Andamento dei contagi, vaccini, green pass: facciamo il punto con il Prof. Nicola Petrosillo
di Katrin Bove
Il prof. Nicola Petrosillo, laureato in Medicina e Chirurgia alla Sapienza di Roma, dove si è specializzato in Malattie Infettive, già Direttore del Dipartimento Clinico e Malattie Infettive dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “L. Spallanzani” di Roma, è responsabile del Servizio Controllo delle Infezioni e Consulenze Infettivologhe del Policlinico Universitario Campus Biomedico di Roma.
Come giudica, dal suo osservatorio, l’evolversi della pandemia?
Siamo in una fase delicata della pandemia, con una ripresa dei contagi ed un aumento dell’incidenza dei casi, fattori questi che destano preoccupazione. In alcuni paesi, anche a noi vicini geograficamente, si parla di quarta ondata, ma in Italia, grazie alla forte campagna vaccinale e al mantenimento di misure di prevenzione, compreso l’uso del green pass, l’incremento dei casi non è neanche lontanamente paragonabile a quello di un anno fa nello stesso periodo, e comunque non si assiste ad una pressione tale, sulle strutture sanitarie, da determinare chiusure e misure restrittive più avanzate.
A suo avviso, il trend dei contagi, nei prossimi mesi, aumenterà?
Sicuramente nei prossimi giorni ci sarà un progressivo aumento del numero di casi, che andrà ad interessare prevalentemente la fascia dei non vaccinati per propria scelta o perché non rientranti nelle categorie da vaccinare (bambini da 5 a 11 anni). Proprio tra i bambini l’infezione si sta propagando velocemente e questo serbatoio del virus determina poi la diffusione ai suscettibili al virus, compresi coloro i quali hanno già ricevuto due dosi di vaccino anti-Covi-19 da più di sei mesi e che adesso vedono ridursi le loro difese immunitarie contro il coronavirus. A questi è rivolta la campagna per la terza dose del vaccino anti-Covid-19. Fortunatamente nel nostro paese sono ancora vigenti le precauzioni relative al distanziamento, all’uso delle mascherine e all’igiene delle mani, e queste misure, insieme all’uso del green pass, possono contribuire a frenare l’aumento dei casi. Infine, il tracciamento dei contatti deve continuare perché, porre in quarantena i contatti di casi accertati, significa ridurre la circolazione del virus.
Che peso avrà la cosiddetta variante Delta?
Ormai questa variante è quella maggiormente circolante nel nostro paese così come in altri paesi europei. Ha una maggiore trasmissibilità rispetto al coronavirus della prima fase dell’epidemia, ma sostanzialmente il virus non è più virulento di quello della prima fase e, cosa non da poco, viene neutralizzato dalla risposta immune indotta dal vaccino anti-Covid-19.
Il green pass ha avuto gli effetti che si sperava avesse? Lei lo rafforzerebbe?
L’uso del green pass è nato per garantire ai vaccinati una maggiore libertà di circolazione e, col tempo, è stato un grosso incentivo per la vaccinazione nelle persone esitanti a vaccinarsi. Molti paesi europei stanno copiando le applicazioni del green pass a livello sociale, ad esempio nei luoghi di lavoro, vista l’efficacia che questa strategia ha avuto nel nostro paese. Io credo che per ora bisogna continuare ad utilizzare il green pass come lo stiamo utilizzando.
E’ favorevole o contrario alla vaccinazione per i bambini?
Le vaccinazioni in età pediatrica fanno parte della storia della medicina e della pratica moderna di prevenzione delle malattie infettive. Covid-19 causa meno casi sintomatici tra i bambini rispetto agli adulti, con minore mortalità e minori tassi di ospedalizzazione. Tuttavia, nel Covid-19 pediatrico sono comunque presenti complicanze sia nella fase acuta che nella fase successiva alla guarigione da Covid-19. Da solo questo basterebbe a considerare l’opportunità della vaccinazione anti-Covid-19 nei bambini, tenuto anche conto del rapporto rischio/beneficio che è a favore del beneficio. In termini di sanità pubblica, perché la vaccinazione non è solo un atto individuale ma anche uno strumento di sanità pubblica. Ridurre un forte serbatoio di trasmissione del virus contribuirebbe certamente a ridurne la trasmissione.
Come si affrontano le complicanze del cosidetto Long Covid?
Le complicanze del cosiddetto long-COVID-19 si affrontano attraverso un “follow-up” e un monitoraggio stretti, da parte dei medici di medicina generale e, laddove richiesto, da specialisti delle discipline coinvolte nella cura del Covid-19. Nel nostro paese esistono già molti ambulatori che gestiscono svariati casi di sindromi da long-Covid-19.
Quale rapporto c’è tra il vaccino antinfluenzale e il vaccino Covid? Lei li consiglia entrambi?
Non c’è alcun rapporto tra il vaccino anti-influenzale e il vaccino contro Covid-19. Sono due vaccini diversi, contro due virus diversi; e soprattutto sono due vaccini che non interferiscono tra di loro e che si possono somministrare anche nella stessa seduta di vaccinazione. Oggi è importante vaccinarsi contro l’influenza, perché la popolazione è meno coperta contro quest’altro importante virus respiratorio per via del fatto che lo scorso anno il virus influenzale è circolato pochissimo grazie al lockdown e all’uso delle mascherine. Quest’anno ci potrebbe essere un numero rilevante di casi di influenza, con rischi sulla salute personale e sulla tenuta del sistema sanitario.
Quanto tempo ancora dovremo convivere con la pandemia?
L’infezione da SARS-CoV-2 è un fatto nuovo, senza precedenti. Il mondo scientifico scopre giorno per giorno quanto sia complessa la sua gestione clinica, di prevenzione e di sanità pubblica. L’Italia ha dato una grande risposta contro questa pandemia, che è evidente proprio leggendo gli attuali numeri dell’epidemia e confrontandoli con quelli di paesi a noi vicini che non hanno raggiunto le nostre coperture vaccinali ed hanno abbandonato, forse prematuramente, le misure di prevenzione che noi abbiamo invece strettamente raccomandato e, in gran parte, rispettato. Dovremo convivere a lungo con questo coronavirus, nella speranza che esso costituisca uno dei tanti virus respiratori che annualmente si ripresentano con picchi epidemici. Rafforzare l’immunità attraverso la vaccinazione, favorire la vaccinazione anche nei paesi a minore reddito, attraverso programmi di aiuto e di sostegno, sarà la chiave di volta per combattere, in modo più duraturo, un’epidemia che ha cambiato il mondo.