democratica e la BCE dichiara che l’euro digitale non sarà mai una valuta programmabile.

(fonte https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/faqs/html/ecb.faq_digital_euro.it.html)

Questo perché se l’euro digitale avesse una data di scadenza è evidente che varrebbe meno delle banconote libere da questo termine, ma se leggiamo più attentamente, sempre sul sito della banca centrale europea, leggiamo che verranno implementate delle condizioni ai pagamenti

(Fonte
https://www.ecb.europa.eu/paym/digital_euro/investigation/governance/shared/files/ecb.degov230424_
progress.it.pdf)

quindi si cade dalla padella alla brace! Nella sostanza la BCE, autorità centrale non eletta dai cittadini, deciderà le condizioni con cui si potrà spendere l’euro digitale. Tutta questa integrazione digitale associata a un forte accentramento di poteri mette le basi per un ulteriore rischio. Se un’autorità centrale può decidere come puoi spendere i tuoi soldi e se applicare un interesse positivo o negativo, potrebbe anche effettuare un prelievo fiscale diretto, in pratica il pagamento delle imposte sarebbe automatico.

La separazione dei poteri

Ampliando di poco il ragionamento – dato che l’infrastruttura c’è – potrebbero decidere di prelevare anche le sanzioni in automatico, quindi prima si paga e poi ci si difende, compatibilmente con i tempi e ai costi imposti dalla Giustizia del proprio Paese! Nessuno può veramente dire con certezza che tali “criticità” possano realmente manifestarsi, ma è troppo vicino il confine che introduce a inaccettabili conseguenze (abbiamo assistito al prelievo forzoso retroattivo del 6 per mille dai conti correnti delle banche italiane, nella notte di venerdì 10 luglio 1992, figurarsi con lo strumento della valuta digitale cosa potrebbero fare!). Uno dei principi fondamentali della Democrazia, la separazione dei poteri, a tratti non si applica più. Le motivazioni sono ridicole in confronto ai rischi che si corrono. Si sbandiera la rapidità e l’economicità dei pagamenti rispetto ad oggi, ma questo c’è già!

Altra motivazione è quella della sicurezza nazionale, dato che le principali strutture di pagamento sono gestite da privati – Visa, Mastercard, Swift – adducendo che queste piattaforme potrebbero interrompere il loro servizio in qualsiasi momento. La soluzione sarebbe quella di rendere il sistema “non spegnibile”, ma con le CBDC il problema non si risolve, semplicemente si sposta nelle mani della banca centrale.

Conclusione

La soluzione potrebbe essere quella di rendere le CBDC decentralizzate e non modificabili, un po’ come succede con le criptovalute, un’ottima sicurezza sia per i governi sia per i cittadini, ma questa non è una priorità per le banche centrali, e siccome i cittadini hanno pochissimo potere decisionale sull’implementazione o meno dell’euro digitale, l’unica cosa possibile è creare un’infrastruttura per
proteggerci dai rischi sopra citati.

Il rischio più grande è il sistema finanziario che verrà a crearsi, e l’unica soluzione possibile è quella di cercare di rimanere fuori da questo sistema. Quindi, aumentare la circolazione del contante, è legale e fuori dal cono di luce della BCE. Efficace al punto tale che – con una scusa o un’altra – in ogni modo si cerca di limitare l’uso di cartamoneta per i pagamenti. Ovvio che detenere contante ha dei rischi, ma trovarsi a non potere togliere tempestivamente i contanti dalla propria banca in caso di criticità è assai più rischioso.

Si possono spostare i conti correnti e gli investimenti in altri Paesi dove i sistemi di controllo sono meno invasivi, ma il potere finanziario ha la capacità di arrivare ovunque, quindi diventa una non soluzione oppure una soluzione momentanea. Il re degli investimenti resta l’oro, non tracciabile e fuori dal sistema finanziario, assicura il potere di acquisto ai propri risparmi ed è facilmente negoziabile. Il mantenimento del potere d’acquisto è un elemento fondamentale, soprattutto alla luce di quanta svalutazione sia stata procurata a seguito dell’inondazione dei mercati di valuta fresca, da parte delle banche centrali, per correre in soccorso del sistema – vedi crisi finanziaria del 2008, crisi del debito sovrano nel 2011 e crisi pandemica -.

Con le CBDC questo avverrebbe molto più velocemente con effetti che la finanza non riuscirebbe a correggere con la stessa velocità. Il fatto che tantissime banche centrali stiano acquistando enormi quantità di oro per aumentare garanzie, sottolinea la concretezza di questo pericolo.