Da domenica 8 maggio 2022 apre al pubblico per la prima volta e in modo continuativo la Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari, per volere di Flavio Misciattelli, presidente della Fondazione Palazzo Chigi Zondadari, che ha voluto restituire la struttura e le opere qui conservate alla comunità
“Restituire il Palazzo Chigi Zondadari e le opere qui contenute alla comunità è per noi motivo di grande soddisfazione, dato anche l’impegno della famiglia a preservarne i capolavori che ripercorrono le vicende storico artistiche di Siena dal Trecento a oggi”, ha dichiarato Flavio Misciattelli, che ha proseguito: “L’apertura verso la contemporaneità e ai giovani artisti inaugura una nuova stagione di committenze, come era stato per i Chigi Zondadari, nell’ottica di instaurare un rapporto vivo e duraturo tra presente e passato, in cui i richiami e le suggestioni reciproche tessono la trama di un nuovo modo di vivere e conoscere l’arte”
“Tra gli obiettivi primari di questa amministrazione c’è quello di sottolineare ed esaltare con ogni progetto culturale possibile la bellezza di questa città – spiega il sindaco di Siena Luigi De Mossi – così, insieme alla famiglia Misciattelli, abbiamo ragionato sulla possibilità di restituire alla comunità uno dei palazzi che hanno fatto la storia di Siena. Palazzo Chigi Zondadari può diventare, nel rispetto della tradizione che esso rappresenta, un vero e proprio punto d’incontro tra passato e presente, aprendosi alla contemporaneità e a giovani artisti che girano il mondo grazie alla loro arte”.
Voluto dal cardinale Antonfelice Zondadari (1655 – 1737) e dal fratello Bonaventura (1652 – 1719), primo Marchese Chigi Zondadari e progenitore di tutta la casata, il Palazzo, residenza senese della famiglia dal 1724, è stato l’ultimo a essere edificato in piazza del Campo, occupando una posizione di rilievo nell’emiciclo, in prossimità del cosiddetto Chiasso Largo.
Il Palazzo, come lo si vede ora, ha la tipica architettura barocca-neo classica di importazione romana del Settecento progettata da Antonio Valeri (1648 – 1736), ultimo allievo di Gian Lorenzo Bernini, chiamato per modernizzare e ampliare preesistenti costruzioni medievali divenute proprietà dei Chigi alla fine del Seicento.
Si tratta di un’architettura lineare, con cinque ordini di finestre, una corte interna e un’agile scalone d’onore. Degli interni, il piano nobile, finalmente riaperto al pubblico, è quello di maggior interesse con la fuga di saloni e di gallerie che ridisegnano la struttura rettangolare del palazzo. I soffitti affrescati, la collezione di opere d’arte di un certo rilievo, la decorazione parietale di tre stanze a “corami” di manifattura veneziana (1684-1687), particolarmente preziosi e resistenti all’usura, da sempre considerati oggetti di gran pregio e notevole costo, restituiscono uno spaccato fedele della ricchezza e della qualità delle committenze volute dalla famiglia Chigi Zondadari a lavorare per il prestigio della casata.
Le opere di pittori di consolidata fama, in primis Placido Costanzi (Roma? 1702 – Roma, 1759), allievo di Francesco Trevisani, uno dei più importanti artisti che si inserisce sulla scia di Carlo Maratta, e di Benedetto Luti, arricchiscono la decorazione degli interni.
Al Costanzi il cardinale Antonfelice Zondadari affida l’esecuzione di alcuni affreschi con episodi della vita di Papa Alessandro VII (nato Fabio Chigi) e del Cardinale Zondadari. Un altro pittore che lavora sempre nel piano nobile è Marco Benefial, (Roma 1684 – 1764), allievo del carraccesco Bonaventura Lamberti e autore di altri dipinti. Nell’Ottocento, infine, sarà Francesco Nenci (Anghiari, 1782 – Siena, 1850) a portare a compimento la decorazione delle sale.
A testimoniare l’attenzione e l’interesse dei Chigi Zondadari verso le arti e la bellezza una ricca collezione di opere d’arte, reperti archeologici, dipinti e sculture, fra cui spicca il busto di Alessandro VII di Gian Lorenzo Bernini.
In occasione dell’apertura della Casa Museo, sarà inaugurato Cortemporanea, il progetto che trasformerà la corte dello storico edificio in un luogo espositivo dedicato a lavori site-specific di artisti italiani e internazionali chiamati da Flavio Misciattelli ad interpretare liberamente lo spazio.
Il primo artista coinvolto è Pietro Ruffo che ha ideato NEVER TOO YOUNG TO MAKE A DIFFERENCE – titolo mutuato da uno degli slogan più simbolici durante i Fridays For Future – dedicata alle giovani generazioni e al loro impegno per il cambiamento delle politiche sociali e ambientali da parte dei governi mondiali.
Si tratta di un’installazione composta da una grande anfora in ceramica dipinta a mano, alta più di due metri, e da alcune video-proiezioni ricche di personaggi che interagiscono con i simboli delle contrade. La mostra prosegue salendo le scale fino ad entrare nella Casa Museo dove sono esposti mappamondi e altri vasi più piccoli. Passato e futuro si incontrano con le figure dei giovani che giocano con gli elementi architettonici dell’edificio stesso, dando vita ad animazioni che coinvolgono lo spettatore in uno spazio immersivo.
Ogni anno la Casa Museo Palazzo Chigi Zondadari e Cortemporanea saranno aperte al pubblico da maggio a ottobre.
Nei mesi di novembre-dicembre e gennaio-febbraio sarà invece visibile Il pollaio, un piccolo spazio con una vetrina su strada, in corrispondenza dell’ingresso del Palazzo di vicolo dei Pollaioli, che sarà a disposizione di due giovani artisti toscani.