Home News INDUSTRIA CALZATURE : IL FATTURATO RITORNA AL PRE-COVID

INDUSTRIA CALZATURE : IL FATTURATO RITORNA AL PRE-COVID

Ceolini Presidente Assocalzaturifici

Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici: “Sebbene il quadro di insieme sia incoraggiante, dopo un biennio complesso, ci sono alcune indicazioni meno confortanti. In primis la disomogeneità della ripresa e poi le conseguenze delle dinamiche inflattive sugli utili delle aziende”

Il comparto calzaturiero nel 2022 supera la crisi del biennio pandemico e continua la sua ripresa. Il fatturato sale a 14,49 miliardi di euro recuperando i livelli del 2019, rinvigorito dalla performance dell’export e trainato dai brand luxury. 

È la fotografia del settore scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici presentata alla partenza del Micam, la più importante fiera del comparto in programma fino al 22 febbraio 2023 a Fiera Milano Rho.

Il commento di Giovanna Ceolini al Micam

Per Giovanna Ceolini, Presidente di Assocalzaturifici, i dati elaborati risultano positivamente orientati, allo stesso modo descrivono un orizzonte non privo di insidie per le imprese del settore.

Sebbene il quadro di insieme sia incoraggiante, dopo un biennio complesso, ci sono alcune indicazioni meno confortanti. In primis la disomogeneità della ripresa (2 imprese su 5 non hanno ancora ripianato il gap col 2019 e parecchie non sono riuscite a superare la crisi, cessando l’attività), poi le conseguenze delle dinamiche inflattive sugli utili delle aziende. L’anno che doveva segnare la piena ripartenza dopo la pandemia ha sì registrato il proseguimento del recupero della domanda, ma è stato penalizzato dal perdurare dei costi elevati delle materie prime, che dopo la fiammata di fine 2020 non hanno dato segni tangibili di ribassamento, e dai picchi record nei prezzi energetici, con un’inflazione mai così alta in Italia dal 1985. A ciò si è aggiunto, a fine febbraio, lo scoppio di un conflitto di cui ancora oggi non si vede la fine, in un’area da sempre tra i maggiori clienti di alcuni distretti calzaturieri italiani”.

Export calzature superiore al valore dell’intero 2021

Tra i dati di preconsuntivo spicca il nuovo record stabilito dall’export (+23,5%, già superiore al valore dell’intero 2021), con un prezzo medio al paio che ha raggiunto i 57,26 euro (+10,7%). Un risultato su cui hanno rivestito un ruolo determinante le performance messe a segno dai brand internazionali del lusso, per i quali molte aziende italiane operano da terzista. La guerra fa crollare le vendite in Russia (-26%) e in Ucraina (-59%); tra gli stati dell’ex blocco sovietico cresce il Kazakistan (+40%).

Sul versante interno, gli acquisti delle famiglie hanno evidenziato variazioni contenute (+6,7% in quantità e +9,6% in spesa) e comunque positive. La ripartenza dei flussi turistici in ingresso ha inoltre riavviato lo shopping degli stranieri.

La situazione occupazionale nell’industria calzaturiera

Di questo progressivo consolidamento nei livelli di domanda si è giovata la produzione nazionale, salita a 162 milioni di paia (+8,9% sul 2021); come pure l’occupazione, che ha registrato una prima inversione di tendenza, accompagnata da una forte riduzione delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzata. I livelli occupazionali hanno registrato nel 2022 un rimbalzo. Un’inversione incoraggiante ma assolutamente insufficiente, comunque, a ripianare anche le sole perdite del biennio antecedente (-4.300 posti di lavoro). Il lungo ed eccezionale periodo di crisi, allo stesso tempo ha inasprito il processo di selezione tra le aziende, facendo scendere a 3.765 unità i calzaturifici attivi, con un saldo negativo di 216 unità a confronto con dicembre 2021: l’arretramento più pesante da un decennio a questa parte.