di Ranieri Razzante
Dal primo gennaio sono scattati i limiti ai trasferimenti di contante tra soggetti diversi per euro 999,99. Ciò significa che se si vuole fare un acquisto di un qualsiasi bene o servizio, con tanto di scontrino e fattura ovviamente, per un importo (ad esempio) di euro 1500, dalla tasca dell’acquirente potranno uscire solo 999,99 euro. La norma nacque nel 1991 per arginare la circolazione di contante soprattutto a fronte di rapine e sequestri di persona. Il limite al contante era quindi assai opportuno, non a caso fissato in 20 milioni di lire a quel tempo. L’abbassamento di questo limite, soprattutto a partire dal 2007, non ha ovviamente prodotto evidenti risultati, in quanto le operazioni fraudolente della criminalità e degli evasori fiscali sono costruite attraverso strumenti sofisticati che passano attraverso intermediari finanziari e imprese del tutto regolari. Si ricordi sempre che nessuna limitazione è prevista per bonifici, giroconti, e tutte le operazioni effettuate allo sportello oppure attraverso l’home banking. Le nuove regole non impattano sui prelevamenti dai bancomat: qui restano come sempre i limiti giornalieri e mensili, che variano per ciascuno di noi a seconda delle disponibilità. Per gli assegni resta il divieto di emetterli per importi superiori a 999,99 in forma libera: si resta costretti a usare la clausola di “non trasferibilità”, peraltro già prestampata, apponendola a mano se si utilizzano moduli cosiddetti “liberi”.
E’ opportuno ricordare però che usare il contante seguendo le regole non è un “crimine” e non porta ad automatiche presunzioni di frodi alle norme fiscali e antiriciclaggio. Le restrizioni non hanno ad oggi portato a nessuna variazione significativa nella lotta all’evasione fiscale e alla criminalità.