«Non servono posizioni ideologiche sullo smart working. Anzi, al più presto deve diventare la normalità riconoscendo il merito di aver consentito ad interi settori di andare avanti nel pieno della pandemia. Nell’ambito della pubblica amministrazione, occorre però sottolineare, vi è un problema strutturale di produttività, come pure di carenze di organico. Perciò non vi sono correlazioni di causa-effetto tra efficienza ed il generico smart working.
Lo smart working può al contrario facilitare un rightsizing della Pubblica amministrazione, il suo ammodernamento e innovazione, necessariamente accompagnati a sistemi di misurazione ed evoluzione dei processi, senza dimenticare la formazione che è stata giustamente individuata come un caposaldo della nuova PA». Lo dichiara Massimo Moggi, presidente e ceo di Westpole Europe, tra i principali players nella trasformazione digitale della PA in Italia ed nella Comunità Europea.