Giuliano: operatori alla base del nuovo SSR
“L’ormai ex Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, dimissionario, si lascia alle spalle le macerie di una sanità regionale dimenticata, affondata, senza alcun progetto di rilancio. Responsabile, quanto lui, è l’Assessore D’Amato. Sapere che lo stesso sarà
candidato alla guida del prossimo Consiglio di Via della Pisana dimostra come nessuno sia in grado di assumersi le responsabilità di questo sfacelo” dichiara Gianluca Giuliano, Segretario Nazionale della Ugl Salute.
La carenza degli organici è per Giuliano la prima causa del collasso del SSR e di un’assistenza che è stata di fatto negata ai cittadini che sempre più hanno dovuto rivolgersi al privato. Nel Lazio, oggi, la carenza di infermieri tocca circa 7.000 unità, con il rischio di aumentare in oltre 11.000 nel 2026 per i futuri pensionamenti; a ciò si aggiunge la mancanza di oss e l’abbandono dei medici dai Pronti Soccorso.
Il motivo risiede nelle condizioni di lavoro drammatiche che si sommano a emolumenti assolutamente insufficienti, al di sotto di quelli dei colleghi delle altre nazioni europee, tanto da rendere le professioni sanitarie sempre meno attrattive per i giovani. I turni di lavoro dei professionisti sono massacranti così da mettere a rischio, loro malgrado, la qualità dell’assistenza ai pazienti e l’incolumità fisica e psicologica degli stessi professionisti impegnati.
“Le criticità nel Lazio coinvolgono pesantemente anche l’emergenza-urgenza. La Giunta Zingaretti lascia in eredità un servizio dove il malvezzo degli appalti esterni, che la UGL Salute combatte da tempo, continua a farla da padrone. Le annunciate internalizzazioni restano una chimera e a goderne sono cooperative e ditte esterne. In ballo rimangono vertenze di schiere di lavoratori dimenticati, come gli infermieri pediatrici, ad esempio, e le tante situazioni locali di operatori impiegati nella sanità privata che convivono con stipendi che non consentono una vita dignitosa. Troppe le promesse non mantenute“.
Giuliano fa poi riferimento al flop delle Case della Salute per la Medicina del Territorio, aperte solo 22h sulle 48 ufficializzate.
“Quello che ci auguriamo– conclude Giuliano – è che possa presto cambiare il volto del SSR del Lazio puntando con forza, per la rifondazione, sui professionisti attraverso un piano assunzionale massiccio con le dovute garanzie contrattuali. Perché senza operatori non potrà esserci mai una buona sanità”.