Si è conclusa la conferenza stampa promossa dal Senatore Massimo Berutti (Gruppo misto) sull’allarme per il caro prezzi nel comparto dei Servizi celebrata presso la Sala Caduti di Nassirya di piazza Madama a Roma. All’iniziativa ha preso parte la federazione Confindustria Servizi HCFS che raccoglie lei imprese del facility, pulizie e sanificazione, disinfestazione, lavanderie industriali e dispositivi di protezione individuale e ristorazione collettiva
«Ancora una volta – spiega il presidente Lorenzo Mattioli – le imprese dei servizi sono le prime ad essere drammaticamente toccate dalle ripercussioni sia della pandemia, sia dalla guerra tra Ucraina e Russia, ma sono altrettanto importanti per mandare avanti questo paese e garantire ai cittadini e a tutte le famiglie quel livello essenziale dei servizi senza il quale sarebbe difficile riuscire a vivere. Tutte stanno avendo problemi per quanto riguarda prodotti per pulizia, sanificazione o disinfestazione (pensiamo alla carta aumentate del 10%, ad alcuni reagenti aumentati sino al 400%). Poi le materie prime alimentari, energia e gas per il lavanolo ospedaliero e la sterilizzazione. Gli aumenti energetici – precisa Mattioli- hanno ricaduta nel settore del +30%/ 50% circa sui costi complessivi di servizio reso dalle nostre aziende. C’è bisogno, per questo: di rinegoziare gli appalti in essere se non si vuole rischiare, già da aprile, il blocco dell’operatività al 50%. Il che si ripercuoterebbe sulla sanità, sui trasporti, su tutti i posti di lavoro che vedranno ridurre le prestazioni erogate dalle nostre aziende. La normativa attuale, prevista nel provvedimento sostegni ter, prevede infatti solo una revisione prezzi per gli appalti dei lavori senza tener conto delle esigenze delle imprese dei servizi che offrono prestazioni essenziali di pubblica utilità per il settore sanitario, per le scuole, e più in generale per la collettiva.
Aggiunge Egidio Paoletti, presidente di Assosistema Confindustria: «Il settore sanitario pubblico e privato è a serio rischio di tenuta. In assenza di un intervento del governo volto a rinegoziare i contratti e a calmierare i costi dell’energia e del gas, sono circa 110.000 i posti letto che non potrebbero più essere utilizzati negli ospedali e nei pronto soccorso, 400.000 mila operatori che dovranno lavorare senza le dovute protezioni e a rischio sono anche gli interventi chirurgici che solo nel 2019 erano pari a 4 milioni».
Conferma Marco Benedetti, Anid: «L’ondata indiscriminata e immotivata di rincari non ha risparmiato, come era preventivabile, il settore del Pest Management che rappresentiamo.
Constatiamo pesanti aumenti, pari al 30%, sulle materie prime relative a formulati e principi attivi, senza considerare la tristemente nota impennata dei carburanti che influisce sugli automezzi e sulle attrezzature quotidianamente utilizzate. Lo scenario è preoccupante e non è ammissibile che il peso di questa situazione cada esclusivamente sulle casse delle imprese, a cui non è stato riconosciuto nulla, soprattutto nella rivalutazione economica degli appalti in essere. Non possiamo accettare, ad esempio, una dilazione del pagamento delle bollette come mera soluzione politica e di facciata».
Problemi anche per la ristorazione collettiva sono stati esposti da Massimiliano Fabbro, presidente di ANIR: «Il rincaro delle materie prime rischia di abbattersi su un settore già falcidiato da anni di smart working destinato a diventare strutturale. Occorre un intervento legislativo per la rinegoziazione degli appalti».
Ha espresso Pietro Auletta (Uniferr): «Le pulizie ferroviarie hanno garantito sicurezza negli spostamenti nella fase più dura della pandemia e l’incremento dei viaggiatori che si determinerà con la fine dello stato d’emergenza renderà necessario, da parte nostra, un incremento delle prestazioni. L’aumento dei costi di materie prime e prodotti rende necessario un intervento governativo per consentire alle imprese dei servizi di garantire le giuste misure di decoro, pulizia e sanificazione di treni e stazioni»
Alla conferenza hanno aderito parlamentari e senatori dei diversi schieramenti politici.