La fine del mercato tutelato è una riforma condizionante. In buona sostanza, per il pagamento della famosa terza rata del PNRR la Ue ha imposto all’Italia di liberalizzare totalmente il mercato dell’energia. Per la cronaca, è utile sottolineare che la riforma di cui sopra è stata votata da Azione, dal PD e dalla Lega
di Luca Lippi
La fine del regime di tariffe bloccate è fissata al 10 gennaio 2024. Mentre il 1° aprile 2024 è il termine della maggior tutela per la luce.
Precisiamo
Per tutte le persone “vulnerabili” il contratto in essere resta con lo stesso fornitore e con le medesime condizioni economiche. Per “vulnerabili” si intendono le persone di età superiore ai 75 anni; i percettori di bonus sociale (per esempio, energia); i disabili ai sensi della legge 104/92; chi ha un’utenza situata nelle isole minori non interconnesse; chi si trova in una struttura abitativa di emergenza a seguito di eventi calamitosi; solo per la luce, chi ha in casa apparecchiature medico-terapeutiche salvavita (Fonte altroconsumo.it).
Tutela, nel caso dell’energia, è un termine da interpretare, perché determinati costi – soprattutto le quote fisse – sono calmierate dal cosiddetto mercato tutelato. Però sul prezzo dell’energia a consumo sostanzialmente non esiste nessuna tutela.
Come muoversi nel mercato libero dell’energia
Il mercato libero, per quanto – in alcuni casi – possa sembrare vantaggioso, tuttavia nasconde diverse insidie sui contratti che sono sottoposti a sottoscrizione del consumatore. Negli ultimi periodi, i costi dell’energia hanno avuto oscillazioni paragonabili al mercato delle monete virtuali. Proprio su questa volatilità, le aziende private fornitrici di energia hanno approntato contratti, ovviamente, vantaggiosi per sé stesse. A leggere qualunque contratto di fornitura di energia a prezzo fisso si nota subito che la quotazione proposta per la parte “energia a consumo” è esattamente doppia di quella reale sul mercato nel mese di sottoscrizione del contratto.
Dove si possono verificare le quotazioni dei prezzi? Basta guardare, nel caso dell’energia elettrica, il PUN (prezzo unico nazionale) che è il prezzo stabilito a livello di mercato dell’energia da cui TUTTI i fornitori acquistano. Quindi è già intuitivo che su questo prezzo non può esistere un’offerta e si può verificare su mercatoelettrico.org.
Prima di scegliere un nuovo fornitore
Allo stato dell’arte, dopo la crisi dei rapporti con la Russia – unico fornitore di gas -, passata la confusione e la volatilità derivata dal dover reperire in fretta e a qualunque prezzo forniture, ora siamo al consolidamento di un determinato numero di fornitori certi e quindi il prezzo si è stabilizzato. Quello che si deve valutare in quota bolletta, prima di andare a scegliere un nuovo fornitore sul mercato libero, è piuttosto semplice. Basta prendere a parametro la vecchia bolletta di mercato tutelato, prendere la pagina cosiddetta “fattura di sintesi” – quella dove c’è il prezzo da pagare – e leggere: “spesa per l’energia”. È la spesa complessiva per la materia “spesa per il trasporto”: sono i costi relativi al trasporto dell’energia dal sistema pubblico al contatore e la gestione del contatore stesso. Quindi sono le spese per sostenere la distribuzione.
Gli impianti di distribuzione del gas non sono MAI di proprietà della società di vendita dell’energia, la società di vendita commercializza solamente la materia prima. I condotti, o i cavi, sono di proprietà delle società di distribuzione che spesso sono a partecipazione statale. I costi di noleggio sono deliberati da ARERA attraverso tabelle denominate TIVG (arera.it) e sono costi cosiddetti “passanti”. Perché indipendentemente dalla società di vendita la voce “spesa e trasporto” sarà sempre uguale.
Questo costo è composto da una quota fissa e una quota variabile. La seconda dipende dal consumo “spesa oneri di sistema” che è l’importo che serve allo Stato per sostenere spese e opere di interesse pubblico. Come l’incentivazione del rinnovabile o il sostegno economico ai nuclei familiari disagiati.
Poi, nel dettaglio si può controllare il costo vero e proprio dell’energia utilizzata nel periodo di riferimento e quindi farsi un’idea del costo effettivo. Nelle bollette del mercato tutelato – le grandi società di commercializzazione le hanno conservate – ci sono le fasce di prezzo (F1, F2, F3) col costo variabile a seconda dell’utilizzo di fascia.
Che cosa cambia dal mercato tutelato
La quota fissa, che nel dettaglio dei consumi in bolletta si legge chiaramente, il prezzo dell’energia che verrà stabilito. Le offerte che sono sul mercato attualmente tendono a mantenere un costo mono orario (cioè senza le fasce F). Comunque, per chi è più attento ai consumi, pretendere il costo dell’energia distinto per fasce di utilizzo è sempre la scelta migliore. Ad oggi, le società che vendono contratti di fornitura energetica in alternativa a quello in essere, mirano a vendere l’energia senza fasce di consumo (mono tariffa). Questo consente loro di commercializzare al doppio della quotazione PUN.
È importante avere sotto mano il dettaglio dei consumi, proprio per individuare il costo della quota fissa e la spesa reale dell’energia consumata. I venditori di nuove utenze generalmente propongono un costo della quota fissa (il costo di utilizzo del contatore) che varia da un minimo di 78 euro a un massimo di 180 euro l’anno. Ci sono utenti molto attenti ai consumi che fruendo di poca energia subiscono il paradosso di trovarsi una bolletta sempre piuttosto sostenuta a causa dei costi fissi, quindi massima attenzione al costo fisso.
Scegliere il nuovo gestore
È piuttosto semplice, prima di scegliere il nuovo gestore, o rimanere col vecchio ma alle nuove regole, possiamo controllare il PUN corrente utilizzato dalla società che si vuole scegliere o monitorare con PUN di mercatoelettrico.org. La quota più vicina al PUN (che è uguale per tutti) è quella più conveniente. Si parla quasi sempre di energia elettrica perché è quella che pesa maggiormente sul bilancio delle spese delle famiglie.
Per riassumere, se volessi conoscere il PUN di una società – prendiamo una delle più importanti e serie sul mercato, A2A – basta andare su https://www.a2a.it/assistenza/tutela-cliente/indici/indice-pun e si trovano tutti i dati di cui si necessita.
Il controllo è importante perché il venditore, sempre, ha la possibilità di proporre almeno quattro offerte, dalla più conveniente per il potenziale cliente (quindi meno remunerativa per il venditore) alla meno conveniente. Basta dimostrarsi attenti per far desistere il commerciale dal raggirarci a suo vantaggio. Considerate che per una società venditrice di energia, allo stato attuale, è più importante fare clienti che guadagnare subito sui contratti. Il mercato lo comanderà chi avrà più peso, quindi la corsa attuale è all’acquisizione ed è il momento più complicato per chi deve scegliere perché saranno disposti a tutto pur di rastrellare utenti.
I fastidiosissimi call center raramente sono portatori di offerte convenienti ed è facilmente verificabile. Basta chiedere all’interlocutore le condizioni tecniche economiche del contratto (sono obbligati a fornirle), vedrete che faranno cadere la linea o cercheranno di distrarvi dall’intento in ogni maniera.
In conclusione
In conclusione, nel sito mercatoelettrico.org. ricavate il prezzo PUN medio sui dodici mesi, con questo dato ben presente, guardare le condizioni tecniche economiche del proponente e lo spread che chiede (è il guadagno del proponente che si somma al prezzo PUN), generalmente il guadagno giusto del proponente e per l’utente deve essere tra un massimo di 0,015 euro e 0,007 euro. Il costo fisso deve essere compreso tra 78 euro a un massimo di 180 euro l’anno, attenzione perché qualche fenomeno chiede uno spread anche sul costo fisso, in questo caso rifiutare l’offerta. In ogni caso, sul sito arera.it trovate tutte le informazioni necessarie. Non fate simulazioni su siti di multi offerte perché le migliori non le troverete mai, queste ultime generalmente non rendono disponibili le loro condizioni se non direttamente al contraente.