Nuovo dl PA, FLP: “In arrivo ennesimo decreto tampone. Manca un quadro coerente: serve stanziare risorse per rinforzare organici, dare concretezza alla formazione e rinnovare i CCNL scaduti”
La decisione da parte del Governo di predisporre un nuovo decreto legge per il rafforzamento della PA, mentre è ancora in Parlamento la discussione per la conversione del primo Decreto, lascia molto perplesso Marco Carlomagno, segretario generale della FLP – Federazione Lavoratori Pubblici. Secondo il quale sarebbe stato più logico prevedere tali norme nel primo decreto o proporne l’inserimento in sede di conversione in legge.
Un “provvedimento tampone”
Per Carlomagno si tratterebbe di un altro provvedimento tampone: “con l’inserimento di norme random solo per alcune amministrazioni, senza un disegno organico e coerente”. Qui il riferimento è al rientro delle funzioni di ANPAL nel Ministero del Lavoro; oggetto di un ennesimo riassetto a costo zero e alla separazione delle funzioni attualmente in capo al Segretario Generale e Direttore Nazionale Armamenti (DNA), con la previsione che possa essere chiamato al ruolo di DNA una persona estranea alle forze armate.
Per Carlomagno, sul fronte delle assunzioni, vengono messi sul piatto poche centinaia di posti, a fronte di carenze che sfiorano il milione di posti. Si privilegiano le posizioni dirigenziali di vertice e gli organici degli uffici di diretta collaborazione dei ministri; coperti con chiamata diretta e con stipendi notevolmente più alti di quelli dei funzionari a tempo determinato.
Serve investire sul personale: stanziare risorse per i rinnovi contrattuali in PA
Continua a restare al palo l’Area delle Elevate Professionalità voluta dalla FLP. Per riconoscere la professionalità dei tanti funzionari che da anni svolgono funzioni rilevanti nelle amministrazioni pubbliche e la cui carriera è ferma da decenni. E per rendere maggiormente attrattive le Amministrazioni nel reclutamento delle nuove professionalità tecniche e specialistiche.
L’unica previsione pare essere al momento quella del Ministero della Cultura, ma il numero dei posti previsti (100), tutti destinati al reclutamento esterno, non danno certamente il segno della volontà di investire in tale direzione.
“Se a questo si aggiunge che manca al momento ogni reale volontà di prevedere lo stanziamento delle ulteriori risorse necessarie ad avviare la stagione dei rinnovi contrattuali, appare evidente come la cifra delle iniziative assunte dal Governo in questi otto mesi sul lavoro pubblico e sulla sua valorizzazione sia assolutamente negativa”.
“Ribadiamo quindi – conclude il Segretario Generale – la necessità di operare in discontinuità con il passato, utilizzando le ingenti risorse rese disponibili in questo frangente per: rafforzare adeguatamente gli organici; stanziare le risorse per dare effettività e concretezza al nuovo ordinamento professionale e alla formazione; rinnovare i CCNL scaduti a dicembre 2021”.