Presentata la nuova manovra 2024. Diversi i decreti collegati che cambiano quasi tutto per tutti: pensionati, invalidi, lavoratori, disoccupati, famiglie, percettori ed ex percettori di sussidi. Tutto a partire dal primo di gennaio 2024. Quasi 24 i miliardi messi sul tavolo, con un’approvazione lampo e il testo, praticamente, blindato
di Luca Lippi
Le novita’
Più soldi in busta paga con la conferma della riduzione del cuneo contributivo. Un primo passo verso una riforma fiscale che dovrà prendere forma compiuta nell’arco della legislazione; scompare il secondo scaglione d’imposta andando, in questo modo, a scontare un’aliquota del 23% fino a 28 mila euro di reddito. Il beneficio di riduzione dell’aliquota d’imposta che sarà per tutti, non solo per i lavoratori, ma anche per i pensionati.
In tema di pensioni viene confermata la rivalutazione per compensare l’inflazione. Non ci saranno nuovi tagli per le pensioni che quotano quattro volte il trattamento minimo. Confermata anche la supervalutazione per i pensionati al minimo, soprattutto per gli over 75 (si vocifera fra i 620/630 euro). Nessun accenno alle pensioni per gli invalidi, né parziali né totali. Ape social e opzione donna verranno sostituite da un unico strumento di flessibilità; un’uscita flessibile a 63 anni con 35/36 anni di contributi.
Per le famiglie ci sono importanti incentivi alla natalità. Confermati gli aumenti sull’assegno unico per le famiglie numerose con più figli. Inoltre troviamo tre novità assolute: potenziamento del congedo parentale; fondi aumentati per gli asili nido con totale gratuità dal secondo figlio; per le mamme lavoratrici con almeno due figli non ci saranno contributi a carico della lavoratrice in busta paga, lo stato pagherà i contributi conto dipendente.
Rifinanziamento della social card: il bonus spesa confermato per tutto il 2024, si aggiungono alla bonus card anche nuovi sgravi per le assunzioni di categorie fragili o svantaggiate cui si aggiungono le donne giovani. Il “più assumi meno paghi” è il sotteso slogan della maggioranza di governo.
Ponte sullo stretto e riduzione del canone Rai: due medaglie da petto leghista che strappa la concessione di fondi per mettere la prima pietra del noto ponte e cominciare a picconare l’inviso balzello per una tv sempre meno competitiva e di servizio.
Il testo
Dobbiamo attendere qualche giorno per entrare in possesso del testo definitivo, con relativi numeri. Allo stato dell’arte, spicca la richiesta del Presidente del Consiglio, rivolgendosi alla sua maggioranza, di evitare emendamenti. Ovviamente non lo impedisce alle apposizioni e quindi attendere il testo definitivo è più che necessario.
Considerazioni di superficie
Salta subito all’occhio che questa manovra per chi ha redditi superiori a 30 mila euro è come se non esistesse. È una manovra per i redditi bassi, neanche medi!
Il cuneo fiscale, che da solo vale dieci miliardi di euro, va soltanto a quelli che guadagnano fino a 35 mila euro, tutti gli altri rimangono a bocca asciutta. In estrema sintesi, al netto delle categorie decisamente benestanti, il ceto medio – ormai relegato nella fascia 35/50 mila euro annui – non vede un centesimo. È ovvio che un governo senza risorse deve prima di tutto tutelare le categorie che meritano interventi urgenti perché sfiancate da un’inflazione galoppante; poi però bisogna anche fare attenzione a non sovraccaricare le fasce medie! Al ritmo inflattivo attuale, si rischia di indebolire tutto il ceto medio al punto tale da doverlo far rientrare in una platea di intervento assai maggiore di quella attuale.