Una combinazione di terapia genica e farmacologica inibisce la crescita del cancro. Lo studio dei ricercatori dell’Ospedale Pediatrico della Santa Sede pubblicato sulla rivista Neuro-Oncology
Nuove speranze di cura dalle CAR-T per i tumori cerebrali dei bambini: un mix di terapia genica e terapia farmacologica dalla potente azione antitumorale inibisce la crescita dei ‘gliomi diffusi della linea mediana’. Si tratta di tumori del cervello molto aggressivi, inoperabili e, fino a oggi, senza un trattamento efficace. La nuova terapia è stata sviluppata dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù con la collaborazione dell’Istituto Superiore di Sanità, del Policlinico Gemelli e dell’Institute of Cancer Research di Londra. I risultati dei test di laboratorio aprono la strada alla futura sperimentazione sull’uomo. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista scientifica Neuro-Oncology.
I GLIOMI DELLA LINEA MEDIANA
I ‘gliomi diffusi della linea mediana’ sono tumori tipici dell’età pediatrica, nella maggior parte dei casi dovuti alla mutazione della proteina H3K27M. Si sviluppano nelle strutture mediane del cervello, in particolare nel ponte, la parte del tronco encefalico che regola funzioni vitali come il respiro e l’attività cardiaca. Questi tumori sono molto aggressivi, tendono a diffondersi rapidamente e a infiltrarsi in profondità. A causa della loro sede, non possono essere asportati chirurgicamente.
In Italia, vengono diagnosticati in età pediatrica circa 20-25 casi di gliomi localizzati nel ponte, con un picco d’incidenza tra i 5 e i 10 anni di età. La sopravvivenza media è molto bassa (9 -12 mesi) e meno del 5% dei bambini sopravvive a 5 anni dalla diagnosi, nonostante i trattamenti radio e chemioterapici. Per l’eterogeneità dei gliomi e per le difficoltà dei farmaci a superare la barriera che protegge i tessuti del cervello per arrivare al tumore, sino ad oggi non è stato possibile individuare una cura efficace.
LO STUDIO
Lo studio coordinato dall’Area di Ricerca di Oncoematologia del Bambino Gesù, diretta dal prof. Franco Locatelli, è stato condotto in laboratorio partendo dalle cellule tumorali di pazienti affetti da glioma sottoposti a biopsia. Le indagini su tessuto, su cellule derivate dalle neoplasie e su modelli animali hanno permesso di identificare una terapia antitumorale mai sperimentata prima, basata sull’utilizzo di un farmaco sperimentale (il Linsitinib) in combinazione con linfociti T geneticamente modificati (cellule CAR-T).
Il farmaco, individuato attraverso uno screening farmacologico, è un inibitore specifico della proteina IGF1R (molecola presente sulla membrana delle cellule tumorali) capace di esercitare un’azione antitumorale diretta sulle cellule di glioma diffuso della linea mediana. Le CAR-T sono state invece programmate per riconoscere – e uccidere – le cellule tumorali aggredendo una proteina espressa sulla loro superficie: l’antigene GD2 (GD2-CAR-T).
La nuova terapia combinata, sperimentata in laboratorio su diversi modelli di glioma della linea mediana, si è dimostrata in grado di inibire la crescita del tumore. I ricercatori hanno dimostrato, inoltre, che la combinazione produce un effetto antitumorale più efficace rispetto ai due trattamenti usati separatamente: il farmaco amplifica l’attività delle cellule CAR-T e si ipotizza che le CAR-T riescano a “fare strada” al farmaco nel superamento della barriera protettiva ematoencefalica.
La ricerca del Bambino Gesù è stata sostenuta da Children with Cancer UK, AIRC, Ministero della Salute, AIFA, Fondazione Mia Neri, Fondazione Heal, DIPG Collaborative e Fondazione Veronesi.
LE PROSPETTIVE TERAPEUTICHE
I gliomi diffusi della linea mediana sono ancora orfani di trattamento, ma «i risultati preliminari dello studio sono incoraggianti» spiega il prof. Franco Locatelli Direttore di Medicina Sperimentale e di Precisione del Bambino Gesù. «La nuova strategia di cura ha fornito risultati pre-clinici promettenti e potrebbe rappresentare il primo passo per arrivare a trattare con successo una proporzione dei pazienti affetti da questa terribile forma di tumore».
Come sottolineano i ricercatori, prima di passare alla sperimentazione sull’uomo andranno messe a punto le modalità migliori per veicolare farmaco e CAR-T nella sede tumorale e sarà necessario testare il mix terapeutico su modelli di tumore più complessi che consentano di anticipare e di valutare la risposta immunitaria e infiammatoria nei pazienti.
La rilevanza scientifica dello studio del Bambino Gesù, in particolare per le prospettive di cura che si aprono con lo sviluppo della nuova terapia combinata, è stata sottolineata anche in un recente editoriale pubblicato sulla rivista Neuro Oncology.