Realtà Virtuale: Una nuova frontiera nel sistema sanitario
di Katrin Bove
Laureato in psicologia con una tesi sull’uso dell’audiovisivo nelle strutture penitenziarie, Guido Geminiani inizia la sua carriera nel mondo del video come montatore di programmi televisivi per Mediaset e MTV. Nel 2005, fonda la sua prima società “Sick Girl srl”, che diventa un fenomeno di comunicazione, producendo contenuti per Sky, Vodafone, Tre, Tim e Rai2. Promuovendo tour e spettacoli dal vivo in Italia e progettando l’omonimo “social network”. Dopo diverse produzioni indipendenti, nel 2008 inizia un’esperienza di volontariato in Nord Uganda, che lo porterà a diventare responsabile del progetto di comunicazione del Ministero degli Affari Esteri nell’Africa Sub-Sahariana con missioni che dureranno fino al 2013. Nel 2010 fonda “Brandon Box”, una casa di produzione specializzata in branded content , che oggi punta al mondo del cinema e alla produzione di contenuti originali. Nel frattempo, realizza diversi progetti di interazione commerciale e nel 2014 inizia a stratificare la sua esperienza nel mondo della realtà virtuale con produzioni immersive.
“Impersive”, un nuovo linguaggio comunicativo
Unendo queste conoscenze ad anni di ricerca e sperimentazione, ha sviluppato un’innovativa tecnica di produzione “360° – 3D stereoscopico – full body – in motion”. Dando vita ad un nuovo linguaggio comunicativo che ha chiamato “IMPERSIVE”, come l’azienda da lui fondata.
CEO di IMPERSIVE e direttore di riferimento, continua a sviluppare e implementare tecniche di produzione e ad oggi ha progettato e diretto più di cento progetti commerciali per alcuni dei principali marchi globali. Si parla molto di realtà aumentata, una tecnica che permette di arricchire la percezione sensoriale degli esseri umani. Offrendo informazioni che altrimenti non potrebbero essere percepite con i cinque sensi. Queste informazioni sono solitamente trasmesse tramite dispositivi come smartphone, tablet e webcam su PC. La realtà aumentata è cosa diversa dalla realtà virtuale, che è estremamente immersiva. In quanto le informazioni aggiunte (o tolte) sono maggiori rispetto a quelle reali; le persone hanno quindi l’impressione di non essere più in controllo dei cinque sensi o di essere quasi sopraffatte.
La realtà virtuale
Guido Geminiani, con la sua società, si occupa di realtà virtuale. La realtà virtuale immersiva (un ambiente costruito intorno all’utente) secondo il livello tecnologico attuale e secondo le previsioni possibili per il prossimo futuro potrà essere utilizzata dalla massa grazie ad alcune periferiche (in parte già utilizzate). La Piattaforma 3d, il primo sistema ideato nella storia (rilasciato il Novembre del 1990) da parte della “W Industries” è il “Virtuality System”, si basava su un visore e una pedana o sedile. Il visore – un casco o dei semplici occhiali in cui gli schermi vicini agli occhi annullano il mondo reale dalla visuale dell’utente.
Il visore può inoltre contenere dei sistemi per la rilevazione dei movimenti, in modo che girando la testa da un lato, ad esempio, si ottenga la stessa azione anche nell’ambiente virtuale. Auricolari – trasferiscono i suoni all’utente; wired gloves (guanti) – i guanti rimpiazzano mouse, tastiera, joystick, trackball e gli altri sistemi manuali di input. Possono essere utilizzati per i movimenti, per impartire comandi, digitare su tastiere virtuali, ecc.; cybertuta – una tuta che avvolge il corpo. Può avere molteplici utilizzi: può simulare il tatto flettendo su se stessa grazie al tessuto elastico, può realizzare una scansione tridimensionale del corpo dell’utente e trasferirla nell’ambiente virtuale.
Quali sono i progetti in campo sanitario di IMPERSIVE?
Come IMPERSIVE siamo specializzati in tutte le tecnologie che hanno a che fare con i visori immersivi. Sostanzialmente, con questi prodotti, l’utente è ‘portato da un’altra parte’, chiuso all’interno di un sistema di schermi e lenti. Abbiamo sviluppato una serie di tecnologie che ci caratterizzano, realizzando esperienze in ‘soggettiva dinamica’. Come si dice in gergo: quando indossano il visore, mettiamo gli utenti
nei panni di qualcun altro, con delle riprese complete a 360°, tridimensionali su tutti i lati. Abbiamo evoluto le tecniche producendo esperienze, in buona parte grazie ai brand più prestigiosi a cui offriamo i nostri prodotti. In dieci anni, abbiamo realizzato 500 rapporti commerciali. Il ramo dedicato al medicale non fa ancora parte del nostro business, ma possiamo considerarlo un settore di sperimentazione avanzatissima.
Ci dia qualche esempio di questa sperimentazione
I primi progetti li abbiamo realizzati nel 2016, con il primario della Chirurgia Veterinaria dell’Università Statale di Milano. Poi, abbiamo realizzato un primo intervento dal vivo alla Columbus di Milano. Un crociato completo, dall’inizio alla fine, mettendo l’utente nei panni del chirurgo mentre fa tutta la procedura, con lo stereoscopico tridimensionale. Aumentando il campo operatorio con una camera 3D, che fa come uno zoom della scena, mettendo le camere endoscopiche all’interno del campo visivo dell’utente.
Subito dopo abbiamo fatto una ‘libreria di interventi’ ambulatoriali all’Università Federico II di Napoli, nel reparto di Ginecologia. Nello scorso mese di luglio ci siamo occupati di un’amputazione di una gamba con protesi sensitiva in una clinica privata di Bressanone. Con microchirurgia per il collegamento dei nervi.
Tutti progetti presentati a livello internazionale, molto poco in Italia
Tra i progetti commerciali, ad esempio, abbiamo realizzato un progetto per Samsung Medical, che racconta tutte le procedure in Radiologia fatte con il loro materiale radiologico all’Ospedale di Monza. Abbiamo formato un tecnico e quel contenuto viene utilizzato nelle grandi fiere internazionali per promuovere il macchinario. Ci siamo occupati, sempre alla Federico II, dell’intera procedura per formare i tecnici di laboratorio nella mappatura genomica dei tumori. Un altro esempio: un virtual-tour, in ambito farmaceutico, nello stabilimento della MT di Boston.
Due progetti fatti per Emergency, dei quali uno girato in Uganda, con Gino Strada e Renzo Piano, in cui facciamo vedere un’intera procedura su un bambino di otto mesi nel Reparto di Chirurgia Pediatrica nell’Ospedale di Entebbe. Ancora: un progetto sull’oculistica, in particolar modo sul glaucoma, con il quale si fa tutta la procedura di misurazione e di terapia. L’ultima sperimentazione in assoluto, quella che ha avuto l’eco più forte, è stata sviluppata con il primario di Chirurgia Rettale dell’Ospedale Humanitas, Antonino Spinelli, che è anche il presidente dell’associazione europea dei chirurghi rettali. Prima abbiamo prodotto una prima assoluta, in termini di procedura, con il Robot da Vinci, con la registrazione di un intervento presentata poi in un grande evento europeo. Poi, un mese fa, abbiamo realizzato un intervento in realtime, in streaming, proiettato nel nuovissimo Campus per la formazione dell’Humanitas. Dove abbiamo collocato quindici visori collegati con la sala operatoria. L’utente, quindi, si trovava negli occhi del chirurgo mentre vedeva il robot e le mani del chirurgo mentre stava operando. Sincronizzate con la visione e contemporaneamente assisteva ad una visione stereoscopica della sala.
Mi ha molto impressionato vedere chirurghi che sono arrivati da tutto il mondo, rimasti un’ora e mezza ad osservare la procedura.
Quali sono gli obiettivi di questa mole di attività?
Le nostre attività nel mondo medicale hanno l’obiettivo di codificare non tanto un prodotto, ma delle procedure. Buona parte delle start-up o anche grandi società che hanno cercato di risolvere il problema della formazione in campo medicale, secondo me sono incappati nella volontà di voler semplificare e a rendere prodotto qualcosa che è molto difficile rendere prodotto in ambiti così diversi. È stato il nostro approccio generale, la customizzazione – adeguare un prodotto alle esigenze di un singolo cliente, personalizzandolo – a rendere possibile quello che facciamo e i progetti che abbiamo in cantiere. Per il futuro, penso che sia centrale il tema della formazione, a costi molto contenuti.