Durante la Rome Future Week, evento dedicato all’innovazione, si è svolto il congresso sulla telemedicina promosso dalla Confimi industria sanità
Raggiungere tutti i cittadini-pazienti con cure e ausili efficaci e appropriati. Non solo, supportare la ricerca clinica e imprenditoriale nell’ottica del “made for you”. Tutto questo è possibile (anche) attraverso l’utilizzo disciplinato e diffuso degli strumenti della telemedicina. È questo
il messaggio che Confimi Industria Sanità ha lanciato nel corso dell’incontro “Telemedicina: un’alleata per il futuro della sanità. opportunità, linee guida e sviluppo”, evento organizzato all’interno della Rome Future Week, manifestazione dedicata all’innovazione.
Migliorare la sanità del futuro partendo dalla telemedicina
“Confimi industria sanità – ha detto il presidente di Confimi Sanità Massimo Pulin aprendo i lavori e presentando gli ospiti – rappresenta più di 1.200 imprese dell’ambito sanitario che operano su tutto il territorio nazionale. Vogliamo determinare una serie di proposte per migliorare l’offerta sanitaria del futuro, a cominciare dalla telemedicina. Perché con la mancanza di medici, professionisti, operatori, avremo bisogno di tecnologia, che permetta di curare le persone direttamente a casa”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Francesco Gabbrielli, Direttore Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto Superiore di Sanità. “Dietro a queste innovazioni ci sono delle industrie italiane e molto buone, che hanno delle potenzialità enormi e bisogna trovare il modo di far collaborare gli enti pubblici della sanità con le imprese private, in modo virtuoso, trasparente, e soprattutto tempestivo rispetto alla velocità di aggiornamento delle tecnologie”.
Se la sfida, insomma, è “stare tutti al passo”, Confimi Sanità è chiamata a riassumere le esigenze e i progetti. “Le imprese – ha detto ancora Pulin – sono al fianco delle istituzioni, sono al fianco dell’università e di tutti quei soggetti come gli stakeholder, portatori di interessi che vogliono far sì che il Paese possa evolvere in tempi rapidi”.
“Bisogna cambiare il modo di gestire i dati sanitari perché non sono più quelli vecchi della cartella clinica scritta a mano, ma sono derivati da dispositivi digitali che possono stare anche a casa del paziente, non solo in ospedale o nelle strutture sanitarie. Dobbiamo imparare a gestire questi nuovi dati, che ci danno una grande opportunità di avere un monitoraggio, un controllo del corpo della persona, della patologia, quasi momento per momento” ha poi sottolineato Francesco Gabbrielli.
La tecnologia applicata alla salute
Ai lavori hanno portato la propria esperienza e il proprio contributo diversi attori della filiera salute. Ne è un esempio Paolo Galfione di Zucchetti Healthcare che ha illustrato alla platea esempi di progettazione e continuità assistenziale partendo dalla centralità del dossier socio sanitario elettronico come strumento essenziale di gestione del Patient Journey. Educazione all’uso corretto e consapevole dei dispositivi di telemedicina è stato invece il titolo dell’intervento di David Korn, Responsabile Formazione e Progetti Digital Health Policlinico Gemelli. Alla platea ha mostrato come si applica la tecnologia nel suo reparto di pediatria arricchendo la discussione con termini e temi quali l’empatia comunicativa, il role playing e la tutela legale degli operatori.
Telemedicina che si mostra essere un valido supporto anche per i servizi alla salute di prossimità, come nel caso delle farmacie dei servizi. Ad affrontare il caso è stato Francesco Cannone, Direttore Tecnico e Amministratore di Emtesys.
Uno scenario su cui si innestano possibili soluzioni a tante casistiche del quotidiano. Sul lato prettamente imprenditoriale ad esempio la telemedicina, integrata ai programmi di welfare aziendale, può contribuire a creare ambienti di lavoro orientati al «work life balance», intervenendo inoltre sulla riduzione delle assenze del personale. Così come apre scenari di tipo formativo, come l’ampliamento della formazione sulla salute digitale, di medici e pazienti.
Migliorare le performance di utilizzo dei dispositivi medici
Se il primo passo è di certo stato compiuto, per percorrere una maratona ci sono ancora molti aspetti da allenare. Confimi Sanità a tal proposito ha chiuso i lavori dell’appuntamento con delle proposte non solo istituzionali ma di ecosistema. A presentarle il componente di giunta e imprenditore del settore Massimo Marcon “Crediamo sia importante avviare un monitoraggio di 6-9 mesi per mappare le esperienze di quei professionisti della salute che da anni sperimentano le differenti opportunità date dalla telemedicina e utilizzare l’output per collaborare con le Università alla definizione di programmi di formazione in corsi laurea e master su medicina digitale nelle sue declinazioni (informatiche, linguistiche, etc); per migliorare le performance di utilizzo dei dispositivi medici in dotazione ai pazienti e/o per l’assistenza domiciliare; e per supportare la PA nella definizione di protocolli standard per garantire l’universalità delle cure”.
a cura della redazione