La gig economy sta cambiando il mondo del lavoro: si basa sull’assegnazione di incarichi precisi e temporanei per cui occorre un alto livello diccompetenza e professionalità, coinvolge il mondo dei freelance ma si allarga sempre di più anche tra i dipendenti
Alessandra Brusegan, bocconiana-copywriter, ha dato il via alla prima 15JobsChallenge al mondo, una sfida a completare 15 lavori entro la fine del 2023 ad un’unica condizione: che siano diversi da qualsiasi precedente e fuori dalla sua zona di comfort. Alessandra ha concluso 4 lavori in 5 mesi e continua la scalata per arrivare a 15. Le aziende adorano questo tipo di approccio, per loro significa dare un incarico preciso, entro un termine definito ad una persona brillante e affidabile.
Chi ha una mentalità “gig” mette al centro la sua competenza, studia continuamente e intreccia relazioni ad ogni livello, cura la propria reputazione e il proprio personal branding indipendentemente dall’azienda per cui lavora e punta a forme di collaborazione fluide e trasversali che siano fondate sull’obiettivo di realizzare un progetto. E la gig economy è un vero e proprio mercato per queste unicità: per un professionista questo significa investire su tutte le proprie risorse e potenzialità, prendendo distanza dall’annosa esigenza di apparire conforme e coerente ad uno specifico JobTitle o cliché.
“La mia idea di lavoro si fonda su due concetti che saranno decisivi nel futuro: il learning continuo e la costante ricerca di nuove opportunità di crescita e sviluppo”, spiega Alessandra Brusegan, “Ciascuno dei lavori che ho svolto in questi mesi mi ha condotto, fisicamente e mentalmente, dentro ambiti nuovi e completamente inesplorati. Mi sono avvicinata a settori e attività che non conoscevo e di cui ho dovuto imparare le dinamiche e il lessico. Ho vestito e interpretato ruoli che non avevo mai ricoperto scontrandomi con difficoltà che non avevo mai affrontato. E questo mi sta facendo crescere a vista d’occhio”.
Quello che emerge dalla 15jobschallenge è un concetto di ingaggio-incarico-progetto-missione-task che, poi, comprende le più moderne forme di collaborazione e coinvolgimento. “Il lavoro sta cambiando: si allontana progressivamente dall’essere la semplice traduzione dello sforzo fisico e intellettuale in denaro” spiega Alessandra: “Si sta trasformando in quell’insieme di esperienze, ruoli e abilità che costruiscono la nostra identità personale che, agile e flessibile, sa adattarsi continuamente e facendosi vanto della sua unicità.”
Quella gig è una mentalità tipica da freelance, ma si sta diffondendo nelle aziende worldwide: i dipendenti più in gamba iniziano ad incarnare sempre di più questo atteggiamento. Secondo Paul Estes (autore di “Gig Mindset”) “Gli individui che, in particolare, appartengono alle Gen X, Y e i Millennials sanno bene che dovranno reinventarsi più volte nel corso di una carriera e, per questo, sono sempre più attratti da impeghi interessanti e all’avanguardia e da organizzazioni che permettano loro di mantenersi aggiornati di crearsi nuove opportunità e competenze”. Il fatto è che non sempre questo è possibile, alcune aziende non sono aperte ad accettare contributi e intuizioni che, in qualche modo, inneschino nuovi modelli o cambiamenti. E in questi casi è inevitabile che i soggetti che hanno un gig mindset lascino il loro lavoro per cercare altri contesti in cui eccellere.
“Io sento di appartenere pienamente a questa definizione e aggiungo che c’è un altro dettaglio che contraddistingue questo mindset: un personale e profondo senso di purpose”, continua Alessandra, “Chi, come me, cerca questi elementi in un lavoro, ha due obiettivi di pari importanza: 1. essere pienamente felice e soddisfatto del suo impegno, il che supera il raggiungimento del risultato/obiettivo assegnato, e 2. riuscire a fare la differenza, cioè a lasciare un segno imprimendo il proprio contributo nella storia dell’azienda.”
Conclude Alessandra: “Quello che io amo di più di questa modalità di lavorare è che mi permette di prendere il controllo della mia crescita personale. Mettermi in gioco e imparare qualcosa ogni giorno mi arricchisce e dà forma alla narrazione più autentica della mia vita, quella che mi rende ciò che sono.”