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ASSTEL: L’INCLUSIONE PASSA PER LE MATERIE STEM

Di Raimondo (ASSTEL): «L’inclusione passa dalle materie STEM. L’innovazione tecnologica “non è una questione di genere”»

«Credo fortemente che il digitale sia una grande occasione per favorire equità e parità di genere: la chiave d’accesso verso discipline e segmenti occupazionali che sono storicamente appannaggio degli uomini». – così ha esordito Laura Di Raimondo, Direttore di Asstel, alla tavola rotonda “Il valore della diversità per tutti e per ognuno. T(ecnologie) L(avoro) C(ompetenze): STEM è donna” all’interno dell’iniziativa 4 Weeks 4 Inclusion.

« Le aziende della filiera TLC collaborano strutturalmente a tutti i livelli del sistema formativo nazionale e crediamo di poter supportare le istituzioni per disegnare al meglio l’offerta, e quindi incoraggiare le ragazze, sin dalle scuole superiori, ad approcciarsi al mondo delle STEM. Le materie STEM sono strumento fondamentale anche per lo sviluppo delle competenze digitali in Italia, con una particolare attenzione agli ambiti del Cloud e della Cybersecurity.». 

In Italia è previsto un mismatch annuale tra domanda riferita a tutti i settori produttivi e offerta di circa 13.000 persone nel periodo tra il 2022 e il 2026. E nonostante l’88% dei laureati in tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Tic) sia occupato, solo il 2% di studenti sceglie questi indirizzi e una percentuale ancora minore opta per gli ITS Academy come istruzione terziaria. 

Per Asstel è necessario che istruzione e mondo del lavoro collaborino in modo sempre più sinergico, anche per consentire alle donne parità di accesso al lavoro, di retribuzione e di carriera. Attuare una strategia di lungo respiro sull’education puntando su alcune leve: orientamento, incremento delle lauree STEM e valorizzazione degli ITS per rispondere alla domanda di tecnici delle imprese.

Un’alleanza tra aziende e mondo dell’istruzione/formazione faciliterebbe il superamento del mismatch tra domanda e offerta di competenze sul mercato e offrirebbe opportunità alle ragazze e ai ragazzi. Occorre quindi uno sforzo collettivo per appianare questi divari.  

«Le imprese – ha concluso – possiedono un know-how che possono condividere con il mondo dell’istruzione, affinché le nostre ragazze possano fare delle scelte consapevoli per il loro futuro».